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7 Dubia su Bergoglio e i cardinali: quello che il mainstream non vi dice

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Dopo tre anni di inchiesta condotta su questa pagina, premiata in Campidoglio, dopo 700 articoli, 300 podcast QUI  , 60 conferenze, 3 documentari e un bestseller da 18.000 copie tradotto in 5 lingue (Codice Ratzinger), ci permettiamo di offrire ai lettori qualche nota critica sul tema Bergoglio-cardinali, in controtendenza rispetto al pensiero unico dominante. Useremo una formula che va piuttosto di moda, quella della risposta ai Dubia.  

1) I cardinali nominati da Bergoglio sono validi?

La costituzione apostolica Universi Dominici Gregis scritta da Ratzinger-Wojtyla nel 1996, agli articoli 76 e 77 stabilisce che se la vacanza della sede non è avvenuta a norma del canone 332.2 l’elezione è nulla e invalida e la persona eletta non ha alcun diritto. Quindi, visto che Benedetto XVI, nella sua Declaratio, non ha affatto lasciato la sede vacante rinunciando al munus petrino, come richiesto esplicitamente dal can. 332.2, l’elezione di Bergoglio è stata nulla e invalida e lui si trova ad essere un antipapa fin dalla sua “elezione”. Infatti, Benedetto XVI, costretto a togliersi di mezzo, ma lungi dall’abdicare, si è fatto porre dai cardinali in sede totalmente impedita e nessun conclave potrebbe mai essere convocato a papa non morto, non abdicatario, ma impedito. La sede impedita è, infatti, l’unico caso in cui il papa rinuncia- per forza maggiore - al ministerium (fare il papa) ma trattiene il munus (essere papa).

 

 

In caso di sede impedita, ci ricorda il can. 335, “nulla si cambi nel governo della Chiesa”: Bergoglio non ha alcun potere di creare legittimi cardinali.

I 143 cardinali di nomina bergogliana sono quindi invalidi, compresi Becciu, Ladaria e Mueller.

Ricordiamo la nota divertente di Benedetto XVI: quando nel 2019 Bergoglio gli presentò i suoi cardinali affinché li benedisse, nella pia illusione che questo potesse comportare una validazione, lui sentenziò: “Vi raccomando la fedeltà al papa”. Ovviamente, senza specificare quale dei due.

2) Ma quanto costano al Vaticano tutti questi cardinali?

Già. Nessuno si chiede come mai, “papa Francesco” che è sempre così sensibile ai poveri e alla povertà della Chiesa nomini a spaglio cardinali, con i lauti stipendi che percepiscono.

Bergoglio ha nominato fino ad oggi 143 cardinali invalidi che però percepiscono soldi veri: 5000 euro al mese all’incirca. In un anno, fa 8 milioni di euro e 580.000. Cosa ci si potrebbe fare con tutti quei soldini a beneficio dei poveri?

3) Perché allora Bergoglio nomina continuamente cardinali?

Il tentativo è doppio: quello di blindare il prossimo conclave con una supermaggioranza ultramodernista-gnostica che elegga il famoso “Giovanni XXIV”. Ancora una volta il mainstream non si è chiesto come potrebbe mai un vero papa fornire il nome del successore. E’ presto detto: Giovanni XXIV succede a Roncalli, il papa del Concilio (momento in cui parte l’aggressione gnostica al Papato) e all’antipapa Baldassarre Cossa, entrambi detentori del nome Giovanni XXIII. Per non parlare del fatto che San Giovanni viene ritenuto dai massoni il loro patrono. Notare che Steiner fornì una lettura gnostica del Vangelo di S. Giovanni.

Ma il conclave era blindato già da un pezzo, quindi il secondo scopo di Bergoglio, a nostro avviso, è piuttosto quello di creare un bacino di fedelissimi aggrappati morbosamente alla berretta che possano sanare le irregolarità dell’elezione avvenute nel conclave 2013: il quinto scrutinio in un giorno e la faccenda della scheda bianca in più inserita nell’urna. Il tentativo è quello di attingere alla cosiddetta “Accettazione pacifica universale” una dottrina per cui, se i cardinali in maggioranza accettano il papa, sebbene eletto con alcune irregolarità, passa tutto in cavalleria.

L’unica situazione che, però, non può mai essere sanata dalla Accettazione universale è un conclave illegittimo convocato a papa vivo e impedito. Nel diritto canonico un atto nullo non può essere sanato. Del resto, sarebbe come validare la legge della giungla, sanando un colpo di stato.

4) Come sta reagendo il mondo tradizionalista?

Malissimo. Vescovi come Viganò e Schneider continuano a evitare in modo chirurgico di parlare dell’unica cosa che conta e che serve: la sede impedita di Benedetto XVI. Questo fa inevitabilmente pensare a una forma di  gatekeeping QUI 

Eludono COMPLETAMENTE il tema chiave distraendo artatamente sull’accettazione pacifica universale  e l’impossibilità di deporre un papa eretico per mancanza di una giurisprudenza in proposito. Del resto, il papa eretico è un ossimoro, vista la promessa di Cristo “infera non praevalebunt”: per questo il diritto canonico, che discende dal diritto divino, non ha mai trattato la questione.  

L’ultima trovata di Mons. Viganò è quella del “Vitium consensus” QUI  : “Dobbiamo chiederci se l’elezione del 2013 sia stata in qualche modo inficiata da un vizio di consenso; se cioè l’eletto abbia voluto diventare Papa della Chiesa Cattolica o piuttosto capo di quella che egli chiama la “nostra chiesa sinodale”, che nulla ha a che vedere con la Chiesa di Cristo proprio perché si pone come altra rispetto ad essa”.

Il fatto è che le eresie di Bergoglio – come ammette lo stesso Mons. Viganò -  sono cominciate nel 2016, con Amoris Laetitia, quindi chi può dire che al momento dell’elezione lui non volesse davvero fare il papa e non abbia poi cambiato idea "in corso d'opera"?  L’ennesimo buco nell’acqua.

In ogni caso,  ben poco si potrebbe fare per questo vizio di consenso perché – come ricordava Mons. Schneider - non esiste un organo della Chiesa che possa deporre un papa: “L’eresia del conciliarismo o dell’episcopalismo afferma fondamentalmente che esiste un organo all’interno della Chiesa (Concilio ecumenico, Sinodo, Collegio cardinalizio, Collegio episcopale) che può emettere un giudizio giuridicamente vincolante sul Papa”.

5) E la questione dei nuovi Dubia posti dai veri cardinali?

Del tutto inutile porre dei Dubia a uno che papa non è. Infatti Bergoglio, furbamente, ha risposto alla prima formulazione in modo gesuitico, del tutto ambiguo. Con la complicità di Fernandez, come spiega Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola quotidiana, parlando esplicitamente di “furbizia e inganno” QUI  adesso stanno facendo passare la velina che Bergoglio ha GIÀ RISPOSTO ai Dubia, senza citare il fatto che i cardinali hanno riproposto gli stessi Dubia a Bergoglio con una nuova formulazione di risposta “sì/no” alla quale ovviamente Bergoglio si sottrarrà dicendo “Ho già risposto”. Il mainstream farà il resto coprendo tutto.  Bergoglio li ha “cucinati” per bene: mai mettersi contro un gesuita.

6) Insomma, come uscirne?

L’unica strada, peraltro spianata e in discesa, è quella di dire la verità, cioè che Bergoglio non è mai stato papa a norma della Universi Dominici Gregis la quale era stata preparata APPOSTA da Ratzinger-Wojtyla per uscire dall’empasse. QUI  Basta che tre cardinali di nomina pre 2013 pronuncino la frase “vere papa mortuus est”, cioè che dichiarino realmente defunto il Pontefice (Benedetto XVI) annuncio che apre automaticamente i lavori per il conclave. Tali cardinali non possono essere scomunicati perché l’art. 3 della U.D.G. (vedi sopra) dona loro il potere-dovere di intervenire per tutelare i diritti della Sede apostolica. Quindi, in caso di impedimento/occupazione della sede, i cardinali devono e possono intervenire.

Ovviamente, ne sortirebbe una querelle, ma la questione della sede impedita di Ratzinger è ormai stata indagata e chiarita a fondo.

La cosa indispensabile è che, una volta accompagnato alla porta Bergoglio, il prossimo conclave comprenda rigorosamente veri cardinali elettori di nomina pre 2013. Altrimenti verrà eletto un altro antipapa, privo del munus e della conseguente assistenza dello Spirito Santo.

7) Perché i cardinali autentici pre 2013 non lo fanno?

Perché probabilmente si sentono coinvolti dal fatto che nel 2013 non hanno compreso la Declaratio di papa Benedetto. Ci si sentono “dentro fino al collo” ed è molto difficile – per chiunque - ammettere “non avevamo capito”. Ma, a parte la risorsa che comporta la virtù cristiana dell’umiltà, del resto, lo stesso papa Benedetto scrisse quella Declaratio in modo così sottile affinché i cardinali, inconsapevolmente, lo ponessero in sede impedita e gli offrissero quindi un rifugio per continuare a essere papa.

 

Allo stesso tempo, era necessario dare spazio all’azione di una Chiesa seguace della gnosi che covava da tempo nella Chiesa di Cristo, in modo che, prendendo il potere, potesse manifestarsi. Quello che sta avvenendo oggi realizzando in pieno l’art. 675 del Catechismo QUI  .

 

Il congegno antiusurpazione elaborato nel 1983 da Ratzinger-Wojtyla QUI  era, per così dire, una “bomba di luce a orologeria”: nel tempo si sarebbe capito quale dei due fosse il vero pastore, e nel frattempo i credenti si sarebbero spontaneamente separati dai non credenti, come disse Benedetto all’Herder Korrespondenz nel 2021.  

E adesso siamo al redde rationem, alla resa dei conti.

 

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