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Afghanistan, Frattini:

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2013 obiettivo massimo

Albina Perri
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«Pensiamo che il 2013 sia l'obiettivomassimo e non l'obiettivo minimo» per il «graduale disimpegnodall'Afghanistan». Lo ha precisato il ministro degli EsteriFranco Frattini a margine di un convegno organizzato dall'Ispi. Ci sarà, ha detto Frattini, un graduale disimpegno «via viache l'Afghanistan sarà in grado di garantire la sua sicurezza.E questo non potrà avvenire in un tempo lungo». «Nessuno sta parlando di una data per l'exitstrategy» dall'Afghanistan, ha detto a Bruxelles ilsegretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen parlando alla stampaalla vigilia della riunione del Consiglio Atlantico a livello di ministridegli Esteri domani nella capitale belga. Piuttosto, ha sottolineato,«parliamo di transizione, ho più volte sottolineato quanto sia importantemostrare la luce alla fine del tunnel». Nella conferenza stampa Rasmussen haconfermato che dagli alleati non Usa arriveranno almeno 5.000 soldatiin più, forse «qualche altro migliaia oltre questa cifra».L'obiettivo, hadetto ancora il segretario generale, «è di arrivare a una progressivatransizione dalle forze internazionali a quelle afgana, distretto perdistretto, provincia per provincia». Questo «senza indebolire la sicurezza,ma sostituendo mano mano le forze internazionali con quelle afgane, in modoche noi possiamo avere sempre più un ruolo che è di sostegno».Tutto ciò, haproseguito Rasmussen, «alla fine porterà al ritiro delle truppeinternazionali, ma è condizionale alla capacità delle forze afgane digarantire la sicurezza, la missione non finirà finché non sarà così.Resteremo tutto il tempo necessario». Ramsussen ha sottolineato inoltre comela decisione di Obama di aumentare le truppe sia «la prova della sua determinazione: la sua è una più ampia strategia politica verso il successo». E nel sottolineare la necessità di un maggiore impegno da partedi tutta l'Alleanza, il segretario generale della Nato ha ripreso le parole pronunciate da Obama a West Point: «non è solo una missione degli Stati Uniti: gli alleati dell'America della Nato hanno condivisoi rischi, i costi ed il peso di questa missione sin dall'inizio».

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