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Vittorio Feltri sugli esperti del coronavirus: "I virologi ci disorientano, gli scienziati però ci salvano"

Vittorio Feltri

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Dalle chiacchiere che girano pressoché in ogni ambiente sociale, si evince che cresce costantemente una certa antipatia nei confronti degli scienziati: virologi, infettivologi e compagnia. Le critiche che vengono loro rivolte prevalentemente riguardano il fatto che sono in disaccordo su molte questioni inerenti al Covid. In effetti può infastidire che vari professori si becchino in tv, dove stazionano praticamente tutto il giorno, dando l’impressione di bisticciare come cani e gatti su una malattia che ha provocato più morti della seconda guerra mondiale. La gente, che di scienza capisce poco o nulla, oltre a essere spaventata all'idea di contagiarsi, è disorientata e reclama maggiore chiarezza e un minimo di coerenza.

Sorvola sul problema che il virus nella sua forza distruttiva ci è piombato addosso all'improvviso e ha spiazzato chiunque, inclusi gli specialisti del ramo, i quali si sono trovati dinanzi a un misterioso agente in grado di distruggere vite umane. Nonostante ciò essi, in fin dei conti, hanno agito con prontezza, ovviamente discutendo ferocemente tra loro, e in poco meno di un anno sono stati capaci, appunto a tempo di record, di approntare miracolosamente un vaccino idoneo a sconfiggere il minaccioso nemico della nostra salute. Tanto è vero che l'antidoto, essendo stato iniettato velocemente alle masse, ha ridotto sensibilmente la gravità della pandemia. Non mi sembra un dato secondario. In fondo la scienza si è dimostrata, nonostante i suoi limiti, più efficiente della politica i cui sbandamenti sono noti.

 

 

 

Non era mai successo prima che gli studiosi riuscissero a sviluppare un medicinale risolutivo in pochi mesi, segno evidente che il genio umano non solo è più forte delle malattie, perfino quelle misteriose, ma è anche capace di agire con sorprendente tempestività. Quindi noi poveri tapini dovremmo, invece di lamentarci perché ci tocca subire i pistolotti televisivi degli esperti, ringraziare coloro che si sono inventati in fretta e furia delle iniezioni salvifiche.

 

 

 

Invece se su un milione di vaccinati un paio sono andati all'altro mondo ci spaventiamo al punto da rifiutare la puntura che garantisce la salvezza. Si dà il caso che vi siano ancora persone che temono maggiormente AstraZeneca che non la calamitá in corso. Indubbiamente così come non è facile costringere un cretino a non essere tale, altrettanto è arduo convincerlo a vaccinarsi. Se poi però finisce in ospedale col fiato corto, obblighiamolo almeno a pagarsi le spese sanitarie.

 

 

 

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