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Addio a Raimondo D'Inzeo, leggenda dell'equitazione

Una lunga carriera, sei medaglie olimpiche e imprese che sfiorano l'impossibile: "Con lui se ne va un pezzo di storia"

Francesca Canelli
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E' morto Raimondo D'Inzeo, oro olimpico nell'equitazione a Roma 1960 e leggenda nel mondo equestre. Aveva 88 anni. Il presidente del Coni, Giovanni malagò, ha disposto un minuto di silenzio, per sabato e domenica, in tutte le competizioni sportive. La salma di Raimondo D'Inzeo è stata deposta nel Salone d'Onore del Coni al Foro Italico, e domenica sarà possibile rendere omaggio al campione scomparso dalle 10 alle 13.  D'Inzeo nacque a Poggio Mirteto il 2 febbraio 1925. Oltre all'Oro del '60, vinse altre cinque medaglie ai Giochi Olimpici (2 argenti e 3 bronzi) ed è stato per due volte campione del mondo. Figlio di un ufficiale di cavalleria e maestro di equitazione, ha iniziato prestissimo a praticare la disciplina. Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri fino al grado di Colonnello, era specialista nella disciplina del salto ostacoli. Con il fratello maggiore Piero ha formato una coppia irripetibile: sono stati infatti i primi atleti a partecipare a otto edizioni consecutive dei Giochi olimpici, dal 1948 a Londra al 1976 a Montreal. In campo internazionale, i due sono stati chiamati i fratelli invincibili dell'equitazione italiana. Hanno partecipato vittoriosamente a numerose gare in Italia e all'estero, e il loro punto di maggior gloria è stato quello raggiunto nei Giochi Olimpici del 1960, a Roma, quando Raimondo conquistò la medaglia d'oro e Piero la medaglia d'argento nel Gran Premio di salto ostacoli. 

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