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Giuseppe Conte, beata ingenuità: il piccolo ma illuminante caso di Andrea Riccardi, candidato nato bruciato

Andrea Tempestini
Andrea Tempestini

Milanese convinto, classe 1986, a "Libero" dal 2010, vicedirettore e digital editor. Il mio sogno frustrato è l'Nba. Adoro Vespe, gatti, negroni e mr. Panofsky.

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Giuseppe Conte, o l'ingenuità di un presunto leader politico. A tratti fa quasi tenerezza, l'autoproclamatosi avvocato del popolo, sballottato e maltrattato da quel che resta del M5s, politicamente "sbranato" da Luigi Di Maio, che piaccia o non piaccia, certo a modo suo, sembra aver appreso i rudimenti dell'arte politica. Certo più di quanto li abbia appresi l'improvvido Giuseppi.

Ma chissenefrega della guerra di Di Maio a Conte. Qui si registra, semmai, l'ultima piccola ma illuminante sbandata dell'ex premier. Alla vigilia del primo voto quirinalizio, infatti, ci risvegliamo con l'eco di Andrea Riccardi, l'ex ministro e fondatore della comunità di Sant'Egidio. Per il Quirinale si fa il suo nome. Ma sia chiaro, non ci crede nessuno: si parla apertamente di "candidato di bandiera", insomma un nome buono per contare e serrare le truppe in un primo voto, forse anche un secondo, che non avrà niente da dire. Il tutto in attesa di accordi, evoluzioni, strategie, jolly, patti e non patti.

Nel corso della giornata, ecco il più classico del "fonti Pd confermano che si ragiona su Riccardi come profilo di presidente della Repubblica ideale". E quando in politica a parlare sono le fonti, le ragioni sono tre: o si vuole bruciare qualcuno, o non si vuole dare conferma ufficiale di X o Y, o non ci si vuole attribuire la paternità delle affermazioni. Nel caso delle "fonti Pd" che si spendono su Riccardi, la casistica ci porta alla terza circostanza: nessuno vuole mettere il suo faccione parlando di un candidato che non verrà mai eletto. Per farlo vanno benissimo le paraculissime fonti.

Poi arriva Matteo Renzi, che da Lucia Annunziata taglia cortissimo: "Andrea Riccardi è una persona straordinaria ma non ha alcuna possibilità di essere eletto". Punto e stop, le cose stanno così. Eppoi arriva Giuseppe Conte, lo stesso Conte che prima voleva "una donna al Colle", basta che sia donna, e che oggi ci spiega come Riccardi "è una candidatura che ha le caratteristiche che abbiamo detto".

Per carità, niente di grave (nemmeno il fatto che non sia donna), siamo proprio qui a fargli le pulci. Eppure l'unico che del candidato nato bruciato ne parla apertamente, e che dice che sì, in fondo, può andare, è proprio Giuseppi (va bene, anche Renzi ne ha parlato, ma per dire che è solo fumo). Non era meglio una bella velina in cui a metterci la faccia erano le "fonti M5s"? Beata ingenuità...

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