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Immigrati, Donald Trump ha vinto un'altra battaglia: per la Corte Suprema può impedire le richieste di asilo

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Donald Trump ha vinto un'altra battaglia sull'immigrazione clandestina. La Corte Suprema, con un ordine scritto, ha stabilito che l'amministrazione puo' impedire alla grande maggioranza dei migranti di chiedere asilo negli Stati Uniti. La misura, che Trump aveva introdotto due mesi fa e che le Corti di grado inferiore stanno ancora discutendo con inclinazioni opposte, consiste nel limitare la possibilita' di chiedere asilo negli USA agli stranieri che hanno gia' fatto questa richiesta nei paesi in cui hanno messo piede dopo aver lasciato la propria patria per fuggire dalla violenza criminale diffusa, dalla guerra o dalle persecuzioni politiche. La decisione non ha alcun effetto sui messicani, che hanno un confine comune con gli Stati Uniti, ma riguarda tutti gli altri, soprattutto i migranti singoli o in carovana che vengono da Honduras, El Salvador e Guatemala, e che costituiscono il grosso del flusso recente. Gli agenti del Border Patrol hanno arrestato finora, nel solo 2019, 419.831 migranti da questi tre paesi mentre tentavano di superare il confine meridionale, quindi dopo essere transitati dal Messico. I migranti messicani sono stati invece soltanto 4312.   La regola, emessa il 15 luglio, ha stabilito che solo i migranti ai quali e' stata negata la richiesta di asilo in un altro paese o che sono stati vittime di “traffici umani di provata gravita'” possono presentare la richiesta agli Stati Uniti. In sostanza, i migranti da Honduras e San Salvador devono dimostrare di essere stati respinti dal Guatemala o dal Messico e quelli dal Guatemala devono aver avuto respinta la domanda di asilo dal Messico. Dal 15 luglio c'erano state varie ingiunzioni di giudici federali locali: una a favore di Trump e altre che avevano sospeso il suo piano. L'ultima, negativa, e' stata quella di un giudice californiano solo una settimana fa. Ora la Corte Suprema ha cancellato l'effetto dei verdetti contrari lasciando in vigore la norma di Trump per tutto il tempo, e potrebbero essere molti mesi o magari anni, che servira' alle corti di grado piu' basso e di Appello di trattare la materia e arrivare a un giudizio sui casi sollevati dagli attivisti pro migranti. Ovviamente, quale che sia l'esito processuale finale delle Corti di Appello coinvolte, la Corte Suprema avra' poi l'ultima parola nella deliberazione finale. L'ordine e' comunque gia' una “grande vittoria per l'amministrazione”, riconosce il New York Times, in quanto consente a Trump di applicare in concreto una norma centrale nella sua politica di limitazione degli arrivi di irregolari. Questo successo di Trump si somma ad altri verdetti precedenti, sempre a favore della sua linea di legalita' contro gli ingressi clandestini. Uno e' stato a proposito del Muro che il presidente sta costruendo a dispetto del fatto che il Congresso non abbia votato la concessione specifica per i fondi: in luglio, la Corte Suprema ha infatti permesso all'amministrazione di usare 2,5 miliardi di soldi del Pentagono per lavori di ampliamento e rafforzamento di tratti di barriere erette dalle amministrazioni precedenti. E l'anno scorso il presidente aveva ottenuto il via libera per il piano che vietava i viaggi in America da una serie di paesi con popolazione prevalentemente musulmana. Solo due giudici dei quattro liberal, Sonia Sotomayor e Ruth Bader Ginsburg, hanno espresso dissenso con la maggioranza sulla decisione odierna, dicendo che l'azione della Corte rompe con la “pratica in atto da tempo che riguarda i rifugiati che cercano la protezione dalle persecuzioni”. La realta', pero', e' che la totalita' o quasi di coloro che cercano asilo oggi dai paesi del centro America, per non parlare dal Messico, non sono “perseguitati politici” ma gente che cerca il sogno americano in termini di migliori condizioni economiche, di lavoro e di futuro per il figli. Aspirazioni piu' che legittime e comprensibili, ma che sono comuni a quelle delle centinaia di migliaia di “aspiranti a diventare americani” ogni anno, e che seguono le legali procedure per raggiungere quel fine. di Glauco Maggi

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