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Matteo Salvini, contro di lui insulti e pallottole: ecco la vera democrazia "sinistra"

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Andrea Valle
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 L'hanno accompagnato in tutte le piazze d'Italia e anche in occasione degli ultimi comizi i contestatori non hanno voluto far mancare il loro sostegno a Matteo Salvini. Partiamo dalla Campania. Dopo i pomodori a Torre del Greco, ieri un centinaio di manifestanti si sono radunati fin dalle prime ore del mattino nel centro di Ariano Irpino per essere sicuri di non perdere l'arrivo del leader leghista per l'ultimo comizio del suo tour in Campania. L'ex ministro dell'Interno ha fatto prima tappa al carcere cittadino per esprimere solidarietà al personale della struttura dove si sono registrati più volte episodi di violenza tra i detenuti e una rivolta in occasione del lockdown, poi è arrivato nella piazza centrale dove i contestatori lo attendevano cantando l'immancabile «Bella ciao». Da lì, Salvini si è trasferito a Matera, in Basilicata, dove il consueto comitato di accoglienza dei centri sociali aveva preparato una decina di striscioni. Come già in precedenti occasioni, anche in questo caso il leader leghista non ha fatto mancare il suo saluto ai contestatori. E dal palco ha risposto alle accuse in materia di immigrazione: «Gli amichetti dei clandestini, quelli là, accolgono non per carità cristiana, ma perché ci fanno i miliardi di euro. Altro che carità cristiana, il portafoglio. Quelli con la bandiera rossa lascino in Comune nome, cognome e numero di conto corrente. Fanno i generosi con i quattrini degli altri». Risposta: «Scemo, scemo!». «Ecco», ha ribattuto Salvini. «Il programma della sinistra per Matera è questo, mia figlia che ha 7 anni ha un pensiero più evoluto... Ai vostri insulti rispondo con i bacioni».

 

 

DALLE PAROLE AI FATTI
Un siparietto che si è ripetuto a ogni tappa del tour del segretario del primo partito italiano. «Il che fa pensare», ha concluso il leghista «che se proprio dobbiamo cercare, in giro per la Campania o in giro per l'Italia, antidemocratici, razzisti o fascisti, io li trovo nelle piazze a sinistra che aggrediscono, offendono e lanciano sedie e pomodori. Quelli sono gli unici antidemocratici rimasti». Contro il numero uno del Carroccio, però, non arrivano solo insulti e pomodori, ma anche proiettili, come quello giunto in una busta a Roma e intercettato dalla Digos. «Se pensano di spaventarmi, hanno trovato l'uomo sbagliato. Non fanno paura a nessuno», ha commentato Salvini. «Io rispondo col sorriso, vi chiedo il sostegno alla Lega per andare da domenica prossima in Europa e difendere l'Italia e gli italiani». Una tensione crescente che, a giudizio del segretario leghista evidenzia il nervosismo: «Abbiamo già vinto prima del voto. Sapete perchè?», ha detto ai contestatori che questa volta lo aspettavano a Gioia del Colle, Bari. «Perchè sono convinto che se su questo palco ci fosse qualcuno di sinistra che non condividete, non sareste qui a fare casino, ma sareste a casa belli tranquilli». Per questo, ha concluso, «mi aspetto un voto libero, non ideologico».

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