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I senatori se ne infischiano della crisiSi aumentano i benefit del 79%

Nel bilancio preventivo di Palazzo Madama crescono le voci di spesa per il cerimoniale, le attività interparlamentari, i contribuiti, i sussidi e le ricerche

Nicoletta Orlandi Posti
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Armatevi di santa pazienza per leggere tutti i numeri che daremo di seguito. I numeri del bilancio preventivo di Palazzo Madama che dimostrano come la crisi tocchi tutti, ma non i senatori. Ebbene a fronte di un misero taglio dell'1% della macchina amministrativa (si passa da 542 milioni a fronte di 563 spesi nel 2011), il Senato, prima di chiudere i battenti per le ferie, ha approvato vari capitoli di spesa in cui spiccano aumenti a dir poco imbarazzanti se si confrontano con i sacrifici ai quali sono chiamati gli italiani.  Le spese di rappresentanza ci costeranno il 79% in più rispetto all'anno scorso: ci sono anche altri 2 milioni e mezzo in più per non meglio specificate "attività interparlamentari", un milione e 800 mila euro in più (il 27%) per "contributi e sussidi", nonchè 850 mila euro in più (16,6%) per la manutenzione straordinaria e 443 mila euro in più per le "ricerche".  Ma la voce più pesante del Bilancio, fa notare il Fatto, è quella relativa al personale di Palazzo Madama. Le pensioni degli ex senatori graveranno sulle spalle dei contribuenti italiani per 77 milioni di euro (+2,1% rispetto l'anno scorso), mentre quelle degli ex dipendenti del Senato costano 107 milioni, ben 8 milioni in più rispetto al 2011. I lavoratori ancora in servizio costeranno agli italiani ciascuno 148.800 euro l'anno (più di un senatore che senza rimborsi prende 136.203 euro) per una spesa totale di 164,7 milioni di euro. Tutto questo per dire che gli sprechi sono davvero ancora tanti e che, senza andare a guardare troppo lontano, si potrebbe cominciare in casa propria se solo ci fosse la volontà di farlo.

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