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Da oggi addio farmaci griffatiEcco come cambia la ricetta

Scatta l'obbligo da parte del medico di indicare il nome del principio attivo invece del nome commerciale

Nicoletta Orlandi Posti
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Sono entrate in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le nuove norme per   la prescrizione dei farmaci stabilite con il decreto legge sulla spending review. Scatta dunque l'obbligo da parte del medico di indicare in ricetta 'rossa', in linea generale, il nome del principio attivo invece del nome commerciale. Ecco le nuove regole per i medici. "Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti - si legge - è tenuto ad indicare nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco". "Il medico - si legge ancora - ha facoltà   di indicare altresì la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo; tale indicazione è vincolante per  il farmacista ove in essa sia inserita, corredata obbligatoriamente di  una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilità".  In altre parole, in casi particolari, motivando la sua scelta per iscritto, il medico potrà ancora prescrivere uno specifico   medicinale di marca in ricetta rossa. Dovrà aggiungere la dicitura "non sostituibile" e il farmacista dovrà attenersi alla disposizione. Spiegando le nuove norme, il ministero della Salute ha precisato che "queste disposizioni non riguardano le terapie croniche già in corso. Infatti il legislatore   ha evitato di introdurre una normativa che potesse provocare possibili, sebbene rari, inconvenienti, nel corso di una terapia, a causa del passaggio da un medicinale all'altro, sia pur di uguale composizione". Inoltre "resta ferma la possibilità per il paziente, già prevista dal decreto 'Cresci Italia' dello scorso gennaio, di richiedere al farmacista un medicinale, sia equivalente che di marca, con lo stesso principio attivo ma con un costo più alto, pagando a proprie spese la differenza di prezzo rispetto al farmaco meno   costoso. Quando al paziente è consegnato il farmaco avente il costo più alto di quello ammesso al rimborso (o perchè il medico ha usato la clausola di non sostituibilità, o perchè è il paziente a pretendere dal farmacista un medicinale più costoso), la differenza fra i due prezzi è a carico del cliente".  Ma i medici continuano a sostenere che la norma "potrebbe determinare un aumento della conflittualità medico-paziente nei presidi di guardia medica e di guardia turistica". La   Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia, per questo sta anche valutando la  possibilità di segnalare il problema alla Prefetture. "Ci troviamo di fronte ad un cambiamento rispetto alle modalità prescrittive normalmente proposte dai medici del territorio ai pazienti, nella completa assenza di una adeguata informazione ai cittadini sul provvedimento", osserva Silvestro Scotti, vice segretario nazionale del sindacato medici di famiglia. "A ciò si aggiunge - sottolinea - la scelta di promulgare le   nuove disposizioni a Ferragosto, ossia in un periodo in cui è   fortemente ridotta la efficacia informativa legata al rapporto fiduciario che i medici di famiglia normalmente riescono ad   esercitare, poichè nei primi 5 giorni di vigenza del Dl oltre il 70%   delle ore di attività è in carico al Servizio di continuità   assistenziale". Inoltre, "a questo si aggiunge l'aumento della mobilità della popolazione tipico di questo periodo di vacanze e  quindi l'eventuale ricorso al Servizio di guardia turistica".  Pertanto, evidenzia il vice segretario  Fimmg, "l'assenza di informazione agli utenti mette questi nella  condizione di non dotarsi delle opportune documentazioni da produrre   al medico che li vede occasionalmente e che quindi non ha strumenti di  valutazione, se non la dichiarazione verbale del cittadino, per   collegare le proprie decisioni a un primo episodio di patologia   cronica o ad un nuovo episodio di patologia non cronica". "Questo espone i servizi territoriali a un potenziale rischio di  aumento della conflittualità tra medici e pazienti - avverte Scotti -  in servizi già fortemente esposti a tali condizioni favorite dalla   localizzazione delle sedi e dalla scarsa sorveglianza". Per questo, annuncia la Fimmg, "stiamo valutando l'opportunità   di segnalare alle Prefetture tale problema, in modo che sia il Governo  stesso a caricarsi il problema che ha superficialmente creato non predisponendo adeguata informazione o, nell'impossibilita di questa, non valutando un possibile rinvio dell'entrata in vigore del Dl limitatamente alle norme sulla prescrizione dei farmaci". Il ministero ha puntualizzato però che "i medici conoscono correttamente i principi attivi dei prodotti farmaceutici", e "in ogni caso nelle liste pubblicate dall'Aifa i   prodotti sono già raggruppati anche per principio attivo". In una nota del 9 agosto, il dicastero di Lungotevere Ripa ha quindi specificato che la legge "non prevede eccezioni alla immediata applicazione della nuova disciplina, non appena pubblicata in Gazzetta  Ufficiale". I sistemi informatici saranno "adeguati nel corso dei prossimi due mesi". Ma nel frattempo, "in attesa che i sistemi informatici per la compilazione della ricetta online e per la trasmissione dei relativi dati vengano adeguati alle nuove norme con l'indicazione del principio attivo, i medici prescrittori dovranno ricorrere ad una   compilazione, parzialmente o totalmente manuale, della ricetta, a seconda del software di cui dispongono".

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