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Juve, Bernardeschi: "La 10? Devo meritarla". E sceglie la 33

Mariano Paolozzi
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L'appuntamento fra la maglia numero 10 e Federico Bernardeschi è rimandata a data da destinarsi. Il campioncino italiano ha scelto il nuovo numero, mostrato durante la conferenza stampa di presentazione: "È stata una scelta condivisa con la società. C'è molto rispetto per la 10 e credo sia giusto che debba dimostrare di poterla indossar. L'anno prossimo vedremo, fosse stato per me l'avrei presa". L'ex viola ha spiegato la motivazione del nuovo numero: "Ho ripiegato sul 33 perché sono credente e religioso". 33 quindi, l'età di Cristo. Federico si dimostra umile, ma allo stesso tempo consapevole dei propri mezzi e dell'onere che porta sulle spalle: "I riflettori non mi danno fastidio. Così come il fatto di essere stato pagato tanto. Un calciatore deve prendersi le sue responsabilità".  Già responsabilità. "La Juve rappresenta uno dei top club al mondo, è parte della storia del calcio mondiale. Per me è emozionante stare qui. Mi ha fatto piacere come sono stato accolto da tanti tifosi, li voglio ringraziare e cercherò di ricambiare l'affetto e la stima". Non teme la concorrenza Bernardeschi, che anzi la definisce come il miglior stimolo per un calciatore. Così come non teme le critiche e gli insulti ricevuti da una parte dei tifosi viola, che non hanno affatto gradito il passaggio del loro talento agli acerrimi nemici bianconeri. "C'è una parte di società malsana, come i tifosi che augura morte o brutti mali, io non sono qui ad alimentare questa parte, ringrazio i tifosi che invece mi hanno fatto l'in bocca al lupo". Il 33 della Juve ringrazia anche i delusi che però gli hanno fatto l'in bocca al lupo: "E anche quelli che non mi seguono più ma mi hanno comunque augurato ogni bene. Noi siamo ragazzi fortunati, io ho un carattere forte, il problema è quando colpiscono caratteri più deboli"

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