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Le toghe ancora in Mpsma nessuno apre bocca

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Sequestrati altri documenti, domani sarà risentito Mussari: l'inchiesta però è "silenziata". L'ex Baldassarri torna in Italia. Era alle Maldive?

Nicoletta Orlandi Posti
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    di Giuliano Zulin Le indagini sul Monte dei paschi di Siena sono sostanzialmente secretate. Da giorni sfilano davanti ai piemme  ex manager della banca e altri personaggi di spicco coinvolti o semplicemente informati circa le inchieste sui derivati o su Antonveneta. Tuttavia, dagli uffici dei pubblici ministeri non filtra nulla. Atteggiamento assai diverso rispetto a quello registrato in altri uffici giudiziari del Paese, dove è più facile “pescare”  notizie. A Siena le bocche restano cucite, ma gli inquirenti non se ne stanno con le mani in mano. Anzi. A sorpresa, ieri,  i pm Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso sono entrati al Monte poco dopo le 17 e sono usciti dopo circa un'ora e mezzo. La «visita» è servita ad acquisire nuova documentazione per l'inchiesta. Nastasi e Grosso avevano lasciato la procura poco dopo aver terminato l'interrogatorio di Daniele Pirondini, l'ex direttore dell'area finanza del Monte, ascoltato da loro per oltre tre ore e mezzo. A piedi, accompagnati da un uomo del Nucleo valutario della Guardia di finanza, i magistrati si sono diretti verso piazza Salimbeni, quartier generale della banca. È probabile che la richiesta di nuova documentazione a Mps sia stata decisa dopo i tanti interrogatori degli ultimi giorni. E domani in procura è atteso per la seconda volta Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte e dell'Abi. Si parlava anche di un interrogatorio di  Gianluca Baldassarri, ex capo dell'area finanza dell'istituto senese, ma a «Libero» il diretto interessato smentisce seccamente la notizia. Alcune fonti hanno poi svelato che il manager sarebbe rientrato in Italia dopo una vacanza alle Maldive. E in questo caso Baldassarri si trincera dietro un «no comment: della mia vita privata faccio quello che voglio - racconta a «Libero» - rimango tuttavia a disposizione dei magistrati. Quando mi chiameranno prenderò i mezzi e andrò a Siena».  Lontano dalle mura senesi, non si placano le polemiche politiche. Ieri è stato il turno delle esternazioni di Oscar Giannino. Il leader di «Fare per fermare il declino» se l'è presa con l'ex ministro dell'Economia: «Tremonti dimentica che un aumento di capitale altrettanto spericolato è stato quello della Fondazione Mps, che ha autorizzato il Tesoro, l'ha autorizzato lui».  Sopra le righe, come sempre, Beppe Grillo.  «Nella banca dei toscani e dei senesi, a un certo punto, hanno messo lì i grandi speculatori, ora non c'è più niente, spolpato tutto. Tangenti che si sospetta fortemente possano essere transitate dalla banca del Vaticano. Ma le dimissioni del Papa non c'entrano...» ha detto il fondatore del Movimento 5 Stelle. «Statalizziamo la banca - ha aggiunto - e apriamo una nuova inchiesta su Bankitalia e Consob che non hanno fatto il loro dovere. Si deve capire che non si può continuare a finanziare coi soldi pubblici Mps per quello che è successo». E pure ieri  è stata una giornata da dimenticare per le quotazioni della Rocca in Borsa: il titolo ha chiuso in calo dell'1,24%, mentre Piazza Affari è salita dello 0,41%.    

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