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Monsignor Gaenswein conferma involontariamente: Benedetto XVI non ha mai detto che il papa è Francesco

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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segue a versão em português

 

In questi giorni di convalescenza per Francesco, abbiamo temporaneamente sospeso le esplorazioni sulla sua legittimità come pontefice, per una questione di delicatezza; tuttavia, due giorni fa è uscita una notizia che non possiamo tacere.

Don Enrico Bernasconi, il sacerdote scomunicato (senza processo canonico, come già prima di lui don Minutella), per aver sostenuto che il papa è solo Benedetto XVI, ha pubblicato sui social i contenuti di una risposta di Mons. Gaenswein, vescovo segretario di papa Ratzinger, data a un confratello che aveva posto al porporato alcune questioni proprio su don Bernasconi. Il religioso ha poi trasferito per iscritto le risposte a don Bernasconi, autorizzato da Mons. Gaenswein.

In questa lettera, Mons. Gaenswein sostiene di rispondere a nome di papa Benedetto, ma don Bernasconi esprime fieri dubbi nel comunicato che copiamo di seguito.

Come si può pensare, sostiene il sacerdote, che in una situazione dove in tanti (fra cui vari vescovi e sacerdoti) ventilano che il legittimo papa regnante sia stato costretto a dimettersi dalla Mafia di San Gallo, possa fare testo una lettera attribuita a Benedetto XVI scritta da altri e trasferita a terzi?  

Già tempo fa, avevamo ventilato come, vista la situazione intricata e oscura, potrebbe essere perfettamente attendibile solo una conferenza stampa pubblica di papa Benedetto, con tanto di controlli medici e sicurezza garantita dalle Guardie svizzere.  

In aprile abbiamo prodotto una ricostruzione secondo cui papa Ratzinger avrebbe organizzato volontariamente delle dimissioni invalide per dare modo alla Chiesa antagonista di svelarsi e poi essere annullata. Il cosiddetto "Piano B", tradotto in cinque lingue, non è ancora stato smentito da alcuno: QUI

Peraltro, anche se papa Ratzinger, in buona fede, ritenesse di essersi dimesso, se l’atto di rinuncia è invalido, resta comunque nullo perché il Diritto canonico è superiore all’autorità del papa, se questi non lo cambia preventivamente. Ecco perché, paradossalmente, nemmeno interpellando Benedetto XVI si potrebbe avere certezza della validità della sua rinuncia, la quale, ormai consegnata alla storia e al diritto, deve essere verificata da una commissione di cardinali e canonisti. Anche se molti indizi fanno pensare il contrario, papa Ratzinger potrebbe infatti essere convinto di aver realmente abdicato, ma la rinuncia potrebbe essere comunque invalida, e viceversa.

In ogni caso, Benedetto XVI non ha mai detto di aver abdicato, ma solo di essersi “dimesso” dalle funzioni pratiche e per giunta di restare “per così dire, nel recinto di San Pietro”.

Tuttavia, l’elemento più significativo della risposta di Mons. Gaenswein è che egli stesso CONFERMA IN PIENO quanto avevamo evidenziato in precedenti articoli, ovvero che Benedetto XVI da otto anni ripete che IL PAPA E’ UNO, ma non ha MAI detto che il papa è Francesco.

Dice infatti Mons. Gaenswein: ““Lo stesso papa Benedetto ha dichiarato più volte che vi è un solo papa ed E' CHIARO che è Francesco. Altre interpretazioni sono strumentali”.

E’ chiaro? E per chi? Non è chiaro affatto, anzi, molti gravi indizi fanno ritenere proprio il contrario.

Mons. Gaenswein stesso, tra l’altro, sconfessa Vatican News, agenzia di stampa vaticana, che nel 2019 ha fatto un grosso passo falso QUI attribuendo la frase “il papa è uno ed è Francesco” a Ratzinger, mentre il virgolettato era di Massimo Franco del Corriere della Sera. Abbiamo illustrato la questione QUI  .  

Molto grave, ma l’episodio è tipico di un contesto in cui da otto anni i media filo-Bergoglio hanno tentato di tirar fuori con le tenaglie a papa Benedetto la “frase magica” che lui non ha MAI voluto pronunciare, come conferma il suo segretario.

Inoltre, vi sembra plausibile che papa Ratzinger in otto anni non abbia mai detto, NEMMENO CASUALMENTE, che il papa è solo Francesco? Possibile che un sant’uomo come lui si diverta a lasciare un’ombra di dubbio su una simile, gravissima questione?

Non sappiamo se Mons. Gaenswein sia informato del fatto che papa Benedetto ha scritto nel libro “Ultime conversazioni” (2016) che “nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”. Dato che si sono dimessi 6 papi nel I millennio e 4 nel II, in questo modo Benedetto lascia intendere logicamente che egli si è dimesso come i papi che nel I millennio non hanno abdicato, ma sono stati scacciati da antipapi. Ne abbiamo scritto QUI   e il pezzo è stato tradotto in cinque lingue: se ne è occupato pure il Die Tagespost tedesco, dandosela poi a gambe in vista di un approfondimento della questione QUI

Al vescovo sembra normale che l’istituto del papa emerito sia giudicato da tutti i principali canonisti un assurdo giuridico? O che papa Ratzinger continui a vestirsi di bianco, a farsi baciare l’anello da Francesco, a firmarsi Pater Patrum (titolo del pontefice regnante), a impartire la benedizione apostolica? E’ normale che un raffinato latinista come lui commetta grossolani errori di latino nella rinuncia rivendicandoli poi con orgoglio sul Corriere e in un libro? QUI   Oppure,  che abbia differito le sue dimissioni senza mai ratificarle QUI  etc. etc? Potremmo continuare ancora a lungo, citando l’ambiguità scientifica di papa Ratzinger durante otto anni e il suo umoristico riferimento al fatto che la data per la sua presunta rinuncia aveva un nesso interiore con il lunedi di Carnevale. Per pietà dei lettori, ormai già sazi, ci fermiamo qui.

Da dove vengono, quindi, tutte le sicurezze di Mons. Gaenswein? Inoltre, quando lo stesso dice che Benedetto ha giurato obbedienza a Francesco, questo quando sarebbe successo? Prima del conclave, papa Ratzinger disse che avrebbe giurato obbedienza “al suo successore”, ma senza specificare dopo quale conclave.  Nel libro “Ultime conversazioni” del 2016 Benedetto XVI risponde infatti, evasivamente, così:

Domanda : “Nel prendere congedo dalla curia, come poté allora giurare obbedienza assoluta al suo futuro successore?

Benedetto XVI: “Il papa è il papa, non importa chi sia”.

Quindi non ci risulta che, ad oggi, Benedetto XVI ABBIA MAI GIURATO OBBEDIENZA DIRETTAMENTE A FRANCESCO.

Si capisce ora, perché la lettera del vescovo sia stata accolta con giubilo dai sostenitori di Benedetto unico papa.

In ogni caso, l’unica questione che conta è la validità canonica della rinuncia di papa Benedetto. Continuare ad ammannire la stessa vulgata senza fornire adeguate spiegazioni a dubbi più che ragionevoli, non sortisce alcun effetto.

La questione è molto seria: se Ratzinger, consapevolmente o inconsapevolmente, non ha abdicato in modo valido, egli è ancora il papa. In tal caso,  Francesco è un antipapa e se dopo di lui si andrà a un conclave con gli 80 nuovi non-cardinali da lui nominati, si eleggerà un nuovo antipapa così come dopo l’antipapa Anacleto II, nel 1138, succedette l’antipapa Vittore IV, finché non arrivò San Bernardo a rimettere le cose a posto.

Quindi se non si esamina la questione rinuncia, la vera Chiesa cattolica, per come la conosciamo, sarà finita per sempre.

 

Ed ecco il comunicato social di don Bernasconi:

Il Papa è uno solo! (e lo sappiamo)

Qualche giorno fa mi è arrivata una lettera, autografa in pdf, da parte di un consacrato (che conosco personalmente, di cui non faccio il nome), il quale, per sua libera iniziativa ha scritto a papa Benedetto XVI, verso la metà di aprile, facendogli presente una mia dichiarazione pubblica ripresa da “Il Tempo.it”. La fonte originaria di questa dichiarazione è il sito Rivelazione.net (riporto, sotto nei commenti, il link dell’intervista di Samuel Colombo)

In questa intervista, tra le altre cose, dicevo:

«Se papa Benedetto mi dirà che sono scismatico, perché riconosco nella sua persona il Vicario di Cristo in terra, solo allora mi convincerò! Ma papa Benedetto non ha mai detto: “Io non sono papa!”».

Il consacrato in questione mi fa presente che la risposta è arrivata il 20 giugno da parte di mons. Gänswein, il segretario particolare del papa, il quale gli ha dato il permesso di comunicarmela.

Premettendo che il mio appello era rivolto direttamente al papa e che lasciavo intendere chiaramente di volere sentire la sua voce (mosso come sono dallo spirito di san Tommaso apostolo), per sapere cosa ne pensi della mia scomunica per scisma, nella presente lettera mi si dice che il papa è informato dei fatti e mons. Gänswein mi risponderebbe nientemeno che a nome stesso del papa che lui definisce ‘emerito’ ( e mi chiedo se bisogna essere dottori in diritto canonico per parlare di papa emerito, figura che non esiste e non può esistere).

Qualche sospetto mi viene subito, tenendo presente anche che mons. Gänswein è l’inventore – o uno dei promotori - di una nuova teoria in diritto canonico, ovvero la teoria del ministero petrino ‘allargato’: secondo questa teoria papa Benedetto, ‘emerito’, svolgerebbe un ministero ‘passivo’, contemplativo, mentre papa Francesco svolgerebbe un ministero ‘attivo’, pastorale e di governo.

Ora, secondo voi, potrei mai fidarmi di una risposta che mi arriva per vie traverse a nome del papa, tenendo presente che questi monsignori, poi, per quanto colti siano, non fanno altro che confondere sempre più il popolo santo di Dio? E potrei mai fidarmi di queste risposte sapendo che papa Benedetto XVI vive come un prigioniero i suoi ultimi giorni di vita terrena?

Ma vediamo il contenuto delle tre risposte del segretario del papa che sono state riportate, in modo indiretto, dall’autore della lettera a me indirizzata:

1) “Benedetto XVI ha rinunciato al suo ministero petrino e, sin dall’inizio, ha promesso obbedienza al suo legittimo successore che è papa Francesco”.

Rispondo:

Effettivamente nella Declaratio del 11 febbraio 2013 papa Benedetto ha rinunciato pubblicamente al ministero petrino. Peccato, però, che, (lasciando stare gli errori di concordanza e di grammatica presenti nel testo latino, il che rimane inspiegabile per un latinista esperto come papa Ratzinger e viene da pensare che siano errori proprio voluti - e tralaltro è molto strano che nessuno tra i cardinali e i vescovi se ne sia accorto e abbia denunciato il fatto nei giorni immediatamente successivi alla Declaratio), la condizione necessaria perché sia valida la rinuncia di un papa, secondo il canone 332§2 del diritto canonico, sia che egli rinunci espressamente al munus. Papa Benedetto XVI non ha rinunciato espressamente al munus e quindi è rimasto il Vicario di Cristo! Anche nelle ultime sue interviste egli afferma di avere conservato la dimensione spirituale del munus petrino: ma è possibile conservare solo una parte dell’ufficio petrino e quindi rinunciare solo in parte ad esso?

Se consideriamo, poi, le dichiarazione del card. Danneels e le pressioni (interne ed esterne) che papa Benedetto XVI ha ricevuto per dimettersi possiamo capire che c’è anche un altro elemento che rende invalide le sue dimissioni ovvero la mancanza di libertà.

Molto strano, poi, il modo di praticare l’obbedienza da parte di papa Benedetto XVI verso il suo presunto successore Francesco: papa Benedetto è talmente obbediente a Francesco che si firma ancora con la sigla del papa regnante e quando si incontra con Bergoglio è quest’ultimo a baciargli l’anello!

2) “Lo stesso papa Benedetto ha dichiarato più volte che vi è un solo papa ed è chiaro che è Francesco. Altre interpretazioni sono strumentali”.

Se capisco bene e non sono ancora del tutto impazzito:

Papa Benedetto XVI non ha rinunciato espressamente al munus petrino, come richiesto invece dal canone 332§2, come condizione essenziale per la validità dell’atto stesso; inoltre egli non dice pubblicamente e in modo esplicito che l’unico papa di cui parla si chiama Francesco ma afferma genericamente che esiste un solo papa: nonostante questi due dati oggettivi ed estremamente seri, tutte le altre interpretazioni sarebbero strumentali? Beh, forse, lor monsignori non si rendono conto che ciò che è chiaro per loro non lo è per chi ha ancora un minimo di fede cattolica! E chi ha un minimo di fede cattolica ragiona innanzitutto sui fatti!

3)“Che tu devi obbedienza solo e unicamente a papa Francesco che è il solo Sommo Pontefice attualmente regnante”.

Rispondo prendendo in prestito le parole del cieco nato davanti ai farisei:

“Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo!” (cf. Gv 9,25).

Anche se Bergoglio fosse il Vicario di Cristo – ma grazie a Dio non lo è – non potrei mai obbedire a uno che: introduce gli idoli in Vaticano, predica un nuovo umanesimo e la fratellanza massonica universale riducendo il cattolicesimo a una religione come le altre, intronizza la statua di Martin Lutero in Vaticano - come se fosse un santo - e commemora un evento nefasto come la riforma protestante, offende la Vergine Maria e Gesù Cristo e il sensus fidei di molti cattolici, con parole ed espressioni che un papa non potrebbe mai dire, crea una frattura tra dottrina e prassi, lasciando credere di professare la dottrina di sempre e chiudendo gli occhi davanti relativismo morale e alla confusione (alcuni esempi su tutti: l’ammissione alla comunione sacramentale dei divorziati risposati che vivono come marito e moglie e il silenzio davanti alle benedizioni operate da molti sacerdoti, in Germania, delle coppie omosessuali), afferma che le luci di speranza per l’umanità sono i vaccini e non Gesù Cristo, luce del mondo e Figlio di Dio, e infine si mette al posto di Gesù Cristo stesso tanto da essere un pastore idolo per molti (si vendono già le sue statue nei negozi di articoli religiosi e i suoi ceri votivi nei supermercati) … (ma questi sono solo alcuni esempi, purtroppo).

La Parola di Dio ci insegna invece che: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 4, 29).

don Enrico Bernasconi

 

Monsenhor Gaenswein confirma por engano: Bento XVI nunca disse que o papa é Francisco 

 

Nestes dias de convalescença de Francisco, suspendemos temporariamente as análises de sua legitimidade como pontífice, por uma questão de delicadeza; no entanto, dois dias atrás saiu uma notícia que não podemos deixar passar despercebida. 

Padre Enrico Bernasconi, o padre excomungado (sem processo canônico, como o Padre Minutella antes dele), por ter afirmado que o papa é apenas Bento XVI, publicou nas  redes sociais o conteúdo de uma resposta de Monsenhor Gaenswein, arcebispo e secretário do Papa Ratzinger, dada a um confrade que havia feito ao cardeal algumas perguntas precisamente sobre o Padre Bernasconi. O religioso então pôs por escrito as respostas ao Padre Bernasconi, autorizado por Dom Gaenswein. 

Nesta carta, Dom Gaenswein afirma responder em nome do Papa Bento, mas o Padre Bernasconi expressa sérias dúvidas na declaração que copiamos abaixo. 

Como se pode pensar, argumenta o padre, que numa situação onde muitos (incluindo vários bispos e padres) dizem que o papa legítimo e reinante foi forçado a renunciar pela Máfia de São Galo, possa ser válida uma carta atribuída a Bento XVI que foi escrita por outros e transferida para terceiros? 

Já há algum tempo, tínhamos mostrado como, diante de uma situação tão complicada e obscura, apenas uma coletiva de imprensa pública do Papa Bento poderia ser perfeitamente confiável, junto com exames médicos e segurança garantida pela Guarda Suíça.   

Em abril, elaboramos uma reconstrução segundo a qual o Papa Ratzinger voluntariamente organizou renúncias inválidas para dar à Igreja antagônica a oportunidade de se revelar e depois ser abolida. O denominado "Plano B", traduzido para cinco idiomas, ainda não foi desmentido por ninguém. 

Além disso, ainda que o Papa Ratzinger, de boa fé, tivesse a convicção de ter renunciado, se o ato de renúncia é inválido, o ato está nulo em sua raíz porque o Código de Direito Canônico é superior à autoridade do papa, se este não o mudar antes. É por isso que, paradoxalmente, nem mesmo ao perguntar diretamente a Bento XVI poderíamos ter certeza da validade de sua renúncia, que, agora, entregue à história e ao direito canônico, deve ser verificada por uma comissão de cardeais e canonistas. Embora muitos indícios sugiram o contrário, o Papa Ratzinger poderia de fato estar convencido de que ele realmente abdicou, mas a renúncia ainda assim poderia ser inválida, e vice-versa. 

 Bento XVI, de qualquer forma, nunca disse que havia abdicado, mas apenas que havia "renunciado" às funções práticas e, além disso, que permaneceu "por assim dizer, no recinto de São Pedro". 

No entanto, o elemento mais significativo da resposta de Dom Gaenswein é que ele próprio confirma totalmente o que havíamos destacado em artigos anteriores, ou seja, que Bento XVI há oito anos vem repetindo que o Papa É Um, mas ele nunca disse que o papa é Francisco. 

Na verdade, Dom Gaenswein diz: "O próprio Papa Bento declarou várias vezes que há apenas um papa e É CLARO que é Francisco. Outras interpretações são instrumentais." 

Está claro? E para quem? Não está claro, pelo contrário, há muitas sérias evidências de que o contrário é verdadeiro. 

O próprio Dom Gaenswein, entre outras coisas, repudia o Vatican News , uma agência de notícias do Vaticano, que em 2019 cometeu um grande erro ao atribuir a frase "o papa é um e é Francisco" a Ratzinger, enquanto a citação foi de Massimo Franco do jornal Corriere della Sera.   

Episódio grave, mas típico de um contexto em que por oito anos a mídia pró-Bergoglio tentou colocar na boca do Papa Bento a "frase mágica" que ele NUNCA quis pronunciar, como confirmado por seu secretário. 

Além disso, parece plausível para você que o Papa Ratzinger em oito anos nunca tenha dito, NEM CASUALMENTE, que o Papa é apenas Francisco? É possível que um homem santo como ele gosta de deixar dúvidas sobre um assunto tão sério? 

Não sabemos se Dom Gaenswein foi informado de que o Papa Bento escreveu no livro "Conversas Finais" que"nenhum papa renunciou por mil anos e mesmo no primeiro milênio isso foi uma exceção". Considerando que 6 papas renunciaram no primeiro milênio e 4 no segundo, Papa Bento sugere que ele seguiu a lógica da renúncia dos papas que no primeiro milênio não abdicaram, mas foram destituídos por antipapas. O jornal alemão Die Tagespost também lidou com a questão em um primeiro momento, para depois não voltar mais sobre o assunto. Para o bispo parece normal que a instituição do papa emérito seja julgada por todos os principais canonistas um absurdo jurídico? Ou que o Papa Ratzinger continua vestindo a veste talar branca, seu anel é beijado por Francisco, assina como Pater Patrum (título do pontífice reinante) e ministra a bênção apostólica? É normal que um latinista refinado como ele cometa erros grosseiros do latim na renúncia e depois os reivindique com orgulho no jornal Corriere e em um livro? Ou, que ele adiou sua demissão e nunca a ratificou, etc, etc? Poderíamos continuar por muito tempo, citando a ambiguidade científica do Papa Ratzinger durante oito anos e sua alusão humorística ao fato de que a data de sua suposta renúncia estava relacionada com a segunda-feira de Carnaval. Com pena dos leitores, já fartos, paramos aqui. 

De onde, então, vem toda a segurança de Monsenhor Gaenswein?  Além do mais, ele diz que Bento jurou obediência a Francisco, mas não explica quando isso teria ocorrido. Antes do conclave, o Papa Ratzinger jurou obediência "ao seu sucessor", mas sem especificar depois de qual conclave.  No livro "Conversas Finais", Bento XVI responde, de fato, evasivamente, como segue: 

Pergunta: "Ao se despedir da cúria, como ele poderia jurar obediência absoluta ao seu futuro sucessor? 

Bento XVI: "O Papa é o Papa, não importa quem ele seja." 

Portanto, não sabemos se, até hoje, Bento XVI já jurou obediência diretamente a Francisco. 

Agora está claro por que a carta do bispo foi recebida com júbilo pelos partidários de Bento, o único papa. 

De qualquer forma, a única questão que importa é a validade canônica da renúncia do Papa Bento. Continuar a repetir a mesma história sem fornecer explicações adequadas para dúvidas razoáveis, é improdutivo. 

A questão é muito séria: se Ratzinger, consciente ou inconscientemente, não abdicou validamente, ele ainda é o papa. Neste caso, Francisco é um antipapa e se, depois dele, um conclave com os 80 novos não-cardeais nomeados por ele, eleger um sucessor, este será um antipapa assim como após o antipapa Anacleto II, em 1138, o antipapa Vítor IV sucedeu ao trono até São Bernardo chegar para corrigir as coisas. 

Por fim, se a questão da renúncia não for analisada, a verdadeira Igreja Católica, como a conhecemos, desaparecerá para sempre. 

  

E aqui está o post do próprio Padre Bernasconi: 

 

O Papa é só um! (e nós sabemos disso) 

 

Há alguns dias recebi uma carta, manuscrita em pdf, de uma pessoa consagrada (que conheço pessoalmente e cujo nome não vou divulgar), que, por sua livre iniciativa, escreveu ao Papa Bento XVI, em meados de abril, apresentado-lhe minha declaração pública extraída do jornal "Il Tempo.it". A fonte original desta declaração é o site Rivelazione.net (segue, abaixo nos comentários, o link da entrevista com Samuel Colombo) 

Nessa entrevista, entre outras coisas, eu disse que: 

"Se o Papa Bento me disser que sou cismático, porque reconheço em sua pessoa o Vigário de Cristo na terra, somente assim me convencerei! Mas o Papa Bento nunca disse: "Eu não sou papa!". 

A pessoa consagrada em questão me informou que a resposta do Monsenhor Gänswein chegou em 20 de junho e o secretário pessoal do Papa permitiu que chegasse até mim. 

Com a devida premissa de que meu apelo foi dirigido diretamente ao Papa e que eu deixei bem claro que queria ouvir sua voz (movido como eu sou pelo espírito de São Tomé, o Apóstolo), para saber o que pensa sobre minha excomunhão por cisma, nesta carta me disseram que o Papa é informado dos fatos e Monsenhor Gänswein me responderia em nome do papa que ele define como "emérito" (e eu me pergunto se é preciso ser doutor em direito canônico para falar do papa emérito, uma figura que não existe e não pode existir). 

Me vem a suspeita, lembrando também que Monsenhor Gänswein é o inventor - ou um dos promotores - de uma nova teoria no direito canônico, ou seja, a teoria do ministério petrino 'ampliado': de acordo com essa teoria, o Papa Bento, 'emérito', realizaria um ministério 'passivo', contemplativo, enquanto o Papa Francisco realizaria um ministério 'ativo', pastoral e governamental. 

Agora, me digam vocês, posso confiar em uma resposta que recebo por outra pessoa em nome do Papa, tendo em mente que esses monsenhores, por mais cultos que sejam, não fazem nada além de confundir mais e mais o povo santo de Deus? Então poderia confiar nessas respostas sabendo que o Papa Bento XVI vive como prisioneiro seus últimos dias de vida terrena? 

Mas vamos ver o conteúdo das três respostas do secretário do Papa que foram relatadas, de forma indireta, pelo autor da carta a mim dirigida: 

1) "Bento XVI renunciou ao seu ministério petrino e, desde o princípio, prometeu obediência ao seu sucessor legítimo, que é o Papa Francisco." 

Respondo: 

Com efeito, na Declaratio de 11 de fevereiro de 2013, o Papa Bento renunciou publicamente ao ministério petrino. Que pena, porém, que, (deixando de um lado os erros de concordância e gramática presentes no texto em latim, fato inexplicável para um latinista experiente como o Papa Ratzinger e se pensa que são erros feitos de propósito - e, além do mais , é muito estranho que ninguém entre os cardeais e bispos tenha reparado e denunciado o fato nos dias seguintes à Declaratio) , a condição necessária para que a renúncia de um papa seja válida, de acordo com o Cân. 332§2 do Código de direito canônico, é que ele renuncie expressamente ao munus. O Papa Bento XVI não renunciou expressamente ao munus e, portanto, permaneceu o Vigário de Cristo! Mesmo em suas últimas entrevistas ele afirma ter preservado a dimensão espiritual do munus petrino: mas é possível manter apenas uma parte do ministério petrino e, consequentemente, desistir de apenas uma parte dele? 

Se considerarmos também as afirmações do cardeal Danneels e as pressões (internas e externas) que o Papa Bento XVI recebeu para renunciar, chegamos à conclusão que há também outro elemento que invalida sua renúncia, ou seja, a falta de liberdade. 

Muito estranho, também, a forma de praticar a obediência por parte do Papa Bento XVI em relação ao seu suposto sucessor Francisco: o Papa Bento é "tão" obediente a Francisco que ele ainda assina com as iniciais do papa reinante e quando ele se encontra com Bergoglio é este último que beija seu anel! 

2) "O próprio Papa Bento declarou várias vezes que há apenas um papa e é claro que é Francisco. Outras interpretações são instrumentais." 

Se eu entendi bem e não estou ainda completamente louco: 

O Papa Bento XVI não renunciou expressamente ao munus petrino, conforme exigido pelo cânone 332§2, como condição essencial para a validade do ato em si; além disso, ele não diz publicamente e explicitamente que o único papa de quem ele fala se chama Francisco, mas, de forma genérica, afirma que há apenas um papa: apesar desses dois dados objetivos e extremamente graves, todas as outras interpretações seriam instrumentais? Bom, talvez, os monsenhores não percebem que o que está claro para eles não está claro para aqueles que ainda têm um mínimo de fé católica! E aqueles que têm um mínimo de fé católica refletem sobre os fatos, antes de mais nada! 

3) "Que você deve obediência única e exclusivamente ao Papa Francisco, que é o único Sumo Pontífice atualmente reinando". 

Respondo citando as palavras do cego de nascença diante dos fariseus: 

"Sei apenas isto: sendo eu antes cego, agora vejo!" (cf. João 9:25). 

Mesmo que Bergoglio fosse o Vigário de Cristo – mas graças a Deus ele não é – eu nunca poderia obedecer a quem: coloca ídolos pagãos no Vaticano, prega um novo humanismo e a irmandade maçônica universal reduzindo o catolicismo a uma religião qualquer, entroniza a estátua de Martinho Lutero no Vaticano - como se fosse um santo - e comemora um evento nefasto como a Reforma Protestante , ofende a Virgem Maria e Jesus Cristo e o sensus fidei (N.T. o sentido da fé) de muitos católicos, com palavras e expressões que um papa nunca poderia utilizar, cria uma separação entre doutrina e praxe, fazendo acreditar que ele professa a mesma doutrina de sempre e fechando os olhos diante do relativismo moral e da confusão exemplificada pela admissão à comunhão sacramental dos divorciados que casaram novamente e vivem como marido e mulher,  o silêncio perante as bênçãos de casais homoafetivos realizadas por muitos padres, na Alemanha), diz que as luzes da esperança para a humanidade são as vacinas e não Jesus Cristo, luz do mundo e Filho de Deus, e, por fim, se coloca no lugar do próprio Jesus Cristo para ser um pastor ídolo para muitos (já são vendidas suas estátuas em lojas religiosas e suas velas votivas nos supermercados) ... (mas estes são apenas alguns exemplos, infelizmente). 

A palavra de Deus nos ensina, pelo contrário, que: "Importa obedecer antes a Deus do que aos homens" (Atos 5:29). 

Padre Enrico Bernasconi 

 

 

 

 

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