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Paolo Becchi e il "segnale" lanciato da Mattarella: scioglimento delle camere, proprio nel giorno di Fico al Colle

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"A tirare troppo la corda c’è il rischio che si spezzi. E in quel caso può succedere di tutto, anche la cosa più normale di questo mondo: le elezioni anticipate". Quello di Paolo Becchi è a metà tra auspicio e "sospetto". Il professore, editorialista di Libero, da tempo preme sui social per una soluzione rapida della crisi, con sbocchi che possono andare dal ritorno al voto al governo di Mario Draghi, passando anche per un tentativo con una maggioranza di centrodestra in Parlamento. 
 

 

 

In questo senso, secondo Becchi è significativa la dichiarazione del presidente Sergio Mattarella in occasione dei 130 anni della nascita di Antonio Segni, e presidente della Repubblica. Ricorrenza che cade proprio nel giorno in cui l'esploratore incaricato Roberto Fico salirà al Colle per riferire sulle trattative nel centrosinistra per il Conte Ter. Un "presidente atlantista ed europeista", lo definisce Mattarella, che pone significativamente l'accento sulla decisione di rendere "non rieleggibile" il presidente, dando così la facoltà al Capo dello Stato di sciogliere le camere negli ultimi mesi del suo mandato. Una situazione assolutamente attuale, sbandierata da molti quasi come una minaccia ai partiti più che una legittima prerogativa del Quirinale. "Da meditare... - sottolinea Becchi -, che messaggio sta lanciando oggi Mattarella?". E poco dopo, un altro tweet: "È meglio un governo debole, sottoposto nel semestre bianco ai continui ricatti di Renzie, o un governo forte e legittimato dal voto popolare, prima di quel semestre? Presidente, per favore, se la ponga questa domanda".

 

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