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Vittorio Feltri e "l'incontestabile verità" che la sinistra non vuole far dire: "Proteggiamo l'islam, addio pace"

Vittorio Feltri
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Non sopporto l'islamismo, religione che ritengo insensata, mentre sopporto il cristianesimo perché ha favorito il diffondersi di una cultura civile, a lungo termine. Quando i cattolici arrostivano gli eretici facevano schifo. Adesso fanno schifo i musulmani con la loro passione per le decapitazioni, gli attentati, l'odio per gli occidentali a cui poi chiedono ospitalità. Ma ciò che più stupisce è che noi europei, nonostante tutto, tolleriamo questa gente imbevuta di una fede che la porta a commettere stragi, a incendiare le cattedrali, ad ammazzare chi rispetta il crocefisso. Non solo la tolleriamo, la proteggiamo. In un recente passato sono stato processato e censurato dall'Ordine dei giornalisti per un articolo scritto su Libero in cui deploravo il comportamento e la mentalità di certi seguaci di Allah dediti a umiliare e vessare le donne, senza contare le loro violenze che hanno insanguinato mezza Europa. Incredibile.

Mi hanno punito per aver espresso una opinione dai contenuti incontestabili. Significa che gli islamici hanno intimidito anche la libera stampa, piegandola a una ideologia tanto sgangherata quanto potente. Io, cronista da mezzo secolo, non sono autorizzato a criticare persone che trattano le femmine quali schiave, che occupano le nostre città pretendendo di imporre ai locali i propri costumi privi di umanità. Un tribunale speciale costituito da professionisti dell'informazione mi ha sanzionato per aver esposto la mia libera opinione sul modo vergognoso di agire di uomini che suppongono ingenuamente di essere attesi in paradiso da 77 vergini e che si fanno esplodere nella speranza di accelerare i tempi per abbracciarle.

Scusate, cari lettori, vi sembra normale che un redattore non possa mettere in ridicolo ciò che tale è? E venga bastonato soltanto perché afferma una verità inconfutabile? Nella mia lunga vita nelle redazioni ne ho viste di ogni colore e ormai non mi stupisco più di niente, però mi domando come mai trionfi sempre di più la stupidità di chi invece dovrebbe difendere la categoria chiamata a raccontare la realtà. La stampa è governata da personaggi quasi tutti di sinistra i quali interpretano il nostro mestiere come riguardasse l'igiene dei loro cessi lordati dal politicamente corretto, parente stretto del soffocamento del pensiero individuale la cui espressione è garantita dall'articolo 21 della Costituzione. Addirittura questi sacerdoti ostili all'anticonformismo si sono inventati un codice deontologico arbitrario e oscurantista che vieta di usare il linguaggio del popolo, ignorando che la parola appunto popolare è l'unica forma di democrazia genuina. Noi reclamiamo il diritto di dire ai musulmani che rifiutiamo la loro maniera di vivere contraria alla nostra cultura.

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