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Grillo a Favia: "Era un disoccupato a cui il potere ha dato alla testa"

Beppe Grillo

Andrea Tempestini
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  Questa volta Beppe Grillo risponde a Giovanni Favia, il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle protagonista del fuorionda a PiazzaPulita ("Non c'è democrazia interna, Grillo è un fantoccio di Casaleggio") e che, lunedì sera, ha rincarato in televisione, a Otto e Mezzo, mettendo ancora nel mirino il giullare ligure ("Non cambierà l'Italia"). Poche righe, come al solito sul blog, per rispondere alle accuse: "Io non caccio nessuno - scrive il dittatore Grillo -, ma Favia non ha più la mia fiducia". Parole che assomigliano tanto a un'epurazione, una di quelle epurazioni a cui il comico sta abituando i suoi "devoti", i "fedelissimi del web" che continuano a bersi l'illusione di una democrazia dal basso. Eccola, la "democrazia" di Grillo, quella che Favia ha detto chiaro e tondo che non esiste, la "democrazia" dell'espulsione e del confino dei dissidenti (Favia ha anche svelato che Grillo, proprio come il guru Casaleggio, non gli risponde al cellulare). "Disoccupati con un po' di potere" - Ma Grillo, a Favia, non ha risposto soltanto con il breve messaggio pubblicato sul suo blog, in perfetto stile Grillo-Bin Laden. No, infatti come svelato dal Corriere della Sera, il giullare a 5 stelle si è prodotto in uno dei suoi velenosi comizi, tenuto, nel suo ufficio: la spiaggia. "Nel Movimento - ha detto Grillo - abbiamo questi due o tre ragazzi che hanno fatto due mandati e non si possono più ripresentare e così sono entrati nel panico. Li capisco, per carità. Erano disoccupati e per un po' di anni si sono trovati a prendere uno stipendio da 3mila euro al mese e a gestire un po' di potere, e adesso si sentono  l'acqua alla gola perché devono lasciare. Così vanno in televisione a straparlare di democrazia. Il grano e il poterino purtroppo sono un problema", ha concluso. Insomma, Grillo spiega che i suoi consiglieri hanno perso la testa perché erano degli straccioni e lui li ha resi potenti. Particolarmente comico, infine, il passaggio in cui il dittatore a 5 Stelle accusa Favia (pur senza citarlo) di "straparlare" di democrazia. Un accusa paradossale se a rivolgertela è proprio Beppe Grillo, uno a cui il "poterino" e il "grano" hanno veramente dato alla testa.  

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