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Il "vento Monti" è arrivato a viale Mazzini

Il governo segue il "caso" Minzo

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Il “vento Monti”, evocato dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, per spazzare via il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, rinviato a giudizio con l'accusa di peculato per la ben nota vicenda dei rimborsi spese con la carta di credito aziendale, ha iniziato a soffiare. Certo, non si tratta né di bora né di un maestrale, ma di un venticello leggero, una brezza marina che lambisce i volti e accarezza  gli abiti. Eppure, dato il contesto generale, questo soffio di Palazzo Chigi rischia di trasformarsi, nel giro di poche ore, in un fortunale, se non addirittura un tornado. Perché inequivocabili sono tanto il mandate quanto il destinatario, entrambi ben identificabili all'interno di un lancio dell'Adn Kronos apparso sui monitor senza particolare enfasi ,quasi in punta di  piedi, ma capace di scardare porte e  portoni. Secondo l'agenzia di Pippo Marra, “le vicende della Rai, tra piano anticrisi e successione alla direzione del Tg1, sono seguite con attenzione anche all'interno del governo. E in queste ore, a quanto si apprende, si fanno più insistenti le voci che ritengono l'esecutivo più favorevole a una scelta interna all'Azienda, perché non comporta costi aggiuntivi, ma anche perché la strada della continuità sembra la più auspicata”. Come dire, in un momento così delicato, evitare scossoni è la priorità. E forse, nell'ambito della continuità, Fabrizio Ferragni, attuale vice direttore di Minzolini,  sembrerebbe l'uomo giusto. Questo  soffio di vento è particolarmente significativo, dato che conferma quanto scritto dal sottoscritto sul cartaceo la sera in cui Mario Monti è andato da Bruno Vespa. Il presidente del Consiglio, infatti, è arrivato a via Teulada con 45 minuti d'anticipo rispetto all'orario previsto, in modo da incontrare il presidente della Rai, Paolo Garimberti, e il direttore generale, Lorenza Lei. Nella stanzina accanto allo studio di Vespa avranno pure parlato di canone ed evasione, ma non possono non aver parlato del caso Minzolini. L'indiscrezione rilanciata dall'Adn ne è la prova. E un'altra prova è data dal fatto che l'azienda ha tenuto a far sapere Alberto Maccari, il nome più forte per la successione di Minzolini, andrà in pensione il 5 gennaio prossimo. E questo perché l'Inpgi non recepirà la riforma delle pensioni targata  Monti e quindi il direttore della Tgr, anni 62, fra meno di un mese,  si dedicherà ad altro. Sempre che la Rai non gli allunghi il contratto. Ma proprio questo particolare lascia spazio ad altri ragionamenti che si vanno facendo ai piani alti della Rai. Maccari, in altre parole,  potrebbe essere perfetto per lasciare ai consiglieri un mese circa per  trovare l'accordo. Potrebbe, infatti, essere lui a guidare il Tg1 ad  interim fino al 5 gennaio e poi lasciare obbligatoriamente spazio ad   altri. Domani, venerdì 9, il direttore generale farà la sua   proposta che nessuno sembra in grado di prevedere, anche se c'è chi   pensa che Lorenza Lei sia molto più propensa a una nomina interna,   anche, ma non solo, per ragioni di costi. Insomma “il vento Monti” è arrivato anche a viale Mazzini. 

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