Gino Paoli: "Luigi Tenco non si sarebbe ucciso se non avessi rotto con lui"
"Se non avessi rotto con lui, non si sarebbe ammazzato". Così Gino Paoli in un'intervista al Il Messaggero. Il ricordo del suicidio dell'amico lo accompagna tutt'ora, cinquant'anni dopo la tragedia avvenuta nella camera 219 dell'Hotel Savoy di Sanremo. Si erano conosciuti a teatro, tramite un'amica in comune, Federica e fra i due "fu un colpo di fulmine fatto di sogni: io vedevo lui come attore, lui vedeva me come regista". Inizia così un'amicizia durata anni, ricca di complicità, sia negli scambi culturali sia nelle bravate giovanili. Tra di loro non c'è mai stata invidia professionale, uno era fiero del successo dell'altro e lo vedeva come stimolo di crescita personale. Non è stata la carriera, infatti, la causa della rottura fra i due, ma una donna, Stefania Sandrelli. Il musicista rimpiange ancora oggi il litigio con il collega e, in particolar modo, sente forte la responsabilità di non aver aiutato Tenco nel momento del bisogno. Il 9 luglio Paoli, insieme a Sangiorgi, Curreri, Fresu, Rea e Ottolini, si esibirà all'Umbria Jazz durante una serata dedicata a Tenco e i cantautori.