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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Andrea Tempestini
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Visto che non si sa spiegare perché tanta gente continui a votare Berlusconi, la sinistra ha deciso: chi sta con Silvio è scemo. E nel caso non sia scemo è probabile che sia uno spacciatore di droga oppure un pirata della strada. Se poi,  dopo aver ascoltato le sue battute o visto gli spettacoli  tv, sono le donne a dare la preferenza al Cavaliere, allora vuol dire che se non sono zoccole sono cretine cui le soap opera hanno bollito il cervello. In fondo il nocciolo del problema da anni è lo stesso. L'impossibilità per una parte della classe politica e intellettuale di sinistra di capire perché Berlusconi abbia consenso. Giornalisti, scrittori e parlamentari che gravitano intorno ai partiti progressisti, dal '94 si rivolgono sempre la solita domanda: perché lo votano? E soprattutto: perché non votano noi, che siamo molto più acculturati e tanto più bravi di lui? Ecco: è tutta qui la questione . La parte “intelligente”, o meglio quella che si è autonominata tale, non capisce e non riesce a farsene una ragione. Nonostante abbia studiato  e accumulato ogni genere di premio, in particolare quelli alla carriera, non è in grado di afferrare il motivo per cui da oltre tre lustri l'elettorato non scelga i migliori, cioè loro, ma preferisca i peggiori, vale a dire il centrodestra. Se ci fossero dubbi, il rovello è stato chiarito nei più profondi aspetti dall'ultima edizione di Micromega, la rivista forcaiola diretta da Paolo Flores d'Arcais, in cui due odiatori di professione del Cavaliere descrivono la patologia che sta alla base dei successi di Berlusconi. Andrea Camilleri, lo scrittore che ha inventato il commissario Montalbano, si incarica di rappresentare l'uomo che vota per il presidente del  Consiglio e ne fa una specie di demente, plagiato dalle tv del Cavaliere, rimbecillito dalla lettura di Libero e del Giornale. L'homo berlusconensis  è descritto come una statuina del presepe: un essere inanimato, che non ha pensiero proprio, ma al massimo può solo applaudire;  non apprezza la qualità delle parole, ma solo la quantità. Secondo Camilleri, questo tipo di idiota ha un culto cieco della personalità del capo ed è la clonazione del fascista osannante, in prima fila sotto il balcone di palazzo Venezia. Quando però non sono grulli, i berlusconidi  appaiono criminali, per lo meno allo stato potenziale. Gente pronta a delinquere, se non lo ha già fatto:  impresari edili che fanno morire gli operai nei cantieri oppure persone che hanno fatto i soldi con sistemi illegali e ora ostentano la propria ricchezza fatta di Rolex e, ovviamente, mignotte. Ancor meglio è la descrizione della foemina berlusconensis fatta dalla giornalista di Repubblica Natalia Aspesi.  Una gallina senza cervello, che una volta messa davanti al video non sa più staccarsene e si trasforma in una «ridente sciocchina».  Per la Aspesi  «la regressione delle italiane al solo valore che il berlusconismo attribuisce loro» è cominciata proprio con le tv. Il Cavaliere le avrebbe irretite, ammettendole nel paradiso dei set, in veste di pubblico o di protagoniste delle sue avvilenti trasmissioni. Un pifferaio magico che avrebbe incantato le telespettatrici, mutandole poi in elettrici. E quando non sono sceme, le femmine che votano Berlusconi sono puttane. «Milioni di ragazze che si sentono autorizzate, non sapendo fare nulla ed essendo appena carine, a vedere nel mondo televisivo il loro futuro radioso. E se per arrivarci» scrive la Aspesi, «bisogna essere gentili con gli uomini che si incontrano sullo scosceso cammino, dall'usciere al direttore generale, perché no?». Insomma, per la sinistra non c'è altra possibilità: se si vota Silvio, o si è deficienti oppure si è brutta gente che delinque o si vende. Affetti come sono da un complesso di superiorità, giornalisti, scrittori e politici progressisti non sanno trovare altra spiegazione a un fenomeno che li ha ridotti a una minoranza sempre più ristretta. Tutta colpa di Berlusconi che ha rimbambito milioni di italiani, si dicono. Non sospettano minimamente che, invece, ad essere istupiditi sono loro. Per uso e abuso di  presunzione.

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