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Borse a picco e spread in voloOra ha paura anche Londra

Corsa al ribasso non stop dei listini. Cameron si sveglia: "Se collassa la moneta unica nessuno immune"

Andrea Tempestini
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I timori per la crisi greca, sempre più acuti, si ripercuotono sulle Borse e sullo spread. Nelle beghe della moneta unica ci mette il naso anche il premier britannico David Cameron, che spiega che c'è il rischio di una frattura dell'euro se il Vecchio Continente non risolverà presto la crisi del debito. Non ci voleva una Cassandra per snocciolare previsioni trite e ritrite, ma il punto è che anche la storicamente euroscettica Gran Bretagna (non a caso fuori dal fiscal compact), ora, ha paura. E il leader conservatore puntualizza: "Nessun paese sarebbe immune alle conseguenze di un eventuale collasso dell'euro". Da par suo, Cameron, ha assicurato che "farà tutto quello che è necessario per proteggere il Regno Unito e per garantire il suo sistema finanziario". Borse giù - Ma le ripercussioni sul mercato finanziario sono già pesanti. I passivi vengono registrati anche nella City, dove la Borsa londinese poco prima delle 16 perdeva quasi 1 punto percentuale. Malissimo Milano, dove a Piazza Affari il paniere principale Ftse Mib retrocedeva dell'1,7%, mentre il complessivo All Share l'1,59 per cento. Passivi anche a Francoforte (lo 0,51%), Parigi perdeva il 0,63%, Madrid indietreggiava dell'1,44% mentre ad Atene veniva registrato un nuovo tracollo, con l'indice principale della Borsa ellenica in passivo del 3,32 per cento. In Grecia proseguiva la disperata corsa ai bancomat: la popolazione, terrorizzata dall'idea di perdere tutto nella futuribile riconversione alla dracma, fa incetta di euro. In totale, secondo le stime trapelate dagli istituti, in meno di due giorni sarebbero stati prelevati 1,2 miliardi di euro. Eurobond e spread - La Grecia non ha un governo, e il nuovo voto fissato per il 17 giugno assume i connotati di un vero e proprio referendum sull'euro e sulle misure di draconiana austerità che il paese dovrebbe adottare per restare nella moneta unica. Una possibile soluzione alla crisi dell'euro viene rilanciata ancora da Cameron. Nulla di nuovo sotto il sole, in verita, perché l'idea delle obbligazioni continentali è un vecchio pallino di Giulio Tremonti, che piace anche al premier Mario Monti e all'omologo transalpino Francois Holland. Secondo Cameron, l'Eurozona deve applicare mezzi congiunti, come l'emissione di eurobond, perché vi sia "un aiuto collettivo" per mettere fine alla speculazione sul futuro della moneta unica. La speculazione, intanto, continua: lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi, sulla piattaforma elettronica Reuters, volava a 458 punti dopo aver raggiunto un massimo di 464 punti. Il rendimento delle cedole italiane raggiungeva nuovamente il 6 per cento. Per inciso, sulla piattaforma Bloomberg, basata su un benchmark differente, lo spread veleggiava a 443 punti (dopo aver toccato il 449).

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