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Platone e Cartesio aiutano a governare meglio

Mattias Mainiero risponde a Bruno Chiofalo

Mattias Mainiero
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Caro Mainiero, mi dissero che Platone era il padre dell'idealismo, anche se le sue idee sono degli Ufo; Cartesio il padre del razionalismo, anche se scambia il suo pensiero con la realtà; Kant il più grande dei filosofi, anche se in realtà mi è sempre apparso come un mediocre teologo calvinista. Le pongo il quesito: non è che certi studi siano nocivi alla formazione e producano la Merkel figlia di un pastore calvinista? Non mi giri la domanda a Umberto Eco che ancora studia Kant alla scuola serale, tra un soporifero romanzo pseudostorico e un raccontino mediocre in ambiente praghese. Bruno Chiofalo e.mail Al liceo, caro Chiofalo, avevo un professore di filosofia. Più o meno una volta al mese ci ricordava che lui insegnava storia della filosofia, e dunque noi studenti dovevamo conoscere la storia della filosofia, non elaborare costruzioni filosofiche. Voleva dire che dovevamo studiare, non divagare con dissertazioni spesso campate in aria. E più o meno una volta al mese, dai banchi dell'ultima fila, giungeva la voce di Maiorino (credo fosse lui, se non lo era gli chiedo scusa). Maiorino era stato soprannominato il sinologo. Era un grande esperto di cose cinesi, innamorato di Mao (se ricordo male, chiedo sempre scusa). Non era molto alto, dietro gli occhiali sfavillavano due occhi furbi e un po' a mandorla. A volte indossava un giubbotto che ricordava le divise cinesi, quelle dell'epoca, primi anni Settanta. C'era davvero in lui qualcosa che lo avvicinava ai cinesi. «E allora, professore, - chiedeva Maiorino - se si tratta solo di storia, che già studiamo, a cosa serve questo insegnamento?». E più o meno una volta al mese il professor Campanella, Cosimo Campanella, rispondeva: «Forma mentis. Io vi do gli strumenti. Un giorno, se vorrete studiare sul serio la filosofia, approfondire, anche divertirvi a leggere un classico, potrete farlo. E vivrete anche meglio». Studiare serve, caro Chiofalo. E serve studiare anche Kant e Gramsci e Platone e tutti gli altri. Per il resto, posso dirle solo una cosa: ribadito che la forma mentis aiuta a vivere meglio, e anche a governare meglio, possiamo dedurre che certi personaggi erano pessimi studenti. Il mio professore, non Campanella, il professor Guida, diceva: «Non esistono scuole buone e cattive. Esistono buoni o cattivi studenti». Ci siamo intesi. [email protected]

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