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Fedeli chiedono messe in comunione con papa Benedetto XVI e non con Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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I nodi vengono al pettine. Oggi, sul seguitissimo blog Stilum Curiae del decano dei vaticanisti italiani Marco Tosatti, è comparso QUI  un appello scritto da alcuni fedeli con una lettera aperta ai sacerdoti: si chiede il diritto ad avere la messa celebrata in comunione con papa Benedetto, l’unico vero papa esistente che non ha mai abdicato ma che, come vi abbiamo illustrato fino alla noia, si trova in sede impedita da nove anni. Viene proposta anche una lettera da indirizzare a tutti i parroci che riportiamo in fondo.

E’ il tema irritantissimo e rovente dell’”UNA CUM”, dalla formula della preghiera eucaristica «Una cum famulo tuo Papa nostro X», "in comunione col Tuo servo e nostro papa X” contenuta nel messale. Non è la prima volta che i cattolici rifiutano una messa non in ordine. Si ricordi la Costituzione civile del clero francese, nel 1790: i cattolici francesi rifiutarono i sacramenti somministrati dai preti, pur legittimamente ordinati, che avevano però giurato fedeltà alla Rivoluzione, la quale era contro la Chiesa. 

Il primo ad aver lanciato questa bomba di profondità nello stagno è stato, alcuni anni fa, Don Alessandro Minutella che è stato subito “mangiato vivo” dai cattoconservatori “una cum papa Francisco” i quali pur criticando a sangue Bergoglio vanno a messa in comunione con lui. Per molti è infatti durissima rinunciare ai sacramenti domenicali e, in tanti, pur sapendo che Bergoglio non è il vero papa, si adattano con varie auto-giustificazioni: “Ma io col pensiero sono con papa Benedetto”; “Ma a me non interessa chi sia il papa”; “Ma io vado per incontrare Cristo” etc. Viene poi brandita come una clava la questione delle quattro condizioni per cui la messa è valida: la materia, la forma, il ministro e l’intenzione, cioè se si usano pane di frumento e vino d’uva, se la formula di consacrazione è corretta, se il sacerdote è regolarmente ordinato e se ha intenzione di consacrare. Se ci sono queste condizioni la messa è valida, ma non si cita –la si dà per ovvia – la comunione col (vero) papa.

Una cosa è certa: per chi è in buona fede e crede che realmente Bergoglio sia il papa, “supplet Ecclesia”, ovvero lo Spirito Santo rende ugualmente validi e leciti i sacramenti. Ma per chi sa che Bergoglio è antipapa, la questione non è così semplice. Ecco cosa diceva San Cipriano: Chi aderisce a un falso Papa, è assolutamente fuori dalla Chiesa Cattolica”. Ma è soprattutto San Tommaso d’Aquino, che risponde in modo estremamente preciso nella Summa teologica “Sull’importanza vitale dell’essere in unione con la Giurisdizione papale onde  ricevere la grazia soprannaturale”:


D. È quindi dal Sovrano Pontefice che dipende l’unione di ogni uomo con Gesù Cristo attraverso i Sacramenti, e di conseguenza la sua vita soprannaturale e la sua salvezza eterna?

R. Sì; poiché sebbene sia vero che la grazia di Gesù Cristo non dipende in modo assoluto dalla ricezione dei Sacramenti stessi quando è impossibile riceverli, almeno nel caso degli adulti e che l’azione dello Spirito Santo possa integrare questo difetto purché la persona non sia in malafede; è, d’altra parte, assolutamente certo che nessuno che si separi consapevolmente dalla comunione con il Sovrano Pontefice, possa partecipare alla grazia di Gesù Cristo, e che di conseguenza se muore in quello stato si perde irrimediabilmente“.

Da qui la spiegazione di quanto affermava il card. Ratzinger nel 1977 QUI  : “Noi abbiamo Cristo solo se lo abbiamo insieme con gli altri. Poiché l’Eucarestia ha a che fare solo con Cristo, essa è il Sacramento della Chiesa. E per questa stessa ragione essa può essere accostata solo nell’unità con tutta la Chiesa e con la sua Autorità. Per questo la preghiera per il Papa fa parte del canone eucaristico, della celebrazione eucaristica. La comunione con il papa è la comunione con il tutto, senza la quale non vi è comunione con Cristo”.

Ora, il problema è che essendo il Santo Padre Benedetto in sede impedita, lui non può confermare o smentire la sua situazione a meno che non venga prima “liberato”. L’unico al mondo che non può esprimersi sulla sede impedita è proprio l’impedito, ovviamente. Ma quand’anche, una volta liberato, per assurdo, Benedetto ammettesse che “il papa è Francesco” (cosa che si rifiuta di dire da 9 anni) questo dovrebbe essere confermato dai canonisti o da un SINODO PROVINCIALE, come ha appena invocato il frate Alexis Bugnolo QUI, in quanto se l’atto di abdicazione è stato scritto male, è nullo, e Benedetto è rimasto papa anche contro la sua volontà. C’è poco da fare: per l’abdicazione bisogna rinunciare al munus petrino e Benedetto non lo ha fatto. Carta canta. Da qui, infatti, la posizione degli errorsostanzialisti americani i quali sostengono che Benedetto ha sbagliato a scrivere la Declaratio ed è rimasto papa senza saperlo. Insomma: certo è che Domineddio quel munus non se lo è ripreso, ma è rimasto nelle mani di papa Benedetto, e su questo non ci piove.

Come è stato dimostrato dall’avvocatessa Acosta nel volume “Benedetto XVI: papa emerito?”, la Declaratio è quindi una rinuncia completamente invalida dal punto di vista canonico, ma come abbiamo poi ampiamente dimostrato in “Codice Ratzinger” (Byoblu ed.) la Declaratio non è mai stata nemmeno una Renuntiatio (scritta male), bensì una “dichiarazione” (appunto) perfettamente coerente di impedimento, situazione poi definitivamente fissata dalla convocazione del conclave illegittimo nel 2013 che ha eletto Bergoglio. (Il conclave non può essere convocato a papa impedito, ma a papa abdicatario o morto).

Sede impedita del quale il Santo Padre è completamente consapevole, come dimostrato oltre ogni dubbio dal Codice Ratzinger. Se ne è reso conto ieri anche padre Paul Kramer, QUI  .importante studioso americano di Fatima, citando proprio il riferimento storico ai papi dimissionari fra I e II millennio che avevamo individuato QUI .

Ora, dal punto di vista logico, questa richiesta da parte dei fedeli circa la possibilità di accedere a sacramenti una cum papa Benedicto è assolutamente legittima. Il papa è uno solo, e su questo non ci piove: “Tu es Petrus”. Ma non vengono chiarite ufficialmente le montagne di dubbi sulla legittimità dell’abdicazione di Benedetto e sulla conseguente legittimità di Bergoglio. Persino Francesco ha dichiarato recentemente – in modo inaudito – che le dimissioni di Benedetto avrebbero dovuto essere più chiare QUI  (!). E se lo ha detto lui, è certamente possibile, anche per i bergogliani, che papa Benedetto non si sia dimesso, ma sia in sede impedita o che sia rimasto papa contro la sua volontà. Peraltro, se fosse in buona fede, Francesco PER PRIMO dovrebbe chiedere una chiarificazione, no? Se qualcuno sollevasse dei dubbi sulla legittimità del vostro diploma, non sareste i primi a voler cercare di regolarizzare? O preferireste esercitare la professione abusivamente?

Ergo, i sacerdoti devono fornire sacramenti in comunione con papa Benedetto perché altrimenti i fedeli non assistiti dal supplet Ecclesia rimangono senza. E se Francesco scomunica e riduce allo stato laicale questi sacerdoti senza invece rendere conto della propria legittimità, come già successo con don Minutella, don Bernasconi e altri, a maggior ragione i fedeli fanno bene a non fidarsi. Scusate eh, il buon senso livello base: ma se le carte sono in ordine, cosa ci vuole a dare una compiuta spiegazione? E se, al posto delle spiegazioni canoniche arrivano randellate, c’è sicuramente qualcosa da nascondere, e quindi hanno ragione quei fedeli che chiedono messe una cum Benedicto.

Non si scappa.

 

ECCO LA LETTERA da inviare:

 

Reverendissimo don…..

da fedele cattolico/a residente nella diocesi di ………

rivolgo a lei il mio accorato appello affinché, come previsto dal Can. 213 – (I fedeli hanno il diritto di ricevere dai sacri Pastori gli aiuti derivanti dai beni spirituali della Chiesa, soprattutto dalla parola di Dio e dai SACRAMENTI),mi sia concesso il diritto di poter  partecipare alla Santa messa celebrata in comunione con il legittimo vicario di Cristo Benedetto XVI, unico detentore del Munus petrino mai revocato.

 

Spiega il Sacro Magistero della Chiesa, è grande VERITÀ di fede che:

“Nella Celebrazione Eucaristica, solo nella Comunione col papa vi è comunione con Cristo”. (10 luglio Mons. Ratzinger 1977);Verità di fede ribadita dall’allora card. Ratzinger anche nel 1998 in PRIMATO DEL SUCCESSORE DI PIETRO”,  e da papa Giovanni Paolo II attraverso l’enciclica “ECCLESIAE DE EUCHARISTIA” n. 39.

 

E’ indubbio che il papa legittimo sia ancora Benedetto XVII, lo prova la sua Declaratio in latino dell’11 febbraio 2013, in cui il Santo Padre afferma di rinunciare solo all’ “ESERCIZIO DEL POTERE” (ministerium), ma non al “TITOLO PAPALE” (Munus Petrinum),  come invece previsto dal can. 33§2, trovandosi in questo modo in SEDE IMPEDITA dentro le mura Vaticane. (can. 412 e can. 335).

 

È chiaro quindi, che l’atto del Santo Padre, esperto di Diritto Canonico e raffinato latinista, non potrebbe mai essere una rinuncia al papato a causa di ERRORE INVALIDANTE e in questo modo il successivo conclave è stato del tutto nullo, compresa l’elezione del card. Bergoglio che, essendo oggi privo del Munus Petrino, non può essere papà.

Pertanto, avendo io piena coscienza che il legittimo papa è ancora Benedetto XVI, e dato che la Chiesa non ha mai smentito studi giuridici pubblicati in varie lingue, inchieste giornalistiche, proteste e dichiarazioni gravissime di ecclesiastici (vescovi e sacerdoti), mai potrei partecipare alla messa in comunione con un antipapa.

 

Reverendo Don …

posso capire non sia facile per Lei uscire allo scoperto e abbracciare la croce a cui Gesù desidera associarLa assieme a quelli che,  per amore Suo e delle anime, hanno il coraggio di riconoscerLo nella persona del Suo unico Vicario in terra, Benedetto XVI, ma la esorto caldamente a riflettere sul valore infinito della sua missione  Sacerdotale che Cristo le ha affidato.

 

Come spiega papa San Pio X:

“IL SACERDOZIO CATTOLICO È NECESSARIO NELLA CHIESA; perché senza di esso i fedeli sarebbero privi del Santo Sacrificio della Messa e della maggior parte dei sacramenti, non avrebbero chi li ammaestrasse nella fede e resterebbero come pecore senza pastore in balia dei lupi, a dir breve, per noi NON esisterebbe più la Chiesa come Gesù Cristo l’ha istituita”.(Catechismo Maggiore -821)

 

Reverendo Don ..

La ringrazio per la sua paziente attenzione, certa che, come padre compassionevole, vorrà rispondere al mio accorato appello.

Nel frattempo, prego lo Spirito Santo perché infonda su di Lei e sui Suoi confratelli quell’amore e quel  coraggio necessario, per far sì che Gesù Cristo torni presto a governare la Sua Chiesa assieme il Suo servo e papa nostro BENEDETTO XVI, anche perché non è Dio che deve adeguarsi ai tempi, ma è l’uomo che deve piegarsi alle sue leggi.

 

Con rispetto e devozione filiale

 

Data……

Firma….

Per gli aggiornamenti: Twitter @CionciAndrea ; Telegram, gruppo “Non pravalebunt” ;  Facebook, gruppi Codice Ratzinger (ita) The Ratzinger Code (eng) Còdigo Ratzinger (esp) ; per le traduzioni degli articoli in inglese e tedesco: www.papstundgegenpapst.de 

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