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L'esempio del cuculo: perché “morto un Papa non se ne fa un altro”

Un papa non validamente eletto non gode dell'assistenza dello Spirito Santo

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Mentre si consuma lo scisma fattuale con la Chiesa tedesca – per via delle benedizioni alle coppie gay da parte di cento sacerdoti finora non sanzionati  - ci sarebbe da mettere a fuoco una questione sostanziale: se un papa non abdica, chi prende il suo posto non è assistito dallo Spirito Santo.

Qualche giorno fa è emerso come papa Benedetto abbia scritto nel libro “Ultime conversazioni” di Peter Seewald, in riferimento alla propria rinuncia: “Nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”. Siccome si sono dimessi 6 papi nel primo millennio e 4 nel secondo, evidentemente la parola “dimissioni”, per Ratzinger, non si può intendere come “abdicazione”. Infatti lui stesso ha dichiarato di rinunciare solo al ministerium, alle funzioni pratiche, (cosa arcinota, che viene fatta passare come un refuso) ma conserva il munus, il titolo di papa. Il confronto storico torna: nel primo millennio solo il papa Benedetto VIII rinunciò al ministerium e non al munus, a causa di un antipapa.

Ne abbiamo scritto QUI

Per ora nessuno è stato capace di fornire spiegazioni alternative. Comunque sia, un’affermazione-chiave come questa, per ora, è scivolata via, così, insieme a tante altre inaudite discrasie che abbiamo indagato QUI  .

 “Ma, alla fin fine, che importanza ha?” si chiedono in molti, portati a ritenere che il tema della validità della rinuncia sia una questione “di lana caprina”, una sterile disquisizione accademico-giuridica per inguaribili fan di papa Ratzinger che non vogliono accettare le “riforme” di Francesco.

Purtroppo è necessario ribadire un concetto sgradevole: al di là del fatto che Francesco possa piacere più o meno, a seconda delle propensioni, se Benedetto XVI non ha abdicato, il papa è ancora Ratzinger (per quanto privo delle funzioni pratiche) e il conclave del 2013 è invalido. Quindi, Francesco è un antipapa e – teologicamente – NON PUO’ ESSERE ASSISTITO DALLO SPIRITO SANTO. Ergo, un miliardo e 285 milioni di cattolici se ne stanno andando tranquillamente “per prati”, seguendo un cardinale che non è il papa.

Non dovrebbe essere una situazione un po’ preoccupante per coloro che sono i “pastori delle anime”? Eppure, c’è stato qualche ecclesiastico che ha dato segni di curiosità, soprattutto di fronte alle ultime acquisizioni? E’ nato un dibattito?

No. Silenzio. Cespugli rotolanti nel deserto. Come se non fosse successo nulla. Eppure tali questioni sono state riprese dal top dei vaticanisti italiani come Aldo Maria Valli e Marco Tosatti, molto seguiti in ambito religioso.

Ignorare la questione non è fruttuoso, non solo perché il silenzio è, anch’esso, una forma di comunicazione, ma anche perché si rischia di non individuare il destino esiziale verso cui è proiettato il clero che vorrà mantenersi appena un po’ cattolico.

Proveremo a esemplificarlo con un paragone tratto dal mondo naturale.

Tutti conoscono il cuculo, quell’uccello grigiastro che ha l’abitudine di deporre un proprio uovo nel nido di altri uccelli, per esempio, dei passeri. Quando l’uovo del cuculo si schiude, il pulcino getta fuori dal nido le altre uova, si spaccia per il regolare figlio dei passeri facendosi nutrire dagli ignari genitori adottivi. Ma è un uccello di un’altra specie: da quel nido non uscirà un passero, bensì un cuculo, che metterà al mondo altri cuculi.

Allora, (il discorso vale per i credenti) se papa Benedetto non ha abdicato, la successione papale è stata interrotta per sempre (per come la conosciamo). Ovvero, un conclave invalido, quello del 2013, ha messo sul trono un “cuculo”, un estraneo alla “specie petrina” eletto SENZA l’assistenza dello Spirito Santo.  

Non ci sarà mai più un altro papa cattolico in Vaticano. Circa 80 cardinali invalidi, nominati da un papa invalido, non potranno eleggere un vero papa; tutta la linea successoria di Bergoglio sarà di antipapi che NON  SARANNO INFALLIBILI ex cathedra, NE’ ordinariamente ASSISTITI DALLO SPIRITO SANTO.

A un antipapa manca, infatti, questa speciale “garanzia di qualità” che viene dal Cielo, (almeno questo dice la dottrina cattolica).

Del resto, la strada intrapresa da Bergoglio non è esattamente quella del più stretto tradizionalismo e l’ultimo episodio, in Germania, delle benedizioni a quello che la dottrina riporta come uno dei “quattro peccati che gridano vendetta al Cielo” dimostra come arriveranno  istanze e questioni sempre più strangolatorie per il clero cattolico ortodosso che sarà posto di fronte a scelte ineludibili.

La dinamica riformista-modernista è, come si vede, spiraloidea, implosiva: se lo Spirito Santo non “fa la guardia”, arriverà un momento in cui le innovazioni dottrinali - o le omissioni – della nuova Chiesa imporranno a sacerdoti, vescovi e cardinali una scelta di campo definitiva.

Presto, molti ecclesiastici saranno messi all’angolo: per loro, oltre una certa soglia di compromessi non sarà possibile scendere e non potranno più rimanere in comunione con Francesco. E allora – paradossalmente - saranno costoro ad essere espulsi dalla Chiesa, scomunicati, scaraventati nel vuoto come le uova dei passeri spinte fuori dal cuculo.

Un “piccolo resto cattolico” dovrà così riorganizzarsi “nelle catacombe”, come preconizzato da papa Ratzinger, abbandonando il Vaticano, basiliche, chiese, palazzi, conventi, musei e tesori.  

Ecco perché non conviene mettere la testa sotto la sabbia e ignorare la questione.

L’unico modo per salvarsi? Quello di individuare per tempo il cuculo come estraneo alla “nidiata petrina”, ovvero riconoscere che il potenziale scomunicatore non ha alcun titolo per scomunicare perché non è il vero papa.

E Il NODO FONDAMENTALE E’ VERIFICARE SE PAPA BENEDETTO HA ABDICATO O NO. La chiave di tutto è racchiusa in quell’atto giuridico.

Quindi,  è inutile fare finta di niente, girare intorno alle questioni: se il clero realmente cattolico non vorrà essere definitivamente espulso dal “Nido di San Pietro”, dovrà chiedere SUBITO a Papa Benedetto un pubblico chiarimento - con una conferenza stampa al di sopra di ogni sospetto - prima che sia troppo tardi.

Altrimenti, sarà meglio cominciare a ritinteggiare le catacombe.

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