Per Giuliano Montaldo, regista dell'Industriale, nelle sale da venerdì in 85 copie distribuite da 01, l'attuale ad della Fiat e della Chrysler, Sergio Marchionne, non conosce affatto gli operai come li conosce Nicola (Pierfrancesco Favino), il protagonista del suo film, figlio di industriali e cresciuto in fabbrica. "Marchionne non li conosce - dice a margine della conferenza stampa del film - e credo non abbia mai parlato con nessuno di loro". Mentre per Favino questo film per la prima volta mette in mostra la solitudine degli industriali, anche quelli che si suicidano. Insomma L'industriale, già passato all'ultimo Festival di Roma fuori concorso, nonostante si svolga nel recente passato, mette in campo tanta attualità e soprattutto la crisi. Per il regista non si può dire con tanta facilità "vado a Detroit", come ha fatto appunto Marchionne, anche perché - aggiunge facendo riferimento ai recenti suicidi di imprenditori caduti in disgrazia - "la moria drammatica di tanti industriali finiti nei guai (proprio come accade a Savino nell'Industriale)" nasce anche dal fatto che in certe aziende c'é ancora un rapporto diretto tra il cosiddetto padrone e l'operaio. Nel film è protagonista una fabbrica sull'orlo della chiusura. Non ci sono più gli stipendi per pagare gli operai e all'industriale protagonista del film non va giù che 70 famiglie che lui conosce, una ad una, siano affamate. Non accetta di liquidare la piccola fabbrica di officine meccaniche ereditata dal padre e riconvertita all'ecologico che sembra non interessare più a nessuno e soprattutto non vuole deludere la moglie (Carolina Crescentini) della Torino bene che ha creduto in lui a dispetto dell'egoista madre di lei. "Si parla poco della solitudine di una persona che come il mio protagonista si trova solo contro il mondo che sembra essergli rivoltato contro - dice Favino -, ma si parla anche troppo poco di quello che succede ai giovani dai 18 ai 25 anni". La Crescentini, appena tornata da New York, dice: "Il mio personaggio è quello di una donna in crisi e interpretandolo sono andata in crisi anch'io. Per accettarla ho dovuto smettere di giudicarla troppo, ma devo dire che mi ha lasciato più di una bruciatura". A parlare del film e della crisi è anche il co-sceneggiatore Andrea Purgatori: "Sarei felice che sia il ministro Passera che il premier Monti andassero a vedere questo film venerdì. Monti in fondo è già andato da Fazio riconoscendo la tv pubblica come valore strategico, ora se venisse anche a vedere L'industriale darebbe lo stesso riconoscimento al cinema". (ANSA). GAL/ S0B QBXB