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Rumors su dimissioni di Bergoglio e pestaggi di Benedetto XVI: “distrazione di massa”, ma il Codice Ratzinger dilaga

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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 “Quello che mi piace dei tedeschi è che sono testardi. Bisogna riconoscere che quando si mettono in testa una cosa….”. Nel film di guerra “Il Nemico alle porte” questo era il commento di un cecchino russo, a Stalingrado, di fronte ai reiterati, ottusi tentativi dei nemici di mandare allo scoperto dei telegrafisti che venivano regolarmente colpiti.

L’immagine è plastica per definire il nuovo tentativo di screditamento del vero papa Benedetto XVI con la solita, ennesima vittima di un prete abusatore che se la prende  con l’allora card. Ratzinger che 30 anni fa “non avrebbe saputo controllare”, etc. Insomma, sempre la stessa solfa.

I giornali  tedeschi ci si sono aggrappati disperatamente e, a ruota, subito si è accodata la gran parte di quelli italiani, probabilmente in ossequio a qualche velina da Oltretevere. Già il primo assalto di gennaio era fallito miseramente, ora ci riprovano, ma sarà un flop ancora peggiore, grazie all’irritazione prodotta nel pubblico dalla mancanza di fantasia e dalla stanca ripetitività.

Non si capisce, infatti, per quale legge fisica, il card. Ratzinger, che è stato il prelato il quale – come tutti gli riconoscono - nella storia della Chiesa più si è adoperato contro la piaga della pedofilia, avrebbe dovuto trascurare di controllare un prete pedofilo e lasciarlo fare. Mah? Mistero.

Come è completamente misterioso il perché in Italia nessuno abbia mai parlato del documentario “Il codice del silenzio” di Martin Boudat QUI sottotitolato in italiano  dove emerge, nero su bianco, come il card. Bergoglio, in Argentina, commissionò una monumentale opera in quattro tomi a un famoso avvocato per difendere proattivamente il pedofilo Julio Caesar Grassi, oggi in galera e condannato a 15 anni per abusi su minori. QUI 

Da un lato Ratzinger viene messo in croce dai media perché presuntamente non avrebbe saputo ben vigilare, dall’altro, il fatto che Bergoglio abbia inviato ai giudici argentini questa difesa di un pedofilo conclamato per farlo assolvere (stando al documentario mai smentito) viene ignorato. Abbastanza grottesco.

Comunque tranquilli: non lo ha capito nessuno che queste aggressioni al papa vengono fuori perché ormai è patrimonio comune  che Benedetto XVI sia l’unico, vero pontefice romano in sede impedita e che Bergoglio si sia reso antipapa con le proprie mani.

Il libro inchiesta dello scrivente “Codice Ratzinger” (ByoBlu ed.) è il secondo bestseller italiano, per le classifiche Rizzoli e Mondadori (almeno fino a ieri) e la verità circola ovunque come un torrente di argento vivo. Sono diversi i prelati che lo hanno richiesto e ai quali il dossier è stato gratuitamente inviato. La verità si impone da sola, come diceva il penultimo papa, Giovanni Paolo II.

Così, non deve stupire che accanto al pestaggio del 95enne Benedetto XVI, fiocchino i rumors sulle dimissioni di Bergoglio.

L’altro fattore della “strategia di distrazione di massa” è infatti costituito da queste voci incontrollate, ma rassegnatevi: le dimissioni di antipapa Francesco sono come i Tartari del “Deserto” di Buzzati. Se ne parla sempre, in tanti le attendono e si preparano, ma non arrivano mai. Del resto, non potrebbero mai arrivare dato che Bergoglio non è il papa e quindi non ha alcun ufficio dal quale dimettersi, se non quello di arcivescovo di Buenos Aires. Così come Benedetto ha semplicemente incrociato le braccia rinunciando – de facto e non de iure – all’esercizio pratico del potere, senza ratificare niente dopo le 20.00 del 28 febbraio 2013, allo stesso modo Bergoglio potrebbe andarsene dall’oggi al domani senza firmare e dichiarare nulla. E’ il “pontificato d’eccezione” di cui parlava Mons. Gaenswein, citando Carl Schmitt: una situazione dove l’ordine giuridico è completamente sospeso.

Tali “promesse” di dimissioni bergogliane sono, dunque, solo zuccherini, miraggi seducenti, profumi ammaliatori per anestetizzare fedeli e intellettuali cattoconservatori e favorire trattative sottobanco di certi prelati tradizionalisti con i circa 90 non-cardinali nominati da “Francesco”.

Alcuni segnali li abbiamo individuati nei recenti pronunciamenti legittimisti di Bergoglio del card. Gerhardt Mueller e del vescovo Athanasius Schneider. Abbiamo scritto loro due lettere QUI e QUI per chiedere un’illuminazione, ma non hanno risposto. Non risponde mai nessuno, chissà perché, ma una volta, la verità non era la summa charitas, la suprema forma di amore cristiano? Se per loro Francesco è il papa legittimo, perché non ci offrono delucidazioni sulle ben note questioni circa la validità della presunta rinuncia al papato di Benedetto XVI?  

Come vedete, oggi il maggior pericolo arriva proprio da quella parte tradizionalista che prepara la cosiddetta “soluzione diplomatica”. Bisogna stare molto attenti a questa trappola che sortirà, all’uscita di scena di Bergoglio – chissà quando - l’effetto di produrre un conclave invalido elettore di un altro antipapa, con un modernista (Zuppi, Tagle, Maradiaga…?) dal probabile nome di Giovanni XXIV che darà il colpo di grazia alla fede cattolica.

Ma quand’anche, per un rarissimo imprevisto, venisse eletto un conservatore, costui sarebbe comunque un antipapa, privo del munus petrino (che resta a papa Benedetto) e quindi della garanzia di infallibilità/assistenza divina propria del legittimo pontefice.

Questo dettaglio sfugge a molti intellettuali cattoconservatori, tanto da farci domandare, a questo punto, in che cosa credano. Qualora se lo fossero dimenticato, il papa non è una carica burocratica, è UN’INVESTITURA DIVINA e certo lo Spirito Santo non si presta ad assistere un usurpatore perché “vabbè, ormai è andata così”.

Quindi un prossimo conclave “spurio” con la presenza dei non-cardinali bergogliani, oltre a sancire la fine della Chiesa visibile, canonica, potrebbe condurre a conseguenze disastrose per il mondo. Signori: sappiate che con un altro antipapa “si torna sulla giostra” con l’agenda del deep-state massonico-mondialista. Allacciate le cinture.

E di questo dovremo dire grazie a tutti quei tradizionalisti che si difendono dietro l’assurda teoria dell’”errore sostanziale”, QUI  secondo la quale papa Benedetto è “modernista” e “complice di Bergoglio”. Tra questi “illuminati”, la blogger americana Ann Barnhardt che si produce costantemente in insulti e pesanti offese per tutti, dal papa Benedetto – definito “il peggior papa di sempre” - al basso rango dello scrivente che sarebbe un “profittatore” QUI 

Così, grazie a questi pseudo-tradizionalisti, ostinati e pervicaci fustigatori del vero pontefice in sede impedita, ci potranno essere per tutti diversi anni ancora molto duri prima del “sontuoso epilogo” previsto da papa Ratzinger.

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