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Beppe Grillo, Vittorio Feltri: "Quel video è agghiacciante, ma il comico va rispettato". La scomoda verità del direttore

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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È iniziato il tiro al bersaglio. Tutti i lacchè i quali per alcuni anni hanno umettato le terga di Beppe Grillo adesso gli sparano addosso per demolirlo, solita operazione squallida all'italiana che provoca ondate di disgusto. I fatti sono noti. Il figlio Ciro (io avevo un cane con questo nome che era il più saggio della mia famiglia) del comico ligure verrà probabilmente rinviato a giudizio insieme a tre amici, con i quali avrebbe abusato di una ragazzina nel 2019, dopo averla costretta a tracannare alcol a iosa. Brutto affare su cui ci auguriamo faccia chiarezza il tribunale. Cosa sia successo in realtà lo ignoriamo non avendo visto le carte giudiziarie.

 

 

Nel frattempo però, con l'avvicinarsi del probabile processo, il capo del Movimento 5 Stelle ha sentito l'esigenza di sfogarsi in un video postato sui social network e poi trasmesso dalla tv. Un filmato agghiacciante nel quale l'attore politico difende in modo invero sgangherato il suo erede, adducendo motivazioni da verificare, comunque legittime. In sintesi, egli ha sostenuto che la signorina non sia stata violentata bensì fosse consenziente. Oddio, è difficile credere che una fanciulla, per quanto ciucca fradicia, abbia fatto volentieri l'amore addirittura con quattro giovanotti. Tuttavia Grillo spiega di possedere una registrazione le cui immagini dimostrerebbero che lei ci stava. Quindi Ciro e compagnia sarebbero innocenti. Stabilirà la magistratura come si sono svolti gli accadimenti. Intanto stiamo zitti, consapevoli che gli imputati non sono colpevoli fino a prova contraria.

 

 

Mi limito a dichiarare con veemenza un paio di cose. Non sono in grado di redarguire il vecchio Beppe che, essendo un padre, non se la sente di unirsi al coro di quelli che vorrebbero condannare a priori il suo ragazzino, e cerca pertanto di salvaguardarlo a ogni costo. Qualunque genitore disperato va capito se si scatena per proteggere il proprio discendente che rischia la galera dura per un episodio da accertare. Grillo forse ha esagerato nella foga, probabilmente avrebbe dovuto riservare alla fanciulla un minimo di riguardo, non essendo provato che sia una leggerona, per non dire di peggio.

 

 

Sappiamo che lo stupro ha due componenti decisive: la prepotenza maschile e la debolezza femminile, spesso accresciuta dalla paura degli orchi. Il povero istrione avrebbe fatto meglio a tenere il piede sul freno mentre concionava, così si sarebbe evitato le reprimende conformistiche di una folla di critici crudeli e insensibili, gente che sorvola sui sentimenti nobili della paternità. Io che non ho mai sfiorato la pelle di una donna se non su sua esplicita richiesta, comprendo lo stato d'animo di Grillo che vive come un incubo l'idea che il suo Ciro subisca una sentenza pesante. Pertanto sono solidale con lui e deploro coloro che delle altrui disgrazie profittano per demolire vigliaccamente un uomo politico, peraltro a me non gradito ma da me rispettato. E non mi importa nulla che egli si sia trasformato in un battibaleno da manettaro a garantista. Meglio tardi che mai. Ripeto una frase che ho pronunciato ieri in tv, ospite di Milo Infante: quando comincia la caccia alle streghe io sto con le streghe.

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