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La sinonimia salva - Bergoglio spazzata via dal tedesco di Benedetto XVI

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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La Chiesa cattolica è in sede vacante da quattro mesi, e si vede. San Giovanni in Laterano, profanata da vescovi anglicani eretici e massoni, è da riconsacrare, QUI ; il finto sinodo tedesco apre a quote laiche e femminili per luteranizzare (ovvero demolire) la Chiesa, QUI e Bergoglio, il 30 aprile, celebrerà in Ungheria con paramenti nei quali i soliti “complottisti” hanno voluto ravvisare un dettaglio gustoso. QUI  

Ma la Verità avanza inesorabile come i cingoli di un carro armato e presenterà il conto. Infatti, l’impianto divinamente logico elaborato da papa Benedetto XVI per salvare la Chiesa dall’usurpazione offre sempre nuove acquisizioni, intuizioni e rivelazioni che spazzano via ogni impostura.

La bufala più assurda che sia stata promanata fino ad oggi per difendere la legittimità di Bergoglio come papa è che “siccome munus può essere sinonimo di ministerium, (può infatti significare sia “essere” che “fare” il papa), allora, Benedetto rinunciando al ministerium, ha rinunciato anche al munus”, come richiede il can. 332.2, abdicando così al papato. Buonanotte. Una vera truffa, dato che l’oggetto della rinuncia è il ministerium il quale ha UN SOLO SIGNIFICATO e può voler dire solo “esercitare” una carica, “fare” il papa e non è MAI sinonimo di “essere” papa.

In pratica, l’inganno semantico che vi propongono è simile a questo. Un Tizio dice: “Siccome la pianta della casa non mi piaceva, ho deciso di cambiare l’albero”. E i suoi nemici: “Ah! Siccome “pianta” è sinonimo di “albero”, Tizio ha cambiato la planimetria della sua casa”. No: Tizio ha solo sostituito il nespolo con un salice.

Non fatevi turlupinare. Peraltro, lo stesso papa Ratzinger, previdente, nella Declaratio specifica che quel ministerium a cui dichiara di rinunciare gli è stato conferito PER MANUS CARDINALIUM, dai cardinali. Quindi, siccome è Dio che concede il munus (essere papa), e i cardinali concedono il ministerium (fare il papa), Benedetto ha rinunciato esclusivamente a ciò che gli è stato conferito dai cardinali, ovvero fare il papa, cosa che avviene solo in sede totalmente impedita.

E infatti, l’acquisizione sull’hora vigesima QUI chiude perfettamente il cerchio.

Potremmo aggiungere, se non bastasse, che negli Acta Apostolicae Sedis del 1° marzo 2013, QUI la gazzetta ufficiale vaticana, si parla di “De muneris episcopi Romae abdicatione”, che conferma l’imprescindibile necessità di una abdicazione al MUNUS e, come sappiamo, nella Declaratio non è citata né una rinuncia al munus, né un’abdicatione.

Ma l’ultima definitiva acquisizione che SPARGE IL SALE sull’incommentabile bufala della sinonimia, viene dalla incredibile traduzione in tedesco della Declaratio che troverete sul sito vaticano QUI

In tutte le lingue volgari munus e ministerium sono tradotti con la stessa parola: “ministero”, (ministry, ministère, ministerio, posluga etc), TRANNE CHE IN TEDESCO. Il munus viene infatti tradotto con la parola AMT (carica)  e il ministerium con la parola DIENST (servizio).

Ma sapete qual è la stranezza? Che la traduzione tedesca della Declaratio li presenta SCAMBIATI DI POSTO RISPETTO ALLA VERSIONE LATINA. Confrontate voi stessi sul sito vaticano, non c’è corrispondenza: quello che nel testo dovrebbe essere l’Amt (munus) è al posto del  Dienst (ministerium), in modo che la Declaratio in tedesco SEMBRI una vera rinuncia a norma del canone 332.2

Se in latino Benedetto rinuncia al ministerium (Dienst, fare), in tedesco rinuncia all’Amt (munus, essere). Pazzesco.

L’atto sarebbe comunque invalido, dato che manca la simultaneità della rinuncia, differita invece di 17 giorni, ma questo è un dettaglio; ciò che conta, infatti, è che L’UNICA VERSIONE A FARE GIURIDICAMENTE TESTO È QUELLA IN LATINO. Sia perché è la lingua ufficiale della Chiesa, sia perché Benedetto ha pronunciato la Declaratio in latino.

Allora, perché questa strana inversione?

I CASI SONO DUE:

1. Notando che Benedetto non rinunciava al munus, traduttori tedeschi in malafede hanno manipolato il testo tedesco della Declaratio forzandolo ad essere valido per forza, cercando di “sanare” questa strana, incomprensibile inversione che non rendeva l’atto congruente col canone 332.2 .

2. Lo stesso entourage di Ratzinger, ha offerto una traduzione della Declaratio con dentro uno “scherzetto”: l’Amt e il Dienst scambiati di posto per non far riconoscere il piano al  clero tedesco il quale, occhiuto, pignolo e malevolo verso papa Ratzinger, avrebbe subito avuto da eccepire sulla rinuncia. Occorreva servire loro un “piattino” in modo che non si accorgessero del sistema antiusurpazione con l'annuncio di esilio in sede impedita. Così, visto che in tedesco la Declaratio pareva una abdicazione corretta, i nemici del papa non sono andati a controllare sulla versione latina per vedere se vi fosse una reale corrispondenza. E se la sono bevuta.

Ma l’ulteriore passaggio logico-rivelazione che viene da questa scoperta è che I TEDESCHI NON SOLO DISTINGUONO PERFETTAMENTE tra munus e ministerium con due parole diverse, ma sapevano perfettamente che rinunciare all’uno piuttosto che all’altro avrebbe comportato UNA CATASTROFE CANONICA, cambiando la storia. Altrimenti, perché scambiare di posto Amt e Dienst? Se fossero stati sinonimi, come ve la si vuol dare a bere, avrebbero lasciato intonso l’ impianto della Declaratio, come in latino, senza modificarlo ad arte.

E invece papa Ratzinger e i suoi traduttori tedeschi (fedeli o infedeli) sapevano benissimo che SOLO CON UNA RINUNCIA AL MUNUS-AMT la Declaratio avrebbe potuto apparire come un’abdicazione, che invece non c’è mai stata. Così, di conseguenza, non c’è mai stato un “papa Francesco” perché il conclave 2013 era nullo e invalido e non ha eletto nessuno, se non un antipapa.

 

Per comprendere appieno il disegno completo di papa Benedetto per salvare la Chiesa vi suggeriamo i due documentari “Dies Irae” e “Intelligenti pauca” che troverete QUI

Vi aspettiamo per le prossime conferenze di “Codice Ratzinger” il 12 a Bologna, il 13 a Brescia, il 14 a Padova, il 19 a Trapani e il 27 finalmente  A ROMA.

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