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Matte Renzi e Giuseppe Conte? Un pessimo spettacolo, un "suk de noialtri": perché serve un test di ingresso anche in politica

Maria Emma Galbassini
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 C'è da mettersi le mani nei capelli. La politica italiana in questi giorni sta dando davvero un pessimo spettacolo. Stiamo assistendo a un teatrino pietoso, da sinistra a destra i riflettori sono puntati non su come uscire da questa pandemia e da questa crisi economica che ci stanno devastando, ma su come mantenere o conquistare una poltrona in Parlamento. Matteo Renzi ha dato il là ed è partito il suk de noaltri, l'accordo sottobanco, il do ut des, il "volemose bene" che ci conviene, la corsa al voto. Improvvisi colpi di fulmine, nemici che in un battibaleno diventano amici e viceversa, voltagabbana come se piovesse e baratto di ministeri. Intanto tra ospedali senza più posti letto, siringhe sbagliate, vaccini che non arrivano, Dpcm incomprensibili comunicati la sera per la mattina, ci troviamo nel caos più totale. Per rimediare, la soluzione più facile sono gli arresti domiciliari per milioni di italiani che non ci stanno capendo più niente tra zone rosse, gialle e arancioni, coprifuoco, chiusure e aperture delle attività lavorative e delle scuole. Senza contare i banchi con le rotelle, i bonus per i monopattini e gli occhiali e i tanti provvedimenti senza capo né coda. Tutto questo è scandaloso.

AL TIMONE DEL PAESE
Propongo un test di ingresso per chi vuole entrare in politica, dieci domande di base per capire se c'è della materia grigia o se la teca cranica è assolutamente vuota, superato quello ci si può sottopore al voto degli italiani. È inaccettabile avere al timone del paese degli improvvisati e incapaci che mettono l'istruzione all'ultimo posto e che passano il tempo ad insultarsi vicendevolmente. Si grida al voto al voto ma ci si domanda se la prossima classe politica sarà all'altezza. La gente impreca, maledice il governo, minaccia la disobbedienza civile, poi quando finalmente qualcuno prova a ribellarsi trova il vuoto attorno a sè, perchè si sa a parlare sono bravi tutti poi quando si tratta di agire i cacasotto sono la maggioranza e così rimaniamo nella melma. Un paese si governa per passione non per fame di potere. Scriveva Cicerone nel famoso trattato De Re Publica: «È ingiusto che uomini siano soggetti ad altri uomini che li dominano tranne se la condizione di servitù è vantaggiosa e avviene per il loro interesse, correttamente». Appunto. E ancora, parlando del modello ideale di uomo politico, colui cioè che sappia sacrificare ogni interesse personale per il bene della comunità: «Il reggitore dello Stato deve essere un uomo di qualità eccezionali e di profonda cultura, così da possedere saggezza, giustizia, equilibrio, eloquenza Deve anche avere scienza del diritto». Esattamente come i nostri politici.

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