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In casa Dior cappello, frange e gonna lunga per dimenticare le stelle

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero, dove si occupa di attualità, costume, moda e animali. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Dalle stelle alle stalle. E non è solo un modo di dire. La moda astro chic che guarda il cielo e vuole farci sentire come Samantha Cristoforetti, con galassie brillanti su abiti e accessori è ormai agli sgoccioli. Abbiamo visto la tuta della Nasa stampata sul tailleur di Chanel, i dischi volanti e le navicelle spaziali sul tubino di Christopher Kane, il firmamento sugli stivali modello cuissarde di Roger Vivier, sole e luna sul kimono di Rixo London e dipinti a mano sul bracciale Merù. Tutti gli stilisti hanno dedicato almeno un pezzo (alcuni più di uno) della collezione alla volta celeste contaminando pure l'arredamento di casa con lampade stellari. Ma la moda, si sa, fa dei giri strani, a volte incomprensibili. E questa volta, per riprendere quel “dalle stelle alle stalle”, lasciamo il firmamento per tornare al mondo primitivo degli indiani d'America. A rilanciare una femminilità istintiva, strettamente legata alla natura, libera di costrizioni e orpelli, ci ha pensato Maria Grazia Chiuri con la sua collezione Dior Cruise 2018, presentata lo scorso maggio (le presentazioni anticipano, almeno sei mesi prima, la moda che sarà). Una passerella quella di Christian Dior che ha fatto parlare molto di sé anche per la località scelta per la sfilata: la riserva di Upper Las Virgenes Canyon a Calabasas, in California, un altopiano montagnoso e remoto dove sono stati girati i film “La casa nella prateria” e “Via col vento”. Quella di Dior è una collezione dedicata a una donna viaggiatrice dal cuore femminista: le gonne sono lunghe e hanno le frange, le giacche sono strette in vita e le camicie impreziosite di pitture rupestri che ritroviamo poi sui bordi degli abiti e sulle tese dei cappelli (immancabili). In passerella poncho pieni di frange, camicioni legati con cinturoni di pelle, tartan e piume, stampe etniche e jeans con ricami. Ai piedi stivaletti di pelle, sandali o sneaker fino alla caviglia. Le modelle vestite con i colori della terra (e ocra) hanno sfilato all'interno di un accampamento primitivo ricostruito. Per la stilista italiana, passerella nel silenzio del deserto, anziché sui tappeti rossi; incursioni negli archivi storici di Dior, dai quali ha ripreso una collezione del 1951 dedicata agli affreschi preistorici sulle grotte di Lascaux. Per i disegni, invece, si è ispirata a Georgia O'Keeffe (1887-1986), la famosa pittrice di paesaggi del New Mexico, grattacieli newyorkesi e fiori in primo piano.

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