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Perché attaccare Francesco se non “fa” bene il papa, senza chiarire prima se lo “è"?

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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La domanda potrà sembrare inutilmente provocatoria, ma - inguaribilmente schiavi del pensiero logico - crediamo di porre un interrogativo razionale ed equidistante.

Sono otto anni che il povero Francesco viene attaccato, ogni giorno, da coloro che sonodefiniti dai media del pensiero unico i tradizionalisti, (anche se essi si definiscono cattolici normali).

Un flusso interminabile di critiche, lagne, reazioni scandalizzate, insofferenze. Una volta perché Bergoglio dice che Cristo fa lo scemo, o “si è fatto peccato”, un’altra perché nicchia sulla verginità di Maria, o la chiama “meticcia” e “sollievo dei migranti”, negandole il titolo di Corredentrice… E poi, levate di scudi per i complimenti della Massoneria e gli inni alla Fratellanza universale, orrore per la rugiada massonica inserita nel messale; per non parlare dello scandalo suscitato dall’adorazione della Pachamama in San Pietro e della comunione ai divorziati concessa un po’ sì e un po’ no, pari a quello delle unioni civili con cui lui personalmente concorda … E se Francesco non si inginocchia davanti al Santissimo è sacrilegio, se lo fa davanti ai dittatori africani peggio; se parla del fallimento di Dio bestemmia; se santifica i migranti piovono commenti sarcastici; se cambia, o censura il Catechismo ci si inalbera; se inventa nuovi vizi capitali e assolve Giuda, addio; se sponsorizza il neoariano Enzo Bianchi è un dramma; se vuol eliminare il celibato dei preti una tragedia; se presenta San Francesco come sincretista è una mistificazione; se dice che tutte le religioni sono uguali va contro Cristo; se insiste sul Paradiso per tutti è eretico… Insomma potremmo continuare a lungo. Lamentazioni a non finire.

Va riconosciuto che, su questa pagina, abbiamo dovuto scrivere - per onore di cronaca - di varie, apparenti devianze di Francesco rispetto al deposito della fede cattolica, ma lo abbiamo fatto sine ira ac studio, da osservatori.

E con olimpico distacco ci meravigliamo del fatto che se - stando alle annose accuse di molti commentatori - Bergoglio non si comporta da papa, non sembra un papa, rinuncia ai titoli da papa, non insegna come un papa, non protegge la fede come il papa, forse - a questo punto - potrebbe anche NON  ESSERE il papa?

(La stessa domanda che pone Mons. Renè Henry Gracida, Vescovo Emerito di Corpus Christi, Texas, USA).

Oggi si può liberamente dubitare di tutto, ma noi lo facciamo animati dalla ricerca della verità e in base a diverse incongruenze registrate nella cronaca QUI

e a numerosi interventi verbali e scritti di autorevoli cardinali, QUI

giornalisti, teologi QUI

latinisti QU

giuristi, QUI

avvocati QUI

Peraltro, non c’è alcuna dichiarazione diretta di Ratzinger circa il fatto che il papa sia Francesco, solo ricostruzioni giornalistiche, titoli, e citazioni di lettere mai esibite: di certo c’è solo che Benedetto ripete “il papa è uno solo” senza dichiarare quale. QUI

Tuttavia, ai sensi dell’art. 332 . 2 del Codice di diritto canonico, dovrebbe almeno dirci che lui ha rinunciato al munus petrino, o al papato. Ma non lo fa. Bergoglio potrebbe, dunque, non essere stato eletto validamente e, per chi ha fede, potrebbe non essere assistito dallo Spirito Santo - nella migliore delle ipotesi - o lavorare per l’”altra” parrocchia, nella peggiore. Del resto, per i cattoconservatori, la cosa non capiterebbe inaspettata, essendo stata annunciata dall’art. 675 del Catechismo, dal terzo Segreto di Fatima, da Padre Pio, da santi, beati e mistici. Una bella grana.

Capite bene che, di fronte a una simile possibilità, non ha alcun senso continuare a criticare a sangue un papa se prima non si prendono in serio esame gli indizi e i testi giuridici e teologici che lo individuano come antipapa.

I casi sono due.

1) Se Francesco è il vero papa, allora deve essere assistito con una certa continuità ordinaria dallo Spirito Santo, anche quando non parla ex cathedra. (Non è che il pontefice, quando “stacca dal lavoro”, nel privato può dire e fare quello che gli pare). Quindi, se i cattoconservatori non comprendono Bergoglio, evidentemente lui possiede una conoscenza superiore del magistero, vede più lontano degli altri, deve aver trovato una sottile, impalpabile, ma perfetta coerenza con la dottrina che lui è chiamato a custodire – ruolo da cui trae la sua legittimità – e che sfugge a parte del clero e dei cattolici. Evidentemente, la Pachamama a cui si sacrificano i cuccioli di lama può essere del tutto compatibile con la Madonna, QUI

che non era poi così vergine come affermano i dogmi QUI e quindi dire il Rosario a Maria o alla Pachamama è lo stesso. Insomma, cari catto-conservatori,  se non capite papa Francesco nella sua complessa strategia per “convertire a Cristo tutte le genti”, non è colpa sua, è colpa vostra. Quindi, sarebbe ora di accettare finalmente la sua autorità morale, dottrinale e farsi un bel bagno di umiltà.  

2) Oppure, semplicemente, Bergoglio non è il vero papa, ma un cardinale che ha preso un’altra strada spirituale, non cattolica, che ha raggiunto il potere in modo non legale, o per semplice errore, o per equivoco, o per dolo. E quindi, di cosa vi stupite, se - come voi dite - Bergoglio insegue il mondo, se mira a creare la religione unica per il Nuovo Ordine Mondiale massonico, se punta all’annichilimento degli stati-nazione, se assume proposizioni anticristiche, se svilisce Maria, se sta smantellando pezzo pezzo la Chiesa cattolica romana mettendola a disposizione dei “poteri forti”?

Ma, anche fosse,  non c’è più da protestare per eventuali eresie, né divagare sul Concilio vaticano II, o su altri argomenti: c’è solo da pretendere una VERIFICA GIURIDICA dei documenti con chi di dovere e nelle sedi opportune. I tempi sono maturi, e Benedetto non è proprio giovanissimo.

Anche perché, nella seconda ipotesi, “morto un papa NON se ne fa un altro”, nel senso che dopo Francesco, se la sua elezione fosse invalida, non ci potrà MAI PIU’ essere un vero papa, non solo per motivi teologici, ma anche pratici, in quanto il prossimo conclave sarebbe ormai blindato da una maggioranza di cardinali elettori invalidi nominati da un papa invalido.

Quindi, la questione non è una “secondaria formalità burocratica”.

Facciamo un esempio elementare: immaginiamo un’armata comandata da un generale di nome Franz, il quale segue consapevolmente una strategia innovativa che però, secondo alcuni ufficiali, a livello tattico si rivela un disastro, conduce le truppe al massacro e alla perdita di materiali e posizioni, rischiando di far perdere l’intera guerra.

E allora i casi sono due: o Franz è un’intelligenza strategica suprema e ancora incompresa, che nonostante alcune perdite preventivate condurrà le truppe alla vittoria definitiva, o non è il vero generale, ma un impostore e/o un traditore che si è venduto al nemico e sta distruggendo apposta il suo esercito.  

Se - puta caso – emergono dubbi legali e strane ambiguità sulla promozione al grado di generale per Franz, se si sospetta che il suo predecessore sia stato silurato illecitamente, allora per gli oppositori l’unica strada è chiedere a gran voce un’inchiesta per verificare se il generale Franz ha le carte in regola. Ovvio. Continuare a lagnarsi di come comanda, significa voler perdere la guerra.

Allo stesso modo: c’è un’ipotesi piuttosto circostanziata secondo cui Ratzinger ha scritto un atto invalido di presunte dimissioni ed è ancora lui il solo e unico papa, mentre Bergoglio è un antipapa.

E allora è ovvio che la “QUAESTIO MAGNA”, per chi critica Francesco, deve diventare per forza di cose, ora, la VERIFICA DELLA LEGITTIMITA’ DELLA SUA ELEZIONE, connessa alla validità delle “dimissioni” di Benedetto XVI. E’ il nodo centrale, la chiave di tutto, la domanda ultima.

E’ del tutto surreale continuare a criticare quello che FA  Francesco, e perché lo fa. Bisogna controllare quello che E’.

Se è davvero il papa, basta critiche dai conservatori; semmai questi cerchino di capire secondo quali vie misteriose agisca in Francesco lo Spirito Santo.

Se non è il vero papa, ma continua ad esserlo Benedetto, (visto che “il papa è uno solo”), allora tutte le incongruenze si spiegheranno e si dovrà aprire un altro discorso.

In ogni caso, non c’è da lamentarsi. Resta solo da AGIRE per fare chiarezza.

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