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I democratici sono alla canna del gasStanno già facendo i sondaggi del 2020

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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A 25 giorni dall'insediamento di Trump e' stato pubblicato il primo sondaggio sulle elezioni presidenziali del 2020 (condotto il 9-10 febbraio), a cura di POLITICO/MorningConsult. La cosa piu' importante che emerge e' la spasmodica ansia degli anti Trump (e il sito POLITICO.com e' un riconosciuto braccio militante del partito DEM, in concorrenza con NYT e WashPost) di voltare pagina, di cancellare l'8 novembre 2016, di sentirsi gia' nella prossima campagna elettorale. E quando e' in corso una nuova campagna elettorale - e' questo il rifugio psicologico di chi ha perso la corsa precedente -, il presidente che e' legittimamente in carica diventa ‘un po' meno presidente' per i detrattori. Anche se Trump e' freschissimo e ha davanti 4 anni, e' bello per costoro bruciare le tappe e “vedere” quello nuovo. Se questa e' la motivazione, subliminale o meno, che ha spinto POLITICO.com a scendere in campo a tempo di record, il sondaggio da' il sollievo agognato ai DEM, ma anche una delusione. Il 43% degli interpellati, infatti, voterebbe per un Democratico qualsiasi al posto di Trump, contro appena un terzo che voterebbe per lui. Siamo abituati ai sondaggi che non ci azzeccano per niente nell'imminenza di una reale elezione, e adesso facciamo la conoscenza del sondaggio-rivincita, a caldo, per una elezione futuribile. Nella sua aberrazione, e irrispettoso della frustrazione dei sondaggisti, cio' che di altro e' emerso dalla bizzarra rilevazione non e' pero' cosi' negativo per Trump. Anche se un quarto circa degli interpellati sentenzia nelle risposte che il milionario di New York e' gia' il peggior presidente dell'ultimo secolo, la percentuale non e' umiliante come pare: uno, a leggere i giornali e a sentire le tv, direbbe infatti che Trump e' un George Bush reincarnato, e dovrebbe essere dichiarato il peggior presidente, come minimo, da quel 47% che, nel sondaggio di ieri di Fox News, giudica gia' negativamente il suo operato da quando e' stato eletto, contro il 48% che lo vede bene. Che sono poi, piu' o meno, le proporzioni pro e contro Trump uscite dalle urne 3 mesi fa. Cio' che toglie pero' ai DEM tutto il conforto interiore di pensare che un “qualsiasi Democratico batterebbe il repubblicano” che siede oggi nella Stanza Ovale e' che, al dunque, si dovra' pur dare un nome allo/alla sfidante di Donald. E sono dolori. Quelli di POLITICO.com non hanno ritenuto di esporre al confronto diretto le tre cariatidi DEM di gran nome, e chissa' perche'. Joe Biden, 74 anni, Bernie Sanders, 75 e Hillary Clinton, 69, infatti, non hanno per niente escluso di correre ancora tra 4 anni. Anzi, hanno ventilato l'idea tra il faceto (poco) e il serio (molto). Sarebbe stato interessante vedere i risultati dei faccia a faccia. L'eta' del resto non e' un handicap, pensano i tre, ed hanno ragione. Perche' anche Trump, 70 anni, invecchia e nel 2020 di anni ne avra' 74. L'unico nome che e' stato contrapposto a Donald nel sondaggio come concorrente DEM, cosi', e' quello di Elizabeth Warren. Senatrice del Massachusetts e bandiera rossa riconosciuta nel partito sempre piu' a sinistra, e' chiamata Pocahontas da Trump perche' aveva millantato un 32esimo di sangue pellerossa per avere la cattedra di professoressa ad Harvard, dove la “diversity” e' un lasciapassare utile se non proprio una condicio sine qua non. La Warren era la candidata preferita gia' nel 2015-2016 da George Soros e dai gruppi radicali Occupy Wall Street e Black Lives Matter, che la volevano al posto di Hillary. Ma lei non scese in campo, convinta di perdere contro la macchina dei Clinton. Pasionaria amica di Obama, che per lei creo' la Commissione di Difesa dei Consumatori, non aveva chance di essere confermata in Senato per il posto ufficiale di direttore, e si dovette accontentare di guidare l'ente da “consulente esterno” finche' ha vinto il seggio senatoriale. Adesso, essendo stata la presenza piu' vistosa dell'ostruzionismo Democratico in Senato durante le audizioni dei ministri nominati dal presidente repubblicano, la Warren viene data come sicura candidata DEM alle primarie per decidere chi sfidera' Trump. Il quale non vede l'ora. Nel faccia a faccia tra lui e lei, rivela lo stesso sondaggio di POLITOCO.com, il repubblicano la batterebbe nettamente per 42% a 36%. Soltanto poco piu' di un terzo degli elettori tifa quindi per la Warren, che e' il modo esplicito con cui il paese mostra di non apprezzare affatto la deriva estremista post-obamiana di cui i DEM sono ormai preda. Sapranno fare tesoro di questo esplicito allarme i DEM, seppellendo l'ascia di guerra di Pocahontas e trovando qualche nome alternativo, moderato e giovane, che almeno sulla carta non perda gia' oggi contro Trump? di Glauco Maggi

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