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Litigi col mister: anche Ibrahimovic via dal Milan?

L'attaccante svedese non sopporta Allegri e lo spogliatoio. Il tecnico avrebbe chiesto la cessione di Zlatan

Alvise Losi
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Zlatan Ibrahimovic via dal Milan. La notizia è rimbalzata ieri dalle solite fonti politiche vicine a Silvio Berlusconi. Un parlamentare avrebbe assicurato che Adriano Galliani e Massimiliano Allegri, amministratore delegato e allenatore rossoneri, abbiano richiesto al presidente del Milan la cessione dell'attaccante. Clima teso - E' dalla sconfitta contro l'Arsenal (3-0) che il centravanti svedese è critico nei confronti dell'allenatore e si è parlato di sfuriate e litigi furibondi all'interno dello spogliatoio. Ibra non ha gradito l'arrendevolezza della squadra negli incontri decisivi della stagione. Paradossalmente non aver vinto nulla sarebbe il male. Il problema vero per il fuoriclasse è non vedere prospettive di crescita a Milano. Una squadra che non solo non vuole comprare e rafforzarsi, ma pensa di smantellare. Oltre alla partenza dei senatori Gattuso, Seedorf, Inzaghi, Nesta, Zambrotta (e Van Bommel), il rischio è che i rossoneri cedano all'ormai pluriennale corteggiamento del Barcellona per Thiago Silva, l'unico altro giocatore che con Ibra possa fare la differenza nel Milan. Tutti motivi che avrebbero portato l'attaccante a non rivolgere più la parola a nessuno. Smentite - Subito è arrivata una nota ufficiale del Milan: "La voce secondo cui ci sarebbe incompatibilità tra Ibrahimovic e l'allenatore Allegri è destituita di ogni fondamento e non vera". E solo il giorno prima, ad altre voci di mercato lo stesso Allegri e Galliani avevano risposto con un secco "Ibra resta, senza alcun dubbio". La verità, come sempre in questi casi, non verrà mai fuori, ma è probabile che Ibra stia mandando segnali per assicurarsi che la squadra non sia smantellata: il suo grande pallino resta la vittoria della Champions League. E poi è vero che, finito il campionato e in attesa dell'inizio degli Europei di calcio in Polonia-Ucraina, i commenti non hanno molto di cui parlare. Ma anche dopo gli europei l'estate sarà molto lunga. Due mesi, dall'1 luglio al 31 agosto, per parlare di calciomercato. E per rivangare vecchie storie rossonere. Parallelo - Incredibile la coincidenza tra la crisi attuale e quella di inizio anni Novanta. Ibra-Allegri come Van Basten-Sacchi? Il paragone rischia di essere eccessivo: Zlatan non è Marco, anche se sempre lo stesso Galliani lo ha più volte accostato i due attaccanti. Soprattutto, Allegri non è Sacchi. Se allora Berlusconi decise che tra calciatore e allenatore era meglio tenere quello che sul campo correva, forse sarebbe bene pensare alla stessa cosa adesso. L'anno scorso il mister rossonero l'ha avuta vinta e ha fatto andare via Ronaldinho e, peccato ben più grande, Andrea Pirlo. Difficile che il presidente de Milan decida di cedere ancora.

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