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Benedetto XVI ci risponde per lettera dalla sua sede impedita: confermate le nostre affermazioni

Il Santo Padre ha colto perfettamente l'"assist"

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Finalmente è arrivata la risposta del Santo Padre, Benedetto XVI, a una nostra lettera del 19 ottobre scorso.

Fin dal 2019, abbiamo ricostruito e dimostrato, senza essere smentiti ufficialmente, in una quarantina di articoli di inchiesta, riordinata in fondo a questo QUI  , come papa Ratzinger, nel 2013, non abbia affatto abdicato, ma, di fronte all’ammutinamento della fronda modernista si sia auto-esiliato in SEDE IMPEDITA (Canone 412), uno status giuridico in cui il vescovo (e il papa) è confinato causa forza maggiore e non può comunicare liberamente.  Approfondimenti QUI  e QUI

La sede impedita, è, infatti l'unica situazione canonica nella quale un papa può rinunciare di fatto al ministerium (l’esercizio pratico del potere) differendo l’entrata in vigore del provvedimento, senza poi ratificarlo, ma soprattutto, senza rinunciare al munus (il titolo divino di papa) e quindi restando a tutti gli effetti pontefice. Così come egli ha fatto.

Ecco perché "il papa è uno", come ripete Benedetto XVI da otto anni senza mai specificare quale: è lui stesso.

Tuttavia, essendo l'unico vero pontefice celato apposta dietro l’inesistente e impossibile istituto del papato emerito QUI  , non può rivelare apertamente la sua situazione perché è, appunto, IMPEDITO: o è controllato, e/o egli stesso si autolimita per mantenersi nei margini giuridici dello status di sede impedita (impossibilità di comunicare liberamente) con il quale ha "antipapato" e scismato i modernisti suoi nemici.

Per questo motivo, papa Benedetto ci fa capire la sua situazione canonica in modo sottilmente logico, da otto anni, con un sistema di comunicazione (riconosciuto e certificato QUI da avvocati, linguisti, giuristi, latinisti teologi, psichiatri, psicologi) che abbiamo denominato “Codice Ratzinger”. (E’ inutile che certi si spazientiscano sbottando:”Ma perché non parla chiaro?” Non PUÒ farlo, ma soprattutto non DEVE. E’ questo meccanismo giuridico che va capito).

Così, in considerazione delle necessarie (e salvifiche) limitazioni che vive il Santo Padre, gli abbiamo scritto proprio nel suo stesso Codice Ratzinger, e lui ha risposto meravigliosamente a tono.

Ecco il testo della lettera con la quale si è presentato lo scrivente: “Santo Padre, sono un giornalista e, da due anni, scrivo assiduamente di Lei su Libero e su ByoBlu. Lei immagina quanto sarei onorato se potessi intervistarLa, ma so che non avrebbe il tempo né soprattutto IL MODO di ricevermi…”.

Come avrete capito, il riferimento al fatto che il papa possa non aver “modo” di riceverci è, ovviamente, al suo impedimento.

Così, il Papa ci risponde tramite il suo segretario personale, Mons. Gaenswein, offrendo quella risposta che, appunto, ci aspettavamo: l’unica che può fornire dalla sua sede impedita, il cui senso è: “Sì, sono l'unico papa regnante, vorrei darLe udienza, ma proprio non posso”.

E vediamo come lo dice. Innanzitutto con il grosso stemma sulla carta da lettere di Mons. Gaenswein che è il Prefetto della Casa Pontificia: il titolare di questo ruolo, tradizionalmente, inquarta (ovvero unisce) il proprio stemma con quello del PONTEFICE REGNANTE. Sappiamo da QUI  che, fin dal  2017, Mons. Gaenswein ha UFFICIALMENTE cambiato il proprio stemma inquartandolo con quello di Bergoglio:   

E invece la lettera da noi ricevuta reca il VECCHIO STEMMA di Mons. Gaenswein, inquartato con quello del papa regnante Benedetto XVI. Confrontate pure nella foto di testata.

Dunque, Mons. Gaenswein, pur dovendo rispondere a centinaia di lettere al mese, da quattro anni, non ha ancora richiesto alla tipografia vaticana una risma di carta da lettere aggiornata col nuovo stemma? Oppure si è distratto e ha fatto confusione fra i fogli di vecchio e nuovo tipo?

Possiamo pensarla anche così, come certo obietteranno, sotto la greve e ipnotica “potenza d’ingannoQUI ,  i contestatori bergogliani o sedevacantisti, ma, certo, sarebbe una distrazione imperdonabile per Mons. Gaenswein mandare un simile, palese input a un giornalista  cacciatore dei più sottili dettagli il quale, soprattutto, documenta e ribadisce da due anni sui media nazionali e internazionali COSE DI UNA GRAVITÀ INAUDITA. Ovvero, che Benedetto XVI non ha mai abdicato, che il papa è uno ed è lui stesso, che Ratzinger comunica la verità con un codice sottile e che Bergoglio è un antipapa usurpatore con l’obiettivo di demolire il Cattolicesimo.

Eppure, papa Benedetto XVI e Mons. Gaenswein sanno esattamente chi sia il giornalista, cosa sostenga e su quali quotidiani,  dato che scrivono: “non si è mancato di prendere in ATTENTA considerazione la sua richiesta”.

Ora, SE papa Benedetto fosse veramente il papa abdicatario, e Francesco il vero pontefice, di fronte alle “atroci assurdità calunniose” dello scrivente, un vero ex papa, o papa emerito doveva: o non rispondere, o farsi negare, o diffidarci apertamente dal proseguire con i nostri articoli, magari scrivendo: “Dottore, per favore, la smetta: il papa è uno ed è Francesco”, oppure, ancor meglio, poteva ricevere il sottoscritto e smentire di persona tutte le nostre affermazioni facendoci paternamente capire che lui ha abdicato davvero e che “il papa è Francesco”, tranquillizzando così un miliardo e più di cattolici. Ovvio, no?

E invece non l’ha fatto.

Papa Ratzinger ha fornito, di persona,  l’unica risposta che poteva darci dalla sede impedita:

“ …PUR CON OGNI BUON INTENTO, non è PROPRIO POSSIBILE venire favorevolmente incontro al Suo desiderio”. 

Vi rendete conto? Cioè: “Vorrei, ma PROPRIO non posso”. Papa Benedetto XVI nutre “ogni buon intento” verso la richiesta di un giornalista che martella continuamente a mezzo stampa, da due anni, sul fatto che il papa è solo lui e Francesco un antipapa.

Il rifiuto dell’udienza era già messo in conto nella nostra lettera, come avete letto: Papa Ratzinger non PUÒ ricevere un giornalista sgradito all’usurpatore Bergoglio, e non DEVE ricevere uno che gli porrebbe domande sulla sede impedita, una condizione che, al momento, Benedetto XVI non può ancora svelare.

Infatti, gli unici giornalisti che Benedetto ha avuto il permesso di ricevere o che lui stesso ha voluto accogliere, sono quelli pro-Bergoglio, ai quali lui ha potuto appioppare le sue perfette “anfibolie”, ovvero risposte che possono essere interpretate in due modi diversi e opposti. Sono, ad esempio, i Massimo Franco e gli Andrea Tornielli (oggi capo ufficio stampa di Bergoglio) ai quali ha potuto tranquillamente dichiarare che indossava la veste bianca perché “non aveva altri abiti” QUI e che “il papa è uno solo” (senza dire quale), che "la sua scelta (lasciare il ministerium, restando papa) è stata fatta liberamente” QUI  ,  e altre gustose risposte che i colleghi hanno recepito e diffuso in modo ovviamente prono alla narrativa politicamente corretta.

Obiettivo raggiunto, dunque. Grazie, Santo Padre.

Adesso preparatevi: forse Sua Eccellenza Bergoglio imporrà a Mons. Gaenswein qualche rettifica, ma ormai è troppo tardi, la straordinaria risposta del vero papa è già arrivata e - ci potete giurare - verrà divulgata in diverse lingue.

In ogni caso, sarà ignorata dai grandi media o, al massimo, qualche contestatore, coprendoci – al solito - di insulti, ci darà molto originalmente dei “complottisti” accusandoci di voler vedere fantasiose dietrologie dietro un banale - o addirittura mortificante - rifiuto.

Diranno che la lettera di risposta è un banale format di cortesia usato per tutti? Peggio ancora! In tal caso, tali contestatori ammetterebbero in primis che Mons. Gaenswein, scrivendo che risponde "a nome del Santo Padre emerito"  sta mentendo, ma soprattutto sarebbe evidente che, a Papa Benedetto XVI la nostra lettera non è mai arrivata, perché la sua posta è controllata e filtrata. (Non è un caso che abbiamo dovuto scrivergli una seconda volta dopo la prima lettera, inviata in settembre, misteriosamente sparita). Quindi, ancora una volta, il papa è in sede impedita e non è padrone della sua posta.

In sintesi: o Papa Ratzinger ci sta rispondendo direttamente in Codice Ratzinger, o la nostra lettera non gli è mai arrivata e i suoi controllori ci liquidano frettolosamente come seccatori senza fargli arrivare la nostra lettera. Alla Logica del Logos non si sfugge.

Tranquilli, anche se ci attaccheranno, non preoccupatevi: fa tutto parte di questo grande gioco escatologico che separa, come il grano dal loglio, coloro che amano la Logica e la Verità da quelli che sguazzano nella menzogna.  Non manca molto alla chiusura della partita, tenete duro.

 

 

 

 

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