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La Ferragni chiede i soldi a un fondo, non bastano 30 milioni di follower

Tobia De Stefano
Tobia De Stefano

Mi sono laureato in legge e me ne infischiavo dell'economia, poi ho iniziato a fare il giornalista, gavetta-collaborazioni-pochi quattrini, e ho capito che senza soldi non si cantano messe. Da quel momento la gestione dei risparmi è diventata la mia passione. Ed eccomi qui a curare un blog sui “Vostri soldi” per il sito più irriverente che potete trovare in rete.

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Anche le ricche influencer, quelle che possono contare su quasi 30 milioni di follower su Instagram, piangono. O meglio, qualche volta faticano a sorridere. Nel variegato arcipelago degli asset che fanno capo a Chiara Ferragni i numeri di bilancio sono quasi sempre positivi. Capita invece che Fenice - la società che produce il brand che porta il suo nome - abbia chiuso il 2019 con ricavi per 1,040 milioni e un rosso di 500 mila euro e il 2020 con un fatturato di 1,19 milioni e perdite per 3,4. I numeri li dà il Sole 24 Ore che parla anche di un 2021 probabilmente in discreta ripresa e soprattutto conferma quello che la stessa Ferragni aveva recentemente dichiarato: «Dopo due anni di lavoro, da quando ho preso in mano la guida della società i risultati stanno arrivando. È arrivato il momento di avere un socio finanziario. Non intendo monetizzare la mia partecipazione, ma voglio che la società cresca». L'incarico è stato affidato a Bnp Paribas che già nei prossimi giorni dovrebbe portare i primi riscontri.

GLI ALTRI SOCI

Vediamo un po'. Fenice Srl, che fa capo per circa il 40% all'Alchimia di Paolo Barletta, per il 32,5% alla stessa Chiara Ferragni e per le quote restanti (27,5%) alle famiglie Morgese e Barindelli è in vendita e in ballo ci sarebbe una quota che arriva al 66% della società. L'obiettivo è quello di individuare una sorta di venture capital, cioè un fondo che entra nelle start up e le accompagna finanziariamente e non solo nelle varie fasi di crescita. Chi uscirà? Le strade sono due. O i soci si diluiranno in modo proporzionale o ci sarà una grossa quota che farà un passo indietro. La prima indiziata è proprio Alchimia, la società di investimento che fa capo a Paolo Barletta, non foss' altro perché fa proprio quel mestiere. Si tratta di un venture capital che supporta lo sviluppo delle società nate da poco anche per l'ingresso nei nuovi mercati. Il 35enne Barletta è anche presidente del consiglio di amministrazione di Fenice e quindi una sua eventuale fuoriuscita porterà a una nuova struttura di governance.

IL RESTO DELL'IMPERO

Meno tensioni per il resto dell'impero della Ferragni che vorrebbe trasformare la Sisterhood in una vera e propria holding lasciando invece le attività più operative nella controllata Tbs Crew. Oltre a far crescere il suo impero, l'obiettivo dell'influencer per il 2022 è quello di confermare il tocco magico che le è stato riconosciuto a Piazza Affari. Era stato sufficiente che la Ferragni annunciasse che Safilo produrrà la sua prima linea di occhiali, per far balzare di quasi il 12% il titolo della società dell'occhialeria. Mentre il suo ingresso nel Cda di Tod's, aveva fatto guadagnare il 13% alle azioni del gruppo dei Della Valle. Le ultime stime parlano di un patrimonio che tra case, aziende e altri asset si avvicina ai 40 milioni, mentre le società specializzate nella gestione dei social media, stimano che ogni post sponsorizzato valga per l'imprenditrice lombarda tra i 60 e gli 85 mila dollari. Insomma, sarà pur vero che alle volte anche le ricche influencer piangono. Ma sono lacrime d'oro. 

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