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Nuova Imu casa per casa Leggi quanto pagherai

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La nuova Ici debutta il 20 giugno. Le proiezioni dell'Uppi: si pagherà fino all'800 per cento in più. Scarica le tabelle: quanto dovrai sborsare

Andrea Tempestini
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Benvenuti alla grande riffa dell'Imu. C'è tempo fino al 18  giugno per partecipare.  In Italia anche pagare le tasse, compresa la nuova Imu che debutta quest'anno in sostituzione (più robusta) dell'Ici, è complicato. Tanto che il Centro studi fiscale dell'Uppi Nazionale (l'Unione dei piccoli proprietari immobiliari), ha messo a disposizione un programma “on line” per accertare a quanto ammonterà il salasso (basta cliccare su http://www.uppi.it/?q=node/420). L'Imu città per città Scarica le tabelle e scopri quanto devi pagare La mazzata sarà consistente. E considerando che l'Ici sulla prima casa era stata cancellata, le percentuali di rincaro arrivano anche a sfiorare l'800 per cento, sostiene l'elaborazione realizzata dall'associazione presieduta dall'avvocato Gabriele Bruyère e guidata dal segretario generale Fabio Pucci. Senza dimenticare che in molti Comuni non è stata ancora decisa l'aliquota da applicare. Una tassa che può variare da un minimo del 2 per mille sulla prima casa, ad un massimo dell'1,06 per mille sugli altri immobili. Ma attenzione: i sindaci virtuosi - o più attenti al consenso elettorale - non potranno comunque decidere di stare sotto il 4 per mille per la casa di residenza, altrimenti  non potranno aumentare l'aliquota ordinaria del 7,6 per mille relativa a tutti gli altri immobili di proprietà.    Stando alle ultime indiscrezioni i Comuni non sanno ancora quanto esattamente incasseranno e quindi sono potenzialmente indotti ad applicare le aliquote massime. Il meccanismo «metà a te, metà a me» approntato dai tecnici del ministero del Tesoro, prevede che su tutti gli immobili che non siano prima casa, l'incasso si suddivida con lo Stato centrale. Ovvero il 3,8 per mille è destinato per legge allo Stato. L'eccedenza dovrebbe rimanere invece nelle disponibilità del comune. Riepilogando:  i sindaci si terranno il 4 per mille sulla prima casa e la metà dell'aliquota ordinaria pari al 3,8 per mille finirà a Roma. Se, per esempio, il sindaco delibera il 10,6 per mille – vale dire l'aliquota massima – il 3,8 per mille finisce comunque a Roma. Ciò che resta ancora nebuloso ai tecnici degli 8mila comuni italiani è il meccanismo di compensazione in base al gettito incassato. Sono stati infatti approntati dei meccanismi di tutela (per il Tesoro) che bloccano gli eventuali  altri trasferimenti da parte delle amministrazioni centrali, proprio  sulla base del gettito effettivamente incassato. di Bernardo Fedeli

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