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Non si perdona maila sciatteria neanche ai reali inglesi

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero, dove si occupa di attualità, costume, moda e animali. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Quanta trasandatezza. Siamo circondati. Non solo da quell'esercito di giovani con i jeans lacerati che sembrano essere stati aggrediti da bestie feroci nonché da chi non conosce il significato di eleganza. Ma anche da personaggi insospettabili come il principe Harry d'Inghilterra. Il rampollo reale, invitato d'onore al matrimonio del suo miglior amico, Charlie van Straubenzee, si è presentato in tight d'orinanza, con panciotto doppio petto, cravatta, fiore all'occhiello e buchetto nella suola delle calzature. Distrazione? Provocazione socio-politica? O come qualcuno sostiene: più si è ricchi più si è tirchi. E c'è sempre lo scemo che pensa sia stato un colpo di genio. Sta di fatto che il novello sposo questa volta sulla buccia di banana ha fatto uno scivolone. Un «passo falso» che gli amici reali vogliono giustificare: quelle scarpe nere da cerimonia sono le preferite dal Duca di Sussex che, infatti, le aveva sfoggiate (buco compreso) anche lo scorso aprile durante un servizio funebre a Trafalgar Square. Il rampollo inglese insomma preferisce andare sul sicuro con le adorate calzature scure, logore e sformate. Un orrore, tanto che l'esperta di royal code Myka Meier, si è affrettata a chiudere l'incidente sul People: «Un problema con l'abbigliamento non può essere considerato una rottura del protocollo, bensì un semplice incidente». Eravamo abituati a barba incolta e camcia stropicciata già alle 9 del mattino da parte di figaccioni che con nonchalance arrivavano in ufficio, dopo una notte passata fuori casa (o forse i tipi in questione sono semplicemente così: sciatti). Non ricordo il periodo storico in cui la sciatteria è stata sdoganata. Sobrietà ed eleganza sono da sempre valori che hanno ragione di esistere, certamente difficile vederle indossare da chi è privo di gusto. Ecco perché certi dettagli sono ancor più raccapriccianti quando vengono creati appositamente. Qualche esempio: per tutto l'inverno anche nei quartieri più snob di Milano si sono viste signore, ingioiellate fino al midollo con la Kelly sotto al braccio, entrare e sedere sulle scomode poltroncine dei centri estetici cinesi, dove regna scarsa igiene e scarsa professionalità, per poi chiedere lo smalto glitter dorato o argentato purché coordinato all'orologio che portano al polso. Come se non bastasse, le stesse signore questa estate al mare hanno voluto immergersi nel glitter boody (poteva andare peggio). E dunque, quando indossano i pantaloncini corti in quel pezzettino di sedere, che si intravede dalla fine della stoffa all'attaccatura della coscia, brillano lustrini che sembrano granelli di sabbia rimasti attaccati. Ecco, questa è l'indecenza vista troppo spesso (e non solo su ragazzine poco più che adolescenti, ma anche su dame di una certa età) sulle spiagge italiane (chic).

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