Non ci saranno tour d'addio infiniti né duetti nel futuro di Ivano Fossati: il suo ritiro è una decisione "vera e netta". E' lo stesso cantautore a chiarirlo, in un incontro al Piccolo Teatro di Milano. Al centro dell'appuntamento dovevano esserci il nuovo album 'Decadancing' e il libro 'Tutto questo futuro', ma l'annuncio di ieri, inevitabilmente, spariglia tutto. "Sono stato frainteso" scherza l'artista, di bianco vestito, prima di ripetere che "il mio e ' un mestiere bello, privilegiato e amato, ma non so se da qui a 5 anni sarei in grado di aggiungere qualcosa e nel dubbio preferisco divertirmi in un altro modo''. Perché tirarsi fuori dai meccanismi discografici non equivale a dire addio alla musica: "non è la musica che abbandono - sottolinea - voglio studiare, suonare molto, rimanere appassionato". I giornalisti vogliono sapere, incalzano, provano a farlo cadere in contraddizione: scriverà ancora canzoni? farà duetti? si esibirà fuori dalle logiche del tour? E Fossati chiarisce punto per punto. Come autore: "se dovessi scrivere qualche canzone che merita di uscire dal cassetto, magari telefonerò a qualche amico". Come interprete: "se tra cinque anni un artista mi chiedesse un assolo di chitarra gli direi di si, ma di cantare non se parla". Come uomo da palcoscenico: "suonerò e studierò moltissimo, per me stesso. Non c'é sempre bisogno di esibirsi". E poi, "a 80 anni solo i jazzisti e i bluesmen stanno bene su un palco".