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La Juve vince, il Milan non c'è: il Cav lascia San Siro prima della fine

Giulio Bucchi
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  Supercoppa e Berlusconi. Dopo la vittoria di Pechino sul Napoli, il successo a San Siro sul Milan nel tradizionale appuntamento estivo dedicato al padre del presidente rossonero. La Juve porta a casa la 22esima edizione del trofeo battendo 3-2 la squadra di Allegri e dimostrando una superiorità tecnica e di condizione che va ben oltre il risultato. Senza Buffon e Pirlo, con molti giovani in campo (dal francese Pogba, ottimo a centrocampo, fino a Marrone e Masi in difesa), gli uomini di mister Carrera (con lo squalificato Conte in panchina) dimostrano buoni automatismi e molta compattezza. A differenza del Milan, che pare ripiombato nelle incertezze e nella depressione di un'estate di crisi, tra partenze pesanti e maldipancia continui. L'ultimo, quello di Antonio Cassano che pare vicinissimo all'Inter in campio di Pazzini. L'arrivo del Pazzo, se non risolutivo, sembrerebbe comunque un buon aiuto ad Allegri, che deve ancora fare i conti con un Pato-ectoplasma: entrato dopo l'intervallo, il brasiliano reduce dalle Olimpiadi ha toccato il suo primo pallone al 25'. Parziale sollievo: non si è infortunato, a differenza di quanto capitava l'anno scorso. Cattive notizie - I gol della Juve (Marchisio, Vidal e Matri) sono arrivati tutti da clamorose distrazioni difensiva: sul primo gol mancata chiusura su cross basso di De Ceglie da sinistra (Abate e Flamini negativi), sul secondo errato fuorigioco di Antonini, sul terzo marcatura allegra di Constant (però bravo in attacco, da centrocampista e da terzino sinistro). Se davanti senza Ibra si soffre (Robinho, doppietta, l'unica nota lieta), dietro senza Thiago Silva si balla in maniera clamorosa. E il presidente Berlusconi non l'ha presa bene: sul 3-1, a metà ripresa, ha lasciato lo stadio visibilmente deluso senza partecipare alla premiazione finale, affidata al fido Adriano Galliani. In serata, vertice sul mercato proprio insieme all'amministratore delegato e a mister Allegri: si è parlato di Cassano (con l'ok del tecnico allo scambio con Pazzini), di Kakà (sempre più difficile), di Borriello (i tifosi allo stadio hanno detto un sonoro "no" al ritorno dell'attaccante), di Matri (che non ha esultato dopo la sua rete...): nomi importanti, alcuni suggestivi. Ma nessuno di questi sembra in grado, da solo, di cambiare l'inerzia di una stagione rossonera cominciata decisamente col piede sbagliato.     

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