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La verità sulla "fame di America":tutti i numeri sugli immigrati Usa

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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L'America nazione di immigrati? E' sempre stato cosi', recitano tutti, ma soprattutto quelli che covano il pensiero malcelato che gli Stati Uniti siano ormai un paese di xenofobi, e Donald Trump il loro profeta intento a sigillare i confini. Le cifre, al solito, racchiudono l'unica risposta seria, e il Centro per gli Studi sull'Immigrazione (CSI), basandosi su dati governativi, e' l'istituzione deputata a darla. Quasi un terzo dei 50 Stati, attualmente, ha una popolazione di immigrati – tra regolari e irregolari - superiore al 15% dei residenti, e in sei Stati la percentuale e' superiore al 25%. A parte le recentissime preoccupazioni sul nesso tra gli ingressi di rifugiati dai paesi musulmani e il terrorismo, che ha rilevanza di altra natura, il trend della crescita statistica dei “nati all'estero” rispetto ai “nati qui” comporta un problema di assorbimento puro e semplice in chiave economica, per i costi aggiuntivi dell'istruzione e dell'assistenza sanitaria sui bilanci statale e federale, e della concorrenza sul mercato del lavoro. Trump o non Trump. La velocita' del fenomeno e' impressionante, se si considera che gli immigrati si sono moltiplicati quasi per cinque dal 1970 alla fine dell'anno scorso, quando hanno superato i 61 milioni raggiungendo quasi un quinto dell'intera popolazione USA di oltre 310 milioni. “I numeri rappresentano una completa rottura con la storia recente degli Stati Uniti”, si legge nel rapporto del CSI . “Nel 1970 c'erano solo 13,5 milioni di immigranti adulti e minori, e pesavano per uno ogni 15 residenti”. Sempre nel 1970 non c'era un solo Stato con oltre il 15% di popolazione di immigranti, mentre oggi (il dato e' del 2015) la soglia e' superata in California, Nevada, Texas, Florida, New York, New Jersey, Washington, Arizona, Illinois, Maryland, Georgia, Virginia, Massachusetts, Rhode Island, Delaware, e Oregon. Tra questi 16 Stati, sono sei quelli con oltre un immigrato su quattro: California, Nevada, Texas, Florida, New York e New Jersey. Per dare un paio di esempi, la California e' salita dal 13% del 1970 al 37% dell'anno scorso, mente il Texas e' balzato dal 5% al 25%. La “fame di America” emerge anche da un programma federale di visti dedicato a immigrati legali che sono particolarmente graditi allo stesso governo Usa. Si chiama in codice “visto EB-5” ed ha ricevuto per il 2015 17.691 domande, in fortissima crescita dagli 11.744 del 2014 e ai 6.554 del 2013. A richiederlo sono stranieri che si impegnano a investire almeno 500 mila dollari negli Usa, dando vita ad una impresa che a regime dimostri di assumere, e mantenere, un minimo di dieci dipendenti locali. Il “premio” all'imprenditore estero, se di successo, e' la concessione della “carta verde”, e poi della cittadinanza. A fine dicembre c'erano 21.988 pratiche aperte, perche' questo programma ha un tetto massimo di 10mila permessi di residenza all'anno e c'e' quindi un imbuto all'ingresso. Poiche' un visto concesso a un individuo si traduce in una media di due o tre permessi (contando moglie e un figlio) il tempo di smaltimento delle richieste e' sui cinque anni. Viene qui in soccorso la proverbiale pazienza dei cinesi, che costituiscono oltre l‘80% degli investitori EB-5, e che vogliono abbandonare l' Oriente rosso per diventare capitalisti. di Glauco Maggi

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