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Lo studente all'insegnante: " Chi comanda qui, eh? Si inginocchi!"

Andrea Bisaschi
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L'aggressione verbale a cui si riferisce il titolo riguarda un episodio accaduto poco tempo fa a Lucca, che vede vittima ancora una volta un insegnante. Uno studente minorenne di un Istituto Tecnico è stato l'artefice di questa violenza, perché a suo avviso gli era stato assegnato un voto ingiusto. Non voglio soffermarmi su questo episodio in particolare, dato che è purtroppo uno dei tanti che si stanno verificando nelle scuole della nostra Penisola.  Mi preme invece porre l'attenzione sul perché questi fatti accadano e che strategie di contrasto a questi fenomeni, possano essere utilizzate. Cosa sta succedendo ai giovani? Purtroppo nulla di diverso rispetto a venti anni fa, è solo lo scenario che è cambiato.  Anche quando andavo a scuola io c'erano i ragazzi educati e i mascalzoni, la differenza però la facevano i genitori. Per la stragrande maggioranza dei genitori gli insegnanti erano l'autorità e questo pensiero veniva trasmesso inconsapevolmente ai figli, che lo accettavano volenti o nolenti. Si partiva dal postulato che il professore ha sempre ragione.  Oggigiorno è esattamente l'opposto. Se un figlio sente i genitori che a parole delegittimano gli insegnanti, non bisogna poi stupirsi di determinati comportamenti agiti. Questi genitori probabilmente non hanno insegnato ai figli il rispetto. Infatti i bambini non nascono con il rispetto per il prossimo, quest'ultimo non è una pulsione che è genetica, si apprende con l'esempio e l'educazione genitoriale. Se però i genitori sono i primi a non portare rispetto per il prossimo e in questo contesto nei confronti degli insegnanti, ecco spiegato in breve l'arcano. I professori di contro si trovano catapultati in uno scenario a loro sconosciuto. Cresciuti in periodo in cui l'autorità dell'insegnante era dovuta e legittima, ora si trovano a fare i conti con studenti che non gliela riconoscono a priori e se la devono conquistare.  Le gerarchie funzionano in una società, nella quale l'educazione civica è un fondamento imprescindibile. Oggi purtroppo non è più così. Le frasi dette dal giovane di Lucca sono esplicative: "Chi comanda qui? Inginocchiati". Il giovane non riconosce l'autorità di un professore di 64 anni, quindi non alle prime armi.  Perché non riconosce l'autorità?  Perché molto probabilmente i genitori dello studente sono i primi a non riconoscerla e lui ha appreso perfettamente il comportamento. Come uscire da questa situazione? Esistono a mio avviso due strade, una culturale e l'altra didattica. Quella culturale deve riportare la scuola verso una funzione più educativa che puramente nozionistica. L'obiettivo primario dell'istituzione scolastica deve essere formare cittadini civili, poi raggiunto questo obiettivo ben vengano le nozioni, indiscutibilmente importanti. La seconda strada da intraprendere riguarda la modalità di insegnamento dei docenti. Un ragazzo che si rivolge in modo così incivile ad un insegnante non si istruisce con una sospensione. Molto brutto da dire ma questa tipologia di persone riconosce l'autorità solo in termini di forza. Lo so ciò che ho appena detto non è politically correct ma purtroppo è così. Non intendo ovviamente dire che la soluzione migliore sia quella di dare dei ceffoni ai maleducati, intendo dire che non bisogna proprio arrivare a quel punto, perché a quel livello l'insegnante ha perso, non solo con il singolo ma con l'intera classe. L'unico modo che hanno gli insegnanti per proteggersi è prevenire, creando un'alleanza con la classe che farà acquisire loro immediatamente quell'autorevolezza, che andrà a limitare notevolmente episodi così incresciosi. Per fare questo il professore deve tornare a fare innamorare gli studenti, emozionandoli, appassionandoli allo studio, non conta la materia che tratta, conta la capacità di coinvolgere i ragazzi, trasmettendo loro la curiosità e l'amore per il sapere. Così facendo, il maleducato di turno non verrà rinforzato dai compagni con applausi, sghignazzamenti e riprese video, ma verrà delegittimato dagli stessi, del ruolo di leader negativo.

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