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Mario Draghi "apostolo delle élites"? Chi lo dice non sa di che parla

Francesco Bertolini
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La politica è morta, la democrazia è ormai una finta recita, ma io mi sento come un naufrago che fino a pochi giorni fa attendeva la morte per disidratazione, e poi, all'improvviso vede la terra. E come me penso si sentano milioni di italiani che non sbagliano i congiuntivi, che lavorano e che creano ricchezza per il Paese. Non sono banchieri, non sono turbo liberisti che affidano tutto alla mano invisibile del mercato e non hanno sensibilità nei confronti di chi resta indietro, a volte per malattie, a volte per eventi familiari, a volte perché la vita è difficile, e a volte perché attendono passivamente il sussidio di Stato. È contro questi ultimi e la politica che li ha pettinati in questi anni che l'altro popolo si schiera. Le democrazie rappresentative non sono vere democrazie. Nella storia i migliori, le élite, coloro che avevano qualità specifiche, costituivano l'aristocrazia che deteneva il potere; a volte erano scelti in base alle capacità militari, a volte per le capacità interpretative dei testi sacri, a volte tra gli anziani che possedevano la sapienza dell'esperienza. Draghi sarà anche l'apostolo delle élite, ma ha quell'autorevolezza che mancava a tutti, quell'umiltà di chi sa fare, dei veri leader, non dei capetti analfabeti dei partiti che hanno governato negli ultimi anni. Salvini, Zingaretti, Di Maio, Meloni nessuno di questi è laureato. È pieno di laureati incapaci e farabutti, ma ciò non toglie che i naufraghi siano stanchi di ascoltarli. Forse mi illudo, ma il lampo di luce che ha squarciato il buio dei cieli d'Italia, era inaspettato, e forse per questo, ancora più gradito. Draghi ha distrutto la redditività delle banche, con la sua politica di tassi negativi; forse i Fratoianni, i Dibba e i Borghi dovrebbero leggere i suoi interventi e i suoi scritti, anziché scrivere post su Facebook. Ha distrutto le banche per salvare i Paesi, in primo luogo l'Italia. Ora quest' uomo guiderà, si spera, questo Paese, diventando il faro dell'intera Europa, perché la sua autorevolezza, il suo allure come direbbero i francesi, modifica gli equilibri, sposta i rapporti di forza. Non so se gli analfabeti riusciranno a capirlo, così come non sono sicuro che l'apostolo delle élite faccia davvero l'interesse delle élite; sono invece sicuro che le sue scelte non saranno casuali, son sicuro che non ci saranno più quelle buffonate in diretta social o ancor peggio quegli annunci dai balconi o dalle spiagge. Aldo Moro andava in spiaggia in giacca e cravatta, perché aveva un ruolo istituzionale; non chiedo tanto a Draghi, sono passate ere geologiche da allora. Non chiedo niente; la democrazia sarà anche morta, ma se la democrazia ci ha dato una classe politica come quella che spero sparisca al più presto, darei a Draghi il titolo di imperatore

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