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"Nessun senso di colpa per la morte di D'Ambrosio"

Nicoletta Orlandi Posti
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  "Non ho provato nessun senso di colpa per la morte di Loris D'Ambrosio, ma profondo dispiacere sul piano umano, questo sì". Lo ha dichiarato Antonio Ingroia, magistrato della Procura di Palermo titolare dell'inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, nel corso del suo intervento al programma televisivo KlausCondicio, condotto da Klaus Davi su Youtube. "Dispiacere per la perdita di un collega che conoscevo da tanti anni e che incrociavo nei corridoi del ministero della Giustizia", ha aggiunto Ingroia, "allorquando era capo di Gabinetto, facendo parte di commissioni tecniche, che ho apprezzato e con il quale ho collaborato in anni diversi". Il magistrato ha poi sottolineato che "quando muore un collega che tu apprezzi, ovviamente sei dispiaciuto. So che non c'è e che non può in alcun modo esserci una relazione tra la sua morte e le nostre indagini. Nell'indagine D'ambrosio era testimone e sempre come testimone era stato sentito. Nessun addebito gli era stato mosso dalla Procura di Palermo, quindi non vedo per quale motivo dovrei mettere in relazione le due cose", conclude Ingroia.  "Monti ha sconfinato" - Ingroia ha poi detto di aver apprezzato le dichiarazioni del premier Mario Monti quando, in occasione della commemorazione di Capaci, ha sostenuto che l'unica ragion di Stato è quella dell'accertamento della verità. "Non condivido invece", ha aggiunto "le ultime rilasciate dal nostro presidente del Consiglio sull'operato della procura di Palermo, ma ovviamente ognuno ha il diritto di sostenere le proprie opinioni". "Più in generale - conclude Ingroia - non posso non osservare che questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo: mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale".  

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