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L'Italia che non funziona: tutti gli sprechi delle Caste

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La Pubblica amministrazione è un colabrodo: mani bucate dalla Sanità alle scorte dei politici

Pruneddu Pietro
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Il Paese degli sprechi, con una pubblica amministrazione che vive di privilegi. Questa è l'Italia nel 2012. Burocrazia lenta, benefit dei parlamentari, ma anche luci accese e piccoli gesti di totale disinteresse per i soldi dei contribuenti. Repubblica ha raccolto alcune lamentele degli italiani, ormai stanchi di pagare per le inadempienze delle varie Caste. Forze dell'ordine e burocrazia - Tanti suggeriscono di limitare l'uso delle scorte o di ridurre gli agenti in servizio. Ma c'è anche chi suggerisce di verificare l'eccessivo dispiegamento di forze nelle acque del mare di Liguria. Molti segnalano che comuni piccolissimi hanno un numero di dipendenti pari alla metà degli abitanti, Enti che non hanno più ragione di esistere e uffici che duplicano le attività svolte da altri andrebbero tagliati.  Immobili, acqua, luce e gas - Una voce segnalata come simbolo di sprechi è quella relativa a immobili inutilizzati e abbandonati al degrado o venduti e poi riaffittati a caro prezzo. I cittadini segnalano come insopportabili alcune usanze tipicamente italiane: fontanelle che gettano acqua tutto il giorno, illuminazioni di uffici sempre accese e riscaldamenti al massimo. Trasporti e cantieri - Un'altra fonte di risparmio potrebbe essere, secondo i lettori, l'ottimizzazione di aeroporti e linee ferroviarie. Ci sono poi tantissime opere in edifici pubblici e ospedali che non vedono mai la parola fine. Oppure strutture costruite senza che si capisca bene quale sia la loro utilità. Scuola e Università - Una notevole fonte di risparmio, per quanto riguarda il comparto scolastico, potrebbe essere, secondo molti cittadini, quella di affidare i servizi di pulizia ai collaboratori scolastici invece di appaltarli a ditte esterne. Nello stesso tempo, bisognerebbe controllare le spese effettuate dalle Università e relative a benefit assegnati ai docenti. Farmaci. Medicine troppo care rispetto alla media europea e confezioni troppo grandi rispetto alle prescrizioni del medico: sono solo due delle voci su cui il governo, secondo i lettori, potrebbe intervenire per recuperare un bel po' di sprechi. Inoltre, per le forniture ospedaliere il prezzo concordato con le case produttrici potrebbe essere fissato a livello nazionale con dibattito pubblico, specie per i medicinali più costosi con gare pubbliche e controllate dalla Finanza direttamente. L'acquisitore nazionale dovrebbe essere tenuto sotto controllo.

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