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Giancarlo Elia Valori mette il suo timbro sul governo Monti

Il manager che Gelli espulse dalla P2, aggancia e affascina Giulio terzi di Sant'Agata

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Il governo sarà nuovo e tecnico, ma le tradizioni sono quelle di sempre. Come hanno fatto per ben due volte Massimo D'Alema e Gianfranco Fini, come è accaduto a Lamberto Dini, a Valter Veltroni, ad Antonio Maccanico, a Gianni Letta e tanti altri, anche la nuova compagine governativa ha dovuto inserire in agenda fra i suoi appuntamenti più importanti la presentazione dell'ennesimo libro di Giancarlo Elia Valori. E' il terzo libro presentato nel 2011 (uno su Ben Gurion a gennaio e uno a giugno sul petrolio), e si intitola “Il nuovo Mediterraneo. Confine o rinascenza d'Europa). A trovare il tempo fra i suoi mille impegni per omaggiare il manager nato nell'Iri, approdato alla corte dei Benetton, poi passato a guidare gli industriali del Lazio e ora presidente della Centrale finanziaria. è stato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, per nulla spaventato dalle leggende e polemiche che da una vita aleggiano sui rapporti fra Valori e la massoneria internazionale. Anzi, Santagata ha tessuto un vero e propri peana del prolifico manager-scrittore, dicendo che per lui era “un onore” presentare “l'ultima fatica di Valori, che ho sempre apprezzato molto per la lucidità dell'analisi e per la passione per le cose internazionali che pervade la sua carriera ed ispira i suoi scritti”. Che zampata per l'intramontabile Valori, già membro della Loggia Romagnosi del Grande Oriente di Italia, iscritto alla P2 di Licio Gelli, che poi lo espelle, un tempo amico di Juan Peròn, poi legatissimo ai vertici della Cina comunista e amico personale del dittatore nordcoreano Kim II Sung, scomparso nel 1994. Attraversando decenni, vicende politiche e governi, è riuscito ad agganciare fin dall'inizio anche il governo di Mario Monti…  

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