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Villaggio dei ragazzi, in Campania il welfare che resiste nel nome del suo fondatore

Giulio Bucchi
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Un momento non solo dai toni commemorativi, ma soprattutto dalla forte valenza sociale, educativa e assistenziale, nel solco dell'insegnamento che il fondatore ha impresso settant'anni fa alla struttura che ancora oggi è un punto di riferimento nel welfare in Campania. Come testimoniano le visite delle più alte cariche istituzionali, tra cui quella recente del presidente della Camera Roberto Fico. Questo il senso della santa messa in memoria di Don Salvatore d'Angelo, fondatore del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni (Caserta), celebrata nella chiesa di Santa Maria della Pace. La celebrazione è stata presieduta da monsignor Giovanni D'Alise, vescovo della Diocesi di Caserta. A concelebrare don Andrea L'Afflitto (chiesa dell'Annunziata) e don Eduardo Santo (chiesa di Maria Santissima Immacolata). Mentre a rappresentare la Fondazione è stato il commissario straordinario Felicio De Luca. Tra le autorità militari e civili che hanno accolto l'invito Andrea De Filippo, sindaco di Maddaloni, Stefano Italiano, vice prefetto di Caserta, il colonnello Francesco Ricciardi, comandante Scuola commissariato di Maddaloni, il capitano Stefano Scollato, comandante della stazione dell'Arma dei Carabinieri di Maddaloni. Massiccia soprattutto la presenza degli studenti e del personale dell'ente calatino. Il vescovo D'Alise, nella sua vibrante omelia, ha ricordato che la Chiesa non abbandona l'Opera maddalonese e che per vederla rifiorire bisogna affidarsi in maniera sincera all'aiuto del Signore, puntando, altresì e naturalmente, su elementi di forte formazione per la crescita dei giovani, oggi di facile manipolazione e alle prese con proposte poco serie sul futuro. «Bisogna studiare, essere lungimiranti e imparare a fare buon uso della propria libertà», ha concluso. Il commissario De Luca ha ringraziato D'Alise per la costante vicinanza al Villaggio, nonché, a nome anche dei dipendenti, la Regione Campania per il suo contributo fondamentale alla vita di un'Opera che ha saputo mantenere salda nel tempo la vocazione delineata nel '47 dal fondatore, confermando le finalità che l'hanno reso una “risorsa” imprescindibile nei processi socio-educativi e formativi dell'intero territorio campano. «Posso affermare - ha sottolineato De Luca - che gli uomini di oggi continueranno a mettere in campo tutti gli sforzi affinché la Fondazione prosegua il cammino intrapreso da don Salvatore 72 anni fa». «Questa città - ha dichiarato il sindaco De Filippo - avverte l'assenza di don Salvatore, che in lui aveva un punto di riferimento e gli riconosceva la capacità di saperne incarnare i desideri, le aspirazioni, le speranze e la voglia di prospettiva». «Il fondatore - ha aggiunto il primo cittadino - è stato soprattutto un sacerdote al servizio degli ultimi, cui soleva dimostrare un forte sentimento di solidarietà». La liturgia è stata allietata dal musicista ed educatore Domenico Pizzuti e dal coro “Villaggio dei Ragazzi”, diretto dalla docente di religione Annamaria Suma. Presenti i membri dell'Associazione Ex Allievi. Dopo la messa il commissario De Luca, il sindaco De Filippo e il vescovo D'Alise, accompagnati da una rappresentanza di studenti, hanno deposto un omaggio floreale ai piedi della statua dedicata a don Salvatore all'interno del Cortile dei Tritoni. Commovente anche il momento in cui una studentessa, Alessia Improta, ha recitato la “Preghiera del Villaggio”. A concludere la giornata commemorativa è stata l'inaugurazione del “Bar Didattico” dell'Istituto Alberghiero. di Giuliana Covella

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