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Ogni ministero butta viaun miliardo al giorno

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L'allarme di Confartigianato: "La spesa pubblica cresce di oltre 2 milioni di euro all'ora"

Nicoletta Orlandi Posti
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Tra il 2000 e il 2012 la spesa pubblica italiana è aumentata di 250 miliardi, alla straordinaria velocità di crescita di oltre 2 milioni di euro all'ora, ovvero quasi 40mila euro ogni minuto. E' quanto emerge dai dati del Rapporto annuale del'ufficio studi di Confartigianato, citati dal presidente Guerrini. Per il numero uno di Confartigianato, bisogna porre un freno serio a questa corsa: "Realizziamo sul serio la spending review - è il suo invito al governo - superando con determinazione le resistenze degli apparati pubblici e liberiamo così risorse consistenti per alleggerire la pressione fiscale sulle imprese". "Riteniamo necessario - ha detto nella sua relazione all'assemblea della Confederazione - che la politica, gli amministratori pubblici, chi ha responsabilità di governo, guardi al Paese reale ed attinga all'esempio della gente normale che ogni giorno lavora malgrado tutte le crescenti difficolta', mantenendo alto il valore economico dell'Italia nel mondo. Crediamo quindi che ci siano ampi margini per ridurre la spesa pubblica improduttiva, per eliminare gli sprechi e per modificare le condizioni che oggi vincolano le imprese e frenano la ripresa economica.  Concentriamoci su pochi obiettivi, ma realizziamoli". Lotta alla burocrazia - Dove andare a tagliare non dovrebbe essere difficile da capire per i tecnici. Ogni ministero, ad esempio, ci costa ogni anno 283 miliardi (compresi gli stipendi) di cui 108 solo per la parte burocratica. E proprio la burocrazia è finita nel mirino di Guerrini che ha ricordato alcuni dati degli ultimi anni: "Si sono succedute 5 proposte di riforma fiscale ma, contemporaneamente, il peso delle tasse è cresciuto di oltre 4 punti, passando dal 40,8% del Pil nel 1994 al 45,1% nel 2012. E, al netto dell'economia sommersa, la pressione fiscale effettiva è lievitata al 53,7%. Sono numeri impressionanti: basti pensare che quest'anno il Pil cresce di 8 miliardi, le entrate fiscali di 46", ha sottolineato. Si deve intervenire anche sul fronte del costo del lavoro e della burocrazia. Sul primo, ha affermato, "pesa una tassazione pari al 47,6%, vale a dire 12 punti in più rispetto alla media del 35,3% registrata nei Paesi Ocse". La semplificazione della burocrazia, ha invece ammonito, "è una bandiera agitata non si sa piu' quante volte; eppure oggi gli oneri amministrativi pesano sulle aziende italiane per 23 miliardi l'anno, pari a 1 punto e mezzo di Pil. Ogni impresa deve dedicare a pratiche e scartoffie 86 giorni l'anno. Soltanto in questa legislatura sono state varate 222 norme fiscali ad alto tasso di complicazione, una ogni sei giorni". 

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