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Rocco Casalino, Pietro Senaldi: il suo ricovero al San Raffaele smentisce le accuse di M5s e Fatto Quotidiano alla Lombardia

Pietro Senaldi
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 In settimana è passato un altro ospite eccellente in corsia all'ospedale San Raffaele di Milano, oltre a Silvio Berlusconi. Si tratta di Rocco Casalino, portavoce del premier Conte nonché boss incontrastato della comunicazione grillina. Il nostro, avendo un problema di salute, ha pensato bene di far le valigie e salire al Nord per affidarsi alla vituperata sanità lombarda. Fortunatamente, l'ex abitante della casa del Grande Fratello non ha il Covid ma si è ricoverato solo per un banale intervento, rimozione di una cisti alla mandibola, dopo il quale è stato prontamente dimesso. Ci rallegriamo con lui, ha dimostrato di sapersi scegliere le cliniche meglio dei fidanzati, visto che il ludopatico cubano con cui convive(va?) si bruciava il reddito di cittadinanza comprando e vendendo titoli azionari su internet.

La legittima, e condivisibile, scelta sanitaria di Rocco smentisce nei fatti le accuse mosse dalle più autorevoli voci dei cinquestelle, e dal loro principale organo di stampa, Il Fatto Quotidiano, nei confronti della sanità lombarda durante i mesi della pandemia. La stampa vicina alla maggioranza giallorossa è andata avanti per settimane a sostenere che i morti a Bergamo, Lodi e Brescia non fossero dovuti al fatto che i focolai principali del virus erano scoppiati in quelle città, aggredite dal Corona prima delle altre e alla circostanza che i medici si fossero trovati impreparati a fronteggiare una malattia di cui non sapevano nulla. Il presidente Fontana, l'assessore Gallera e tutta la dirigenza sanitaria leghista sono stati attaccati con inusitata violenza e trattati come degli assassini dagli organi di stampa che fanno a gara per dispensare carezze a Casalino. Il governo stesso ha messo in discussione il sistema di welfare della Lombardia, rimproverandogli di essere troppo sbilanciato in favore degli ospedali privati e di fatto screditando la sanità più efficiente d'Italia, meta di centinaia di migliaia di viaggi della speranza l'anno di malati che vengono a Milano per curarsi da ogni Regione della Penisola.

 

 

Con il suo gesto, che vale più di mille conferenze stampa, Casalino dimostra di non condividere il giudizio del governo che sostiene il suo capo e di pensare, come Libero ha sostenuto anche nei momenti più bui della pandemia, che le cliniche meneghine e i medici che ci lavorano sono tra i migliori d'Italia. Evidentemente, anche per i grillini, un conto è l'ideologia e lo scontro politico, campo dove uno vale uno, altro è la tutela della salute personale, dove ciascuno pensa per sé e sceglie il meglio. Chissà cosa penserà l'indottrinato popolo dei cinquestelle nel vedere uno dei loro fari andarsi a curare nell'ospedale berlusconiano per eccellenza, fiore all'occhiello dell'amministrazione che fu di Formigoni nonché luogo di lavoro del professor Zangrillo, che il pentastellato medio, pure più sveglio di Toninelli e della Lezzi, annovera tra i negazionisti? Forse comincerà ad avere il dubbio che i suoi idoli lo hanno preso in giro, un po' come ha fatto Scanzi, il giornalista autoproclamatosi scienziato che dichiarò che il Covid in pratica non esisteva e faceva meno morti dell'influenza, salvo poi dare alle stampe il libro «I cazzari del virus», nel quale con eccesso di umiltà non ha ritenuto di autocitarsi. D'altronde, quando si nasce modesti... 

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