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Vittorio Feltri e il referendum: "Dicono che sarà una vittoria per Di Maio e M5s, ma sbagliano"

Vittorio Feltri
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Come ha scritto su Libero Renato Farina il referendum che ci accingiamo a votare, qualsiasi esito darà, non cambierà nulla. Quand'anche si approvasse il taglio di deputati e senatori, il Parlamento seguiterà a contare poco o niente, essendo stato esautorato dalla presidenza del Consiglio, per cui personalmente mi asterrò dal recarmi al seggio. So già che vinceranno i sì, della qual cosa non mi importa un accidente. Qualcuno dice che trionfatori saranno i pentastellati che hanno avuto l'idea di sfoltire la cosiddetta casta. Ignoro quali effetti benefici essi potranno trarre da una eventuale e probabile affermazione, visto che i primi a dover rinunciare a gran parte delle poltrone saranno proprio loro, avendo attualmente il 33 per cento dei consensi, destinati a ridursi del 50 per cento per effetto del calo mostruoso del movimento, senza contare che la diminuzione dei seggi a disposizione comporterà una ulteriore riduzione dei rappresentanti di ogni partito. Nessun vantaggio sostanziale ci sarà dunque neppure per i grillini, per i quali la riforma si tradurrà in una sorta di suicidio.

 

 

Altri commentatori avventati suppongono che la affermazione dei sì consentirà ai 5 stelle di confermarsi protagonisti della maggioranza che tiene in vita il governo. In realtà il predominio del gruppo Di Maio non è comunque in discussione in questa legislatura. In altri termini l'esecutivo sarà saldamente in sella fino a che non sarà sfiduciato costringendo il capo dello Stato a sciogliere le Camere e a indire nuove elezioni politiche. Non sembra di vedere all'orizzonte una simile ipotesi. Il fatto che Conte non sia stato eletto dal popolo è ininfluente, dato che la Costituzione prevede che il premier sia scelto pure fuori dal Parlamento. Così come la scarsa competenza dei componenti del consiglio dei ministri non è un motivo sufficiente, dal punto di vista dei regolamenti, per mandarli a casa. Pertanto non illudiamoci che una sconfitta dei giallorossi alle prossime regionali possa determinare lo spappolamento dell'esecutivo. Finché esiste una maggioranza coesa le consultazioni anticipate ce le possiamo solo sognare. Non nascondiamo che esse sarebbero risolutive, ma poiché siamo realisti diciamo ai nostri lettori che un mutamento degli scenari non è all'ordine del giorno, e ricordiamo loro che le votazioni locali non incidono necessariamente sul potere centrale. 

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