(ANSA) - NAPOLI, 22 OTT - Il crollo del muro romano nell'area nord degli scavi archeologici di Pompei, secondo un primo rapporto redatto dai carabinieri, è stato determinato da 'cause accidentali' anche se, così come accadde per la Schola Armaturarum lo scorso 6 novembre, la pioggia caduta abbondantemente nei giorni scorsi potrebbe essere verosimilmente una concausa decisiva. A parere dell'architetto Antonio Irlando, presidente dell'Osservatorio Patrimonio Culturale, "il crollo è, in ogni caso, una perdita importante. Si tratta, infatti, di un tassello dell'unicum rappresentato dagli Scavi di Pompei". Irlando, in più occasioni, aveva denunciato l'assenza totale di manutenzione ordinaria che affligge una delle aree archeologiche più importanti del mondo. La zona interessata dal crollo è una zona periferica della città antica. E, precisamente, si trova nelle immediate vicinanze di un'ampia area, pari a 1/3 della superficie totale, ancora non scavata. "I crolli all'interno degli scavi - conclude Irlando - sono praticamente quotidiani e confermano l'assoluta necessità di intraprendere azioni ordinarie di conservazione, tralasciando la tentazione, che ha provocato spesso molti danni, di limitarsi a interventi parziali e straordinari su monumenti che, al contrario, necessitano di interventi organici e continui".(ANSA).