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Vittorio Feltri, Putin e il vaccino russo in regalo a Silvio Berlusconi: "Coronavirus, un gesto significativo"

Vittorio Feltri
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La notizia nuda e cruda è questa: Vladimir Putin ha regalato in segno di amicizia a Silvio Berlusconi, sofferente per il Covid, una dose del vaccino russo che previene gli effetti devastanti del virus. Non è un gesto da sottovalutare per vari motivi. Il più importante è che l'antidoto in questione, stando a vari esperti, sarebbe molto efficace, probabilmente decisivo per contrastare l'infezione. Naturalmente gli avversari dello zar ne minimizzano i benefici, ma ignorano di cosa discettano come dimostra la circostanza che per adesso non hanno cavato un ragno dal buco. Parlano parlano, promettono, però finora non hanno combinato un accidenti. Sono persone inaffidabili che amano scontrarsi in televisione nella speranza di conquistarsi un po' di popolarità.

 

 

Putin, invece, zitto zitto, ha approntato un prodotto salvifico, per cui l'odio nei suoi confronti è destinato ad accrescere. Un uomo di polso non è mai simpatico alla sinistra, a meno che non si tratti di Stalin o di Breznev. Ricordo che quando il primo, cioè Baffone, morì, L'Unità, organo ufficiale del Pci, in lutto annunciò il decesso con questo titolo: «È scomparso un grande statista». Oggi gli stessi compagni e i loro eredi sostengono che il presidente russo, il quale ha risollevato le sorti del suo Paese, sia un coglione.

 

 

 

In sostanza, i progressisti preferivano il vecchio e truce dittatore al nuovo padrone regolarmente eletto dal popolo. I comunisti, allorché si tratta di confermare la propria indole violenta, sono coerenti con il proprio vergognoso passato. Vabbè, niente di inedito. Mosca per prima al mondo predispone un immunizzante e la cosiddetta comunità scientifica, in parte, non tutta, mostra di non credere alla bontà del ritrovato che viene dal freddo. Come se nella ex Urss il Corona sia considerato un scherzo da prete e non una minaccia per la salute pubblica. Da notare che Vladimir ha fatto somministrare il vaccino in questione perfino alla figlia, nei confronti della quale suppongo nutra affetto e non desideri sottoporla a gravi rischi. In altri termini, non ho dubbi che Putin sia sicuro della validità del suo farmaco e mi auguro che ne dia una dose pure a me. Ché non si sa mai... Il dettaglio che egli abbia rifornito della sostanza miracolosa anche il suo amico Silvio mi appare rincuorante. Un'ultima considerazione. Noi italiani ci siamo fidati addirittura di Giuseppe Conte e di Massimo Galli, bravo scienziato ma non Dio, volete che siamo diffidenti nei confronti del Barone russo? Va da sé che il Cavaliere prima di iniettarsi il prodigioso rimedio moscovita debba vincere la fase acuta della malattia. Eppure sono convinto che gli faccia piacere che dal Cremlino Vladimir si sia interessato a lui nella sua ora di dolore.

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