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Ingroia & Co, i pm prezzemoliniadesso fanno pure le vittime:"Su di noi silenzio assordante"

Antonio Ingroia

Alla festa del "Fatto Quotidiano" il grido di dolore: "Nesssuno parla della nostra inchiesta. Abbiamo bisogno del vostro sostegno, della vostra attenzione"

Andrea Tempestini
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  Alla festa del Fatto Quotidiano, il giornale manettaro vicediretto da mister manetta, Marco Travaglio, non poteva mancare l'ovazione dei pm. E il pm super-star del momento, la toga che sta raccogliendo un successo da far invidia anche al capostipite John Henry Woodcock, è Antonio Ingoria, il procuratore aggiunto di Palermo in odor di Guatemala. Ingroia, in compagnia di Nino Di Matteo, pm del capoluogo siculo, ha raccolto un fiume di pubblico. Sul palco, nella grande difesa dei magistrati, c'erano Giancarlo Caselli, procuratore di Torino e un tempo a capo dei pm di Palermo, il direttore Fatto, Antonio Padellaro, e ovviamente Marco Travaglio, massima rappresentazione del furor di manetta. Al centro della discussione, oltre alle intercettazioni tra Napolitano e Mancino, la presunta trattativa tra Stato e mafia sulla quale Ingroia e Di Matteo indagano da tempo.  "Un silenzio assordante" - Proprio di Di Matteo ha pronunciato una frase destinata a far discutere: "Su di noi c'è il silenzio assordante del Consiglio superiore della magistratura, delle istituzioni e degli organi centrali e romani". Insomma, secondo il procuratore di Palermo, sull'inchiesta si allunga l'ombra di un "silenzo assordante" che, in verità, viene smentito quotidianamente. Alle parole di Di Matteo ha prontamente risposto anche lo stesso Ingoria, che ha rincarato rivolgendosi alla platea adorante: "Sappiamo, siamo consapevoli che non è emersa ancora tutta la verità su quella stagione. Abbiamo bisogno del vostro sostegno, dell'attenzione. Che i riflettori siano sempre accesi. A oggi, in queste condizioni - ha concluso - questo è il massimo risultato". "In politica? Chissà..." - Il pm prezzemolino e la sua procura, alla festa in Versilia del Fatto Quotidiano, non si lasciano sfuggire l'occasione per raccogliere ancor più attenzione sul loro conto. Il fatto che Ingroia, ormai, si veda in televisione più di Pippo Baudo all'apice della carriera non è sufficiente. Meglio chiedere sempre più esposizione. Anche se, in teoria, a breve sulla strada di Ingroia ci sarà il Guatemala. Già, in teoria. Perché spesso il nome del pm è stato associato alla discesa in politica. Una soluzione che lo stesso Silvio Berlusconi, una delle vittime preferite di Ingoria, gli avrebbe consigliato nel corso del recente colloquio-show a Palermo: "Lei è bravo, si candidi", gli avrebbe detto il Cavaliere. La risposta, indiretta, a Berlusconi è arrivata domanieca: "Al momento - ha spiegato Ingoria - io faccio il pubblico ministero, amo il lavoro che faccio. Come è noto tra qualche mese andrò a ricoprire un incarico delle Nazioni Unite in Guatemala, in linea con il lavoro che ho fatto finora nel contrasto al narcotraffico. Una mia candidatura alle prossime elezioni politiche? E' troppo presto per parlare di queste cose. Intanto io continuo a fare il mio lavoro. Poi si vedra". Tutt'altro che una smentita...  

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